L’Italia ha perso pochi giorni fa uno dei suoi autori e dei suoi creativi più in vista: il regista e sceneggiatore Franco Zeffirelli si è spento lo scorso 15 giugno, a 96 anni, nella sua abitazione romana. E in questa sede, pur non volendo di certo applicare quell’odiosa retorica secondo la quale ogni morto, anche il “peggiore”, va lasciato in pace e ricordato come un uomo buono, viene istintivo sollevarsi contro la tempestiva polemica che qualcuno su Internet ha voluto scatenare contro la figura del defunto regista.
E Zeffirelli, appunto, non è stato affatto un “cattivo”, di certo non un criminale di guerra, e nemmeno una persona controversa. A ricordarlo oggi, nel momento della morte, sarebbe perfino difficile trovare troppe “inattualità” del suo personaggio rispetto all’etica e alla sensibilità di oggi – discorso, per fare un esempio opposto, valido per una figura oggi polemizzatissima come quella di Indro Montanelli. Zeffirelli è stato sì persona omosessuale e di centro-destra, politicamente schierata e in modo assolutamente particolare, ma nulla che oggi risulti inaccettabile ad alcuno.
E perciò – come si accennava – senza la necessità di propagandare buonismo a tutti i costi, ci si chiede perché Franco Zeffirelli sia mai andato a meritarsi un giudizio così impietoso, forse più da morto che non da vivo. Tomaso Montanari, storico dell’arte, scriveva negli scorsi giorni su Twitter che «Si può dire che il maestro Scespirelli era un insopportabile mediocre, al cinema inguardabile? E che fanno senso gli alti lai della Firenzina, genuflessa in lutto o in orbace, ai piedi suoi e dell’orrenda Oriana? Dio l’abbia in gloria, con Portesante e quel che ne consegue. Amen».
Leggendo il tweet, e a non far parte della schiera di account che si è sentita in dovere di formulare un simile pensiero di seguito, viene istintivo chiedersi: perché? C’era davvero bisogno di accostare un’opinione boriosa per mettersi in mostra di fronte alla morte di un personaggio indiscutibilmente valido della cultura italiana? Difficile dire se sia un risultato di queste polemiche o di decisione “personale”, ma fatto sta che praticamente nessun Vip si è infine unito alla folta folla fiorentina che ha voluto dare l’ultimo saluto al suo illustre e amato concittadino. Un gesto dei vivi, probabilmente, che la dice lunga non tanto sui defunti ma sui vivi stessi.