La guerra di tutti contro tutti è ormai in corso. Le accuse dell’Amministrazione Trump, rivolte al Governo cinese, sono diverse e tutte molto gravi. Pechino avrebbe minimizzato la contagiosità del nuovo coronavirus, che sarebbe sfuggito dall’istituto di virologia di Wuhan dopo essere stato modificato in laboratorio per condurre una serie di esperimenti scientifici. Quindi, secondo il punto di vista di Trump e del Segretario di Stato Pompeo, la versione cinese in base alla quale il Covid19 avrebbe fatto il cosiddetto spillover – ovvero il salto di specie – nel mercato del pesce di Wuhan, passando dal pipistrello all’uomo attraverso un animale intermedio, sarebbe destituita di fondamento. A Washington si sono aperte molte crepe con il superesperto Fauci, virologo di fama internazionale e consulente per la Casa Bianca, del tutto in disaccordo con le idee del Governo. D’altra parte, la Cina, l’OMS (sotto accusa da parte americana per essere troppo filocinese), la comunità scientifica – con alcune illustri defezioni come quella di Luc Montagnier – sostengono che il virus abbia un’origine naturale. Nei prossimi mesi il dibattito sulla origine naturale o artificiale di Covid19 continuerà certamente a tenere banco, mentre si cercano vaccini e cure efficaci per contrastare gli effetti molteplici e sistemici del virus. Sulla base delle evidenze che arrivano dagli ospedali di tutto il mondo, apprendiamo che l’infezione da SARS-CoV-2 causa problemi di natura respiratoria, ma, in alcuni casi, riesce a colpire altri organi vitali come il cuore, i reni, e perfino il cervello. Mentre molti Paesi, tra cui l’Italia, pongono in essere misure di de-confinamento come la apertura graduale delle attività produttive, le cause strutturali che certamente hanno contribuito all’acuirsi della crisi sono tutte ancora in piedi. In uno studio del 2007 sull’epidemia di Sars del 2002-03, Andrew Cunningham della Zoological Society of London sosteneva che “la presenza di un grande serbatoio di virus simili a Sars-CoV nei pipistrelli a ferro di cavallo, insieme alla cultura di mangiare mammiferi esotici nella Cina meridionale, è una bomba a orologeria”, anche perché “gli animali sono trasportati per lunghe distanze e poi stipati insieme nelle gabbie. Sono stressati e deboli, a volte pieni di infezioni. Vengono macellati sul posto, e i fluidi corporei arrivano a stretto contatto con gli esseri umani.” Destano preoccupazione altri fenomeni di grande portata come la deforestazione e la urbanizzazione selvaggia. Inger Andersen, Direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, in un’intervista al The Guardian ha dichiarato che: “Non ci sono mai state così tante occasioni per i patogeni di passare dalla natura selvaggia alle persone. La nostra continua erosione della natura ci ha portati pericolosamente vicini agli animali e alle piante che ospitano malattie che possono facilmente passare agli esseri umani.” Sulla stessa linea di pensiero si schiera anche Jane Goodall, Primatologa, che ha avuto parole molto dure sulla sciagurata attività predatoria degli uomini: “Mentre distruggiamo la foresta, le diverse specie di animali nella foresta sono costrette a venire in contatto fra di loro e quindi le malattie vengono trasmesse da una specie all’altra, e il secondo animale ha quindi maggiori probabilità di infettare gli esseri umani poiché è costretto a stare stretto contatto con noi.” Durante un vibrante discorso in occasione del Primo maggio, Vandana Shiva, filosofa ed ecoattivista, ha delineato il pericoloso intrecciarsi di molte emergenze: “le pandemie – ha detto – affondano le loro radici in un modello economico basato sul profitto, sull’avidità e sull’estrattivismo, che ha accelerato la distruzione ecologica, aggravato la perdita dei mezzi di sussistenza, aumentato le disuguaglianze economiche e polarizzato e diviso la società tra l’1% e il 99%.”
Foto tratta dal sito ambienterisorse.com