Khamenei su Facebook

225px-Grand_Ayatollah_Ali_Khamenei,Dieci giorni fa il Papa è sbarcato su Twitter, oltrepassando in poco tempo il milione di followers. Anche in Iran è accaduto qualcosa di simile. La Guida Suprema della Repubblica Islamica Ali Khamenei, in carica ormai dal 1989, sembrerebbe aver ufficializzato la sua presenza sul social network Facebook. Lanciata il 13 dicembre scorso, la pagina Khamenei.ir, risulterebbe dunque non essere gestita da amministratori lontani dalla persona dell’Ayatollah, come tra l’altro accade per molte altre presenti nello stesso sito. Per ora, i fans sono oltre 21mila, ma probabilmente il numero è destinato a salire. Se la notizia dell’ufficialità di tale account risultasse veritiera, giacché quando si parla di Iran spesso le informazioni giungono a noi piuttosto alterate dai media, certo non si può dire che essa non risulti “singolare”. Dal 2009 Facebook è infatti bandito dal regime, soprattutto perché attraverso questo strumento di comunicazioni furono organizzate le manifestazioni antigovernative seguite alla rielezione del Presidente M. Ahmadinejad. Sebbene il sito americano sia censurato dal regime, ancora oggi milioni di iraniani lo utilizzano grazie ad uno speciale software in grado di aggirare il divieto, così come accade con Twitter. Al momento, i link condivisi dalla pagina Facebook dell’Ayatollah sono ancora pochi; tra questi spicca una foto di Khamenei a fianco del fondatore della Repubblica islamica, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, negli anni Sessanta. Anche in copertina il leader è ritratto insieme al suo predecessore, guadagnando più di 400 “mi piace” e 20 condivisioni da parte dei fans. Ricordiamo che Khamenei ha già un sito ufficiale, www.khamenei.ir, pubblicato in 13 lingue diverse. Difficile capire invece se il regime riuscirà, ovviamente sotto il beneplacito della Guida Suprema, a costruire una rete intranet nazionale, come ormai da tempo le autorità iraniane hanno annunciato. Proprio quest’anno Teheran ha cercato infatti di bloccare Google mail, riaprendo però subito l’accesso.

Silvia Di Pasquale

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