La giornata del 18 gennaio 2017 che ha portato alla tragedia dell’Hotel Rigopiano è iniziata con un altro dramma, un nuovo sciame sismico che per la quarta volta dal 24 agosto 2016 ha spaccato l’Italia Centrale. La valanga che si è abbattuta sul Resort pur essendo di tipo medio-grande aveva una capacità distruttiva enorme pari a 120 mila tonnellate. Sono le 10:25 la prima scossa di magnitudo 5.1. (Epicentro nell’aquilano) dà il via ad una serie infinita di altri sussulti (tre sopra i magnitudo 5 nell’arco di un’ora). I soccorsi scattano in tutto il Centro Italia ma a differenza dell’ultimo sciame sismico del 30 ottobre 2016 il problema maggiore in questo momento non sono i nuovi crolli quanto le condizioni meteorologiche. La neve alta in diverse zone (compreso il versante adriatico del Gran Sasso), impedisce agli uomini della protezione civile, mentre fuori continua a nevicare. Nel frattempo emergono dei particolari nelle ore precedenti della tragedia; inizia tutto quando l’amministratore dell’hotel Rigopiano Bruno Di Tommaso che aveva inviato una mail al Prefetto di Pescara, al presidente della Provincia, alla polizia provinciale e al sindaco di Farindola (comune dov’è situato il resort) segnala che la situazione era piuttosto preoccupante pertanto richiedeva un intervento immediato per liberare la strada ricoperta dalla neve. Secondo quanto raccontato dai primi superstiti gli ospiti dell’Hotel Rigopiano erano pronti nella hall per andare via poiché erano preoccupati a causa della forte nevicata ma dovevano restare in attesa del mezzo spazzaneve previsto per le ore 19:00. Qualche ora dopo la mail la valanga travolge l’hotel; su quella richiesta inascoltata e su diversi altri punti rimasti in sospeso le forze dell’ordine e la Procura indagano. I primi soccorsi arrivano a mezzanotte da parte di quattro uomini del soccorso alpino e della Guardia di Finanza che partono con gli sci ricoperti da pelli di foca per raggiungere al più presto sotto la bufera di neve Rigopiano. Arrivano intorno alle 04:00 dopo aver scalato muri di neve si rendono conto della difficile situazione ma salvano i due superstiti Fabio Salzetta e Giampiero Parete che al momento della valanga si trovavano all’esterno dell’hotel. I primi elicotteri arrivano solo all’alba e portano via i due superstiti da qui inizia la faticosa ricerca dei 24 dispersi. Da qui è una corsa contro il tempo sono le ore 12:00 del giorno dopo quando la colonna dei mezzi dei soccorsi arriva a poche centinaia di metri dall’albergo. Il bilancio fino a questo momento è di 25 vittime (13 uomini e 12 donne), 11 sopravvissuti (4 sono bambini) e 4 ancora dispersi. I Vigili del fuoco, la Protezione civile continua a lavorare ininterrottamente fino a quando l’ultima persona sarà estratta dalle macerie. Sono in corso gli accertamenti del medico legale e le procedure di identificazione da parte dei parenti che fino all’ultimo hanno creduto nella speranza di abbracciare i propri cari. Si parla sempre di ritardi sui soccorsi o se si poteva prevedere il disastro annunciato bene le tragedie naturali non le possiamo controllare ma almeno cercare di limitarne i danni rendendo le strade agibili senza lasciarle ricoperte da neve quando ormai è tardi per recuperare.
Noemi Deroma