La “finta bella vita” che molte persone sentono il bisogno di dover mostrare a tutti i costi sui loro profili social è come fosse un’ossessione.
E così apri Facebook o Instagram e scorri foto di amici con vite assolutamente perfette, o almeno all’apparenza.
I social network possono davvero diventare deprimenti a volte, perché guardando le vite di queste persone fortunate e felici tutte sembrano essere sempre migliori della nostra, ma poi in realtà analizzandole a fondo non sono davvero così come sembrano, state attenti.
Qualche anno fa il regista Shaun Higton ha realizzato uno splendido cortometraggio dal titolo “What’s on your mind?” (“A cosa stai pensando?”, come la domanda che pone Facebook ai suoi iscritti), che ogni fruitore del web dovrebbe provare a vedere.
Il film racconta come una triste bevuta solitaria post rottura sentimentale possa facilmente trasformarsi in una foto che richiama un’allegra serata dall’alto tasso alcolico, semplicemente sventolando un drink e sforzandosi in un sorriso tirato.
Oppure come la notizia di un licenziamento possa tramutarsi in uno status da perfetto sognatore: “lascio il lavoro”, seguito da un hashtag che puzza di autoconvincimento: “#followyourdreams”.
Un tragicomico e in molti casi realistico ritratto delle costanti contraddizioni fra la vita reale e quella virtuale, che spesso proprio non coincidono.
In fin dei conti dopo anni e anni di social network dovremmo pur aver capito che condividere foto di sorrisoni non ci rende realmente più felici, e immortalare un bacio appassionato (vero o finto che sia) non rende il nostro amore più autentico e profondo.
Ma comunque molti utenti sentono ancora molto forte il bisogno di apparire a tutti i costi, di ostentare ciò che non sono o che non hanno, finendo poi per perdersi, perché quando ci si lascia sedurre dalle tentazioni dell’ego e della vanità, si parte per un viaggio di sola andata, solo sullo schermo però.
Questi sono coloro che vivono di inganni, di menzogne, che fanno perdere il senso della realtà, e che con il passare del tempo trovano serie difficoltà ad essere se stessi.
Una vita d’illusioni, di specchietti per le allodole, foto postata sperando di “far colpo”, di brillare di una luce che non è la propria, fingendo felicità che realmente in fin dei conti non si prova, pubblicando foto su foto, manipolate, ritoccate, in cui ci si vuole mostrare perfetti, cercando la comune approvazione, in una inutile corsa ai like, che poi spesso arrivano da perfetti sconosciuti che probabilmente non incontreranno mai.
Profili così perfetti, persone così felici, foto così belle, cibo gustoso, selfie riuscitissimi, feste chic, amici sorridenti, famiglie da film, e tanto altro ancora.
La competizione per voler sembrare il migliore tiene tutti avvinti e nessuno si rende conto, che sono in realtà, già tutti sconfitti.
Tutto ciò diventa una sorta di dipendenza in cui si tende ad esagerare sempre di più, ed inoltre è triste prendere atto che il livello di felicità, la realizzazione e il successo di una persona, dipendano dal numero di cuori e like sul proprio profilo.
Ricordiamoci che la vita non è perfezione, non può proprio esserlo, e questo dovremmo ricordacelo bene tutti, sia quando postiamo foto che quando le ammiriamo.
I social portano alla luce l’invidia tra le persone, l’obiettivo di chi si vuole mettere in mostra è proprio quello di voler essere ammirati ed invidiati.
È l’anima che dovrebbe essere grande e felice e non quella foto ritoccata sui social network.
Non lasciate che la vanità vi impedisca di camminare sui sentieri della verità.
La nostra vera immagine è l’unica cosa che dovremmo mostrare, la più bella, la più coraggiosa, la più forte ed autentica.