L’Austerity del 1973. Vecchi e nuovi ritorni di una globale restrizione e contestazione.

L’Italia si chiude per Natale e dal 24 Dicembre 2020 all’Epifania e saranno 10 i giorni di chiusura in tutto il Paese. Molti Italiani invero hanno già conosciuto questa realtà nel 1973 e questi oggi la rivivono con mite sottomissione in un paese a cui senza dubbio si sarebbe oggi ispirato Orwell per il suo racconto “la fattoria degli animali”. Il pensiero infatti riporta loro al lontano 2 dicembre 1973 data della prima domenica italiana diausterity” in cui fu imposto il divieto assoluto di circolazione dei mezzi privati, con l’eccezione dei medici in servizio con autorizzazione visibile. Furono perfino bandite le insegne luminose animate e di grandi dimensioni e le trasmissioni televisive RAI terminavano alle 22,45 ed i cinema dovevano chiudere alle 22,00. L’austerity è stato un periodo a cavallo tra il 1973 ed il 1974, in cui fu imposto dal governo italiano un risparmio obbligatorio dell’energia, a causa dello choc petrolifero (aumento repentino del prezzo del greggio nel 1973), conseguito ad alcuni fattori politico-economici (aumento dei costi di trasporto petrolifero causato dalla chiusura del Canale di Suez, diventato impraticabile con le guerre arabo-israeliane tra il 1967 ed il 1973. Le petroliere dovevano circumnavigare il continente africano aumento delle royalty dei paesi mediorientali produttori di greggio – embargo petrolifero da questi a danno di Europa e USA, alleati di Israele, a seguito della sconfitta egiziana, dopo l’attacco allo Stato ebraico nel settembre 1973, meglio noto come la Guerra dello Yom Kippur – aumento delle royalty dei paesi mediorientali produttori di greggi). Agli italiani, come a molti altri cittadini dei paesi occidentali, furono imposte misure atte a contenere i consumi energetici che modificarono la vita quotidiana sia pure per un periodo limitato. Il 22 novembre 1973 il governo italiano presieduto da Mariano Rumor, deliberò, analogamente agli altri paesi Europei, una serie di provvedimenti restrittivi di contenimento energetico. Nel dettaglio, il governo prese i seguenti provvedimenti:

Il divieto di circolazione ai mezzi motorizzati su tutte le strade pubbliche, urbane ed extra­urbane, dalle ore 0 e sino alle ore 24 di tutti i giorni festivi (domeniche o infrasettimanali); multe da centomila lire a un milione per i contravventori e sequestro immediato del mezzo. La misura fu estesa anche ai rappresentanti delle istituzioni, compreso il Presidente della Repubblica; le deroghe ammesse riguardarono gli automezzi di vigili del fuoco, corpi armati di polizia, medici, furgoni postali, mezzi per la distribuzione dei quotidiani, ministri del culto all’interno dei comuni di residenza, auto del corpo diplomatico. Per gli spostamenti gli italiani potevano utilizzare treni, aerei, navi, taxi, nonché gli automezzi delle linee pubbliche o con licenza di servizio da noleggio.

-Aumento del costo della benzina e del gasolio e oli combustibili. I distributori dovevano restare chiusi dalle ore 12 del giorno precedente la festività sino alle 24 del giorno festivo;

-i limiti di velocità furono stabiliti a 50 km/h nei centri abitati, a 100 km/h sulle strade extraurbane normali e 120 km/h sulle autostrade;

-i negozi e gli uffici pubblici dovevano anticipare la chiusura: per i primi il limite massimo autorizzato era alle ore 19, per i secondi alle ore 17.30. Anche bar, ristoranti e locali pubblici erano obbligati a chiudere alle 24, mentre cinema, teatri e locali per lo spettacolo potevano rimanere aperti fino alle 22.45, con tolleranza sino alle 23. Anche i programmi televisivi dovevano chiudersi entro le 22.45/23.00;

-l’illuminazione pubblica dei comuni doveva essere ridotta del 40 per cento, mentre le scritte o insegne luminose commerciali poste nelle vetrine e all’interno di negozi e altri locali pubblici dovevano essere spente. L’Enel fu autorizzata a ridurre del 6-7 per cento la tensione erogata tra le ore 21 e le 7.

Le misure di austerità furono poco più che un segnale di rigore ed una evidenza del carattere globale della crisi e come questa in maniera diretta ed immediata incidesse sulla vita quotidiana in un mondo che si percepiva si stesse globalizzando economicamente e socialmente. Non tutti gli Italiani ovviamente accettarono tali divieti e fece scalpore l’allora giovane attrice Silvia Koscina che in automobile tentò di violare il divieto. Il pensiero torna nuovamente agli Italiani dell’Austerity del 1973. Questi nostri odierni anziani, con mite e coraggiosa rassegnazione, oggi si rivolgono ai negazionisti Covid ed ai ribelli giovani della scuola Koscina riuniti in un sabato di dicembre 2020 sulla terrazza del Pincio a Roma “per ricordar loro che non di parabola orwelliana viviamo e “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

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