Era il 15 febbraio del 2012 a largo della costa del Kerala (India sud occidentale) quando a bordo della petroliera italiana Enrica Lexie i due fucilieri di marina italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono accusati di aver ucciso in una sparatoria due pescatori imbarcati su un peschereccio indiano. La vicenda si articola in diversi momenti che danno una svolta significativa per capire come si sono svolti i fatti. Il 23 febbraio l’Italia fa ricorso all’Alta corte del Kerala sostenendo che l’incidente sarebbe avvenuto fuori dalla giurisdizione indiana; 1 giugno 2012 il processo ha finalmente inizio e il 18 gennaio 2013 la Corte Suprema istituisce un tribunale a New Delhi. L’Italia sostiene in ogni modo la difesa dei due marò facendo ricorso il 15 gennaio 2014 alla Corte Suprema chiedendo che in assenza di un’accusa formale i due italiani siano rimandati a casa ma il 12 settembre accadde un imprevisto che cambia “le carte in tavola” Massimiliano Latorre è colpito da un ischemia che lo fa ritornare urgentemente in Italia per avere le migliori cure. Da qui in poi i passi verso il ritorno in Italia sono più frequenti e si intravede un apertura da parte del governo indiano. Prima accettando l’arbitrato internazionale richiesto dall’Italia e poi confermando che Salvatore Girone potrà essere in Italia durante il procedimento arbitrale. Arriviamo al 26 maggio 2016 la Corte Suprema indiana dispone l’immediato rientro in Italia di Girone ponendo però alcune condizioni. Troviamo prima di tutto la richiesta di una garanzia dell’ambasciatore italiano affinché (qualora il Tribunale arbitrale internazionale decida in favore della giurisdizione indiana) si impegni personalmente nel riportare Girone in India entro un mese. Girone al suo arrivo in Italia dovrà consegnare il passaporto; presentarsi ad un posto di polizia italiano ogni primo mercoledì del mese mentre l’ambasciata italiana dovrà informare l’ambasciata indiana di Roma; il marò non deve in alcun modo manomettere o influenzare persone o prove coinvolte nel caso; deve dare la garanzia che rimarrà sotto la giurisdizione della Corte suprema. Se tutto ciò non sarà rispettato la libertà provvisoria verrà revocata immediatamente. Il rientro di Girone è un primo risultato di una battaglia che dura ormai da 4 anni e che ancora deve avere la giusta conclusione. Un difficile lavoro sia giuridico sia diplomatico che mantiene sul “filo di lana” il rapporto tra Italia e India.
Noemi Deroma