Il Guardian abbandona X e accusa Musk

Il quotidiano britannico imputa alll’imprenditore sudafricano il clima d’odio che pervade la piattaforma e taglia le sue comunicazioni in esso

Il Guardian, nell’articolo con cui annuncia la sua ritirata da X, afferma che le ultime elezioni presidenziali statunitensi sono servite a dimostrare un sospetto che con il tempo è diventato una certezza: «X è una piattaforma social tossica e il suo proprietario, Elon Musk, ha utilizzato la sua influenza per condizionare il dibattito politico». Il Guardian definisce «disturbante» la massa di materiale cospirazionista, razzista e di estrema destra che si può trovare sul social, che additittura promuove tali tipologie di contenuti.

Già due mesi fa la succursale australiana del giornale aveva trattato questa tematica, riporando le parole del professore associato del corso di Digital Media dell’Università del Queensland Timothy Graham: «È chiaro che X non stia facendo abbastanza per moderare i contenuti e che non ha alcuna strategia chiara per affrontare il tema della disinformazione politica».

La dimostrazione della potenza distruttiva di questi contenuti è stata chiara nella vicenda dell’accoltellamento di Southport, avvenuto quest’anno alla fine di luglio. Un ragazzo britannico di 17 anni è entrato in una scuola di danza della città del Merseyside e ha provocato tre morti e 10 feriti. Su X erano state diffuse informazioni false sull’identità del colpevole e sulla sua etnia e religione d’appartenenza, provocando un rigurgito di odio xenofobo da parte della comunità ultranazionalista che ha attuato nella vita reale delle sollevazioni guidate proprio dall’odio razziale.

Inoltre, la testata spiega anche che le risorse fino a questo momento impiegate per promuovere il giornale sul social sarebbero più fruttuose se destinate ad altre finalità e che così faranno. Allo stesso tempo, viene lasciata completa libertà ai suoi giornalisti e tutti i suoi collaboratori di continuare a rimanere e interagire nel mondo di X, dove potranno continuare a condividere i loro lavori. Oltre a questo discorso di etica professionale, un ulteriore probabile motivo che ha spinto il quotidiano inglese fondato a Manchester ad abbandonare il social è quello di voler dare l’esempio al mondo dei media.

Nonostante non faccia parte del mondo dei media, il club del St. Pauli ha immediatamente raccolto tale esempio e così ha seguito il giornale britannico abbandonando a sua volta X. La squadra fondata ad Amburgo nel 1910 è famosa nell’ambiente calcistico per le sue posizioni politiche di sinistra, antirazziste e antixenofobe e ha annunciato lo spostamento delle proprie comunicazioni da X a BlueSky. BlueSky è un social nato nel 2022 sulle ceneri del vecchio Twitter dopo che è stato rilevato da Elon Musk.

Nel comunicato con cui il St. Pauli ha ufficializzato tale cambiamento ha scritto: «Musk ha trasformato un luogo di dibattito in un amplificatore di odio che può influenzare la campagna elettorale in Germania. Da quando ha acquistato Twitter, il razzismo e le teorie cospirazioniste vengono diffuse senza ostacoli e anzi addirittura favorite. Insulti e minacce non sono libertà d’espressione».

Per quanto questi abbandoni non possano da soli pregiudicare l’esistenza di X, è altrettanto vero che si tratta di un fatto mai accaduto prima nell’ambiente social e, allo stesso tempo, questo danno d’immagine non arriva in un momento roseo per la piattaforma. X ha visto le sue entrate pubblicitarie dimezzarsi negli ultimi due anni ed è in corso un crollo dei suoi utenti attivi: si stima che nel Regno Unito oggi siano il 30% in meno di quanti fossero solamente a luglio 2023. La linea di moderazione dei contenuti voluta da Musk e la sua volubile leadership stanno rendendo sempre più difficile per le persone moderate usufruire del social e per i brand ambassador pubblicizzare i loro prodotti, comportando così una drastica diminuzione del traffico su X.

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