La Crimea sceglie la Russia

zA due giorni dal referendum che ha sancito la secessione e il passaggio della Crimea alla Russia, il Presidente russo Vladimir Putin, dopo aver firmato il decreto per riconoscerla come Stato indipendente, ha informato ufficialmente il parlamento e il governo della richiesta presentata dall’ormai ex penisola ucraina, primo passo legislativo per l’annessione alla federazione russa. “Tutto in Crimea è intriso dalla nostra storia e gloria”, ha specificato. Già lo scorso 6 marzo il parlamento della regione autonoma di Crimea ha votato l’adesione alla Russia. Il 7 marzo Mosca ha poi approvato il progetto (purché votato dalla popolazione). Il 15 marzo la Russia ha messo il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza che non approvava il referendum. Insomma, in tempi record, l’annessione diventerà un dato di fatto. “La Crimea è stata e resta parte inalienabile della Russia e la decisione di Nikita Chruscev di cederla all’Ucraina fu presa in violazione della costituzione sovietica”, ha proseguito. Il riferimento è all’anno 1954, quando venne trasferita dal leader sovietico alla RSS Ucraina in segno di riconoscimento per commemorare il 300º anniversario del trattato di Perejaslav tra i cosacchi ucraini e la Russia. Anche Mikhail Gorbaciov, ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1985 al 1991 e propugnatore dei processi di riforma legati alla perestrojka, si è schierato a fianco di Putin, definendo la sua concezione della cessione della Crimea negli anni Cinquanta “un errore della storia”. ”Se in precedenza la Crimea venne unita all’Ucraina dalle leggi sovietiche, o per essere precisi, dalle leggi del Partito Comunista, senza tenere in alcun conto la volontà della popolazione, ora la gente ha fatto le sue scelte e corretto l’errore. Questo è qualcosa che dovrebbe essere ben accolto piuttosto che condannato con l’adozione di sanzioni che non hanno fondamento legale”. Adesso in Crimea c’è uno stato da costruire. Il rublo, la moneta russa, diventerà quella ufficiale della Crimea al posto della grivnia (entrambe circoleranno affiancate fino al 2015). Perfino l’ora, dal 30 maggio, cambierà: saranno spostate le lancette avanti di 120 minuti, adeguandosi a quelle di Mosca. Poi dovranno essere cambiati gli indirizzi della pubblica amministrazione, il prefisso delle reti satellitari dei cellulari, i passaporti e molte altre cose che un cambio di questo tipo comporta. Ovviamente sono già state nazionalizzate le società energetiche, perché dall’unione tra Crimea e Mosca, nasceranno molti vantaggi per il Cremlino, che potrà così mettere le mani su alcune tra le aree esplorative più promettenti del pianeta dal punto di vista energetico: quelle del Mar Nero, che Kiev avrebbe voluto sfruttare per diminuire la sua dipendenza dalla Russia. Secondo il giornale russo Moskovsky Komsomolets, ripreso dal Washington Post, l’annessione della Crimea costerebbe a Mosca 20 miliardi di dollari. In ogni caso le promesse di aiuti economici fatte dalla Russia andranno mantenute. Ma la Crimea non è solo un pezzo di terra strategicamente rilevante. E’ anche un luogo di notevole bellezza, che è stato teatro di avvenimenti storici rilevanti come il conflitto per il controllo dei Balcani e del Mediterraneo, che nel 1853 oppose alla Russia l’Impero ottomano, sostenuto da Francia e Gran Bretagna, con l’appoggio di un corpo di spedizione piemontese. Sempre in Crimea giunsero Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Iosif Stalin, capi rispettivamente dei governi degli Stati Uniti d’America, del Regno Unito e dell’Unione Sovietica per partecipare alla Conferenza di Yalta, da cui scaturirono decisioni importanti che ebbero ripercussioni profonde sulla storia mondiale dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, tra cui l’istituzione delle Nazioni Unite (ONU). Qui si trasferiva nei mesi più freddi il grande scrittore e drammaturgo russo Anton Pavlovič Čechov, perché a differenza di Mosca e S. Pietroburgo, il tempo era bello anche l’inverno. Ora quale sarà il futuro di questa Crimea russificata, che ha cambiato bandiera se non dall’oggi al domani, almeno da una settimana all’altra? La Russia ha già pagato il suo appoggio all’indipendenza del popolo di Crimea con l’esclusione dal G8, oltre che con le sanzioni annunciate contro di essa da Usa e UE. Ma ciò non sembra spaventare per niente Putin. Di una cosa siamo certi: che il “gelo politico” venutosi a creare in questi giorni tra l’Occidente e la Russia, certamente non conoscerà, almeno per il momento, nessuna “primavera”, tantomeno estate. Solo un lungo inverno.

Silvia Di Pasquale

 

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