Quando uno Stato o una Nazione decide di far eleggere un rappresentante politico per identificare la sua appartenenza è un momento fondamentale nella storia di tutto il mondo. In particolare se questo stato è come l’Arabia Saudita un luogo dove non tutti hanno gli stessi diritti e la differenza tra uomini e donne è evidente. Il 12 dicembre è una data che resterà indelebile per tutto il regno saudita poiché si aprono le elezioni municipali; le prime in cui le donne saranno comunque protagoniste. Andiamo per grandi partendo da colui che ha reso possibile tutto questo: un decreto del 2011 (firmato dal defunto re Abdullah bin Abdelaziz) che sosteneva per la prima volta la partecipazione delle donne sia come elettrici che come candidate. Un piccolo passo è stato fatto ma nonostante tutto ci sono state delle resistenze piuttosto forti da parte della comunità. Un’indagine svolta dal Centro studi Esbar ha evidenziato che il 72.5% dei sauditi non appoggia la candidatura femminile alle elezioni, l’11.3% la sopporta e l’8.7% la accetta. Tra i diversi motivi troviamo un’alta percentuale (69.5%) che la rifiuta poiché questa decisone violerebbe la legge islamica mentre il 63.8% sostiene invece che questa scelta non rispetta a fondo le tradizioni e le usanze del Paese. I numeri sono stati raggiunti e hanno dato comunque un ottimo risultato: su un totale di 2106 nuovi consiglieri comunali eletti in Arabia Saudita 20 sono donne. In questi anni le donne saudite stanno cercando di dimostrare che possono fare qualunque cosa esse vogliano; la strada è lunga ma sempre di più è evidente il loro contributo in diversi campi scientifici e sociali. Si apre una nuova pagina e sarà la prima di tante ancora da raccontare.
Noemi Deroma