H-Ack Fashion, maratona di giovanissimi hacker, punta a mettere in contatto i grandi nomi del mondo della moda con gli innovatori del domani.
“Questa è la seconda hackathon che organizziamo, e si tratta di un’esperienza davvero formativa per i ragazzi che partecipano: è basata sulla condivisione totale delle idee, senza brevetti o barriere, animata solo dalla voglia di conoscere e fare squadra, e poi così entrano in contatto con i rappresentanti di grandi aziende”: Alessandro D’Annibale di H-Farm Ventures– l’incubatore italiano che in meno di dieci anni ha investito oltre 14 milioni di euro nella creazione e crescita di 52 startup- descrive così il clima di entusiasmo che si respira in queste vere e proprie maratone di creatività e innovazione. H-Ack Fashion, la prima dedicata al mondo della moda, che si è svolta a Ca’Tron il 23 e 24 novembre, con la partecipazione di 400 giovanissimi coder– “forse ci sarà anche un ragazzo di appena 13 anni, stiamo confermando la sua partecipazione, ma nella precedente edizione ce n’era uno di 15 che ci ha raggiunto dopo la scuola”– e quattro eccellenze del settore: Bottega Veneta, Diesel, Lotto Sport e Gruppo Mastrotto. “Sono aziende tradizionali, seppure con una grande competenza tecnologica e apertura nei confronti del settore, che cercano soluzioni innovative a problematiche di connessione tra il digitale e l’ambiente reale” continua D’Annibale“che danno così la possibilità a questi ragazzi di far conoscere le loro idee e il loro lavoro”. Del resto, ai partecipanti- graphic designer, sviluppatori, specialisti del marketing digitale-viene chiesto di mettere in piedi qualcosa di realizzabile concretamente, un modello di business replicabile e spendibile sul mercato, è per questo che molti dei rapporti che si instaurano nel corso di queste maratone vanno oltre i due giorni di lavoro sul campo. La collaborazione tra aziende tradizionali e giovani professionisti dell’innovazione è dopotutto fondamentale, tanto per le prime, che riescono così a restare competitive sui mercati globali, quanto per i secondi, che costruiscono nuove realtà industriali anche grazie all’appoggio di quelle più grandi e solide. “Vengono premiati il lavoro dei team, basato sulla collaborazione e non sulla rivalità” conclude D’Annibale “e il valore delle buone idee”. Valore che nasce dalla preparazione di ragazzi che spesso hanno appena iniziato l’università, dalla curiosità, dalla fame di continuo aggiornamento e dalla consapevolezza che ogni nozione, in qualunque settore, può fare la differenza al momento giusto. Anche per lavorare nel mondo della moda.
Claudia Proietti