Non è passato neppure un anno dall’attentato alla sede di Charlie Hebdo (gennaio 2015) e la Francia ritorna sotto assedio. C’è chi definisce gli attentati del 13 novembre 2015 come l’11 settembre (attentato alle Torri Gemelle) francese ma è una carneficina ed è subito pronta la rivendicazione dell’Isis contro la Francia. Ricordiamo che la Francia il 27 settembre 2015 ha deciso di bombardare pesantemente la Siria e perciò i diversi messaggi che sono arrivati sul web dicono che la nazione doveva aspettarsi un duro attacco e un colpo al cuore della città di Parigi. E’ un venerdì sera dove le persone escono e vanno a divertirsi dopo una settimana piena di impegni: tutto inizia da un obiettivo ben preciso lo stadio. A partire dalle 21:20 circa una serie di attacchi terroristici coordinati ha coinvolto la zona intorno allo Stade de France, Boulevard de Charonne, Boulevard Voltaire, Rue Alibert, Rue de la Fontaine au Roi e il teatro Bataclan. Con il passare delle ore le dinamiche sono sempre più definite; quella che poteva essere una semplice amichevole tra Francia e Germania era l’obiettivo principale degli attentatori probabilmente anche per la presenza del presidente francese Hollande. Le prime sparatorie sono state segnalate tra rue Bichat e rue Alibert intorno alle 21:20 vicino al Canal Saint-Martin. Gli stessi terroristi hanno attaccato successivamente un ristorante uccidendo undici persone, per poi fuggire in automobile. Poco dopo una sparatoria si è verificata nella terrazza (intesa come spazio esterno coi tavolini) di una pizzeria italiana, La Casa Nostra, su rue de la Fontaine au Roi, a sud di rue Bichat. Contemporaneamente tre esplosioni, di cui due ad opera di kamikaze, sono avvenute all’esterno dello Stade de France venti minuti dopo l’inizio dell’amichevole di calcio Francia-Germania a cui stava assistendo anche il presidente Hollande. La partita si è conclusa regolarmente, mentre il presidente ha incontrato il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve in una riunione d’emergenza. Alle 21:50 circa una nuova sparatoria è scoppiata all’esterno di un ristorante sulla rue de Charonne ad opera di due terroristi che sono fuggiti poi in automobile. Nel frattempo, prima delle 22:00, quattro terroristi hanno aperto il fuoco e hanno lanciato granate all’interno del Bataclan, teatro dove si teneva un concerto del gruppo musicale statunitense Eagles of Death Metal a cui hanno assistito circa 1 500 persone. Dopo aver assassinato diversi spettatori i terroristi hanno radunato un gruppo di ostaggi mentre nel frattempo accorrevano le forze speciali, entrate in azione dopo la mezzanotte. Tre terroristi si sono fatti esplodere mentre il quarto è rimasto ucciso prima che potesse azionare la cintura esplosiva. Il blitz è avvenuto mentre un quinto terrorista si è fatto esplodere all’esterno, nella vicina Boulevard Voltaire. Gli autori, otto terroristi, hanno usato fucili mitragliatori, granate ed esplosivi; tre di loro si sono fatti esplodere con cinture esplosive dopo aver finito le munizioni, gli altri sono rimasti uccisi dalla polizia. Ragazzi che in nome del loro dio uccidono per degli ideali, che credono di fare del bene in nome della loro religione e del loro credo. La Francia non ha saputo fronteggiare questi attacchi ma ora in una nazione così profondamente colpita si deve “rialzare la testa”. Il presidente Hollande ha subito annunciato la stato d’emergenza su tutto il territorio nazionale e la chiusura delle frontiere attuando maggiori controlli. Ma la Francia non è stata l’unica ad essere stata minacciata poiché in seguito agli attentati numerose città sono state allertate. Il Belgio ha intensificato i controlli lungo il confine con la Francia, gli Stati Uniti d’America ha alzato in diverse città l’allerta (in particolare nelle sedi diplomatiche francesi). In Italia il ministro dell’Interno Alfano ha elevato il livello di sicurezza portandolo al livello 2 ed ha imposto l’innalzamento delle barriere di sicurezza a scopo cautelativo contro la possibilità di attentati terroristici.
Noemi Deroma