Quel cecchino non ci perdeva mai di vista. Col viso coperto dal passamontagna disteso sul tetto dell’Hotel Marriott di Copenaghen seguiva dall’alto ogni nostro passo. Noi eravamo al di là delle grosse staccionate di cemento che avevano edificato per mettere in sicurezza la location dove stava per iniziare il meeting del Bilderberg 2014. Circa 120 uomini appartenenti alle oligarchie finanziarie e ai principali potentati bancari del mondo che si riunivano per 3 giorni a porte chiuse. Il silenzio, nei dintorni, era rotto solo dal rumore di due elicotteri militari che perlustravano la zona. Io ero insieme ad uno sparuto gruppo di blogger indipendenti, non c’erano giornalisti nè telecamere Tv. Eppure il gotha della finanza mondiale stava per fare l’ingresso in quell’hotel. Qualcuno osava avvicinarsi troppo ed in un attimo veniva trascinato via dalla gendarmeria locale. Io decisi di telefonare alla polizia danese fingendo di essere un turista di passaggio sorpreso dall’accanimento delle forze dell’ordine verso chi provava soltanto a fotografare l’esterno dell’imponente Hotel.
“Vada subito via di li” mi rispose il poliziotto al telefono. “Non posso aggiungere altro – esclamò- ma le ripeto che deve allontanarsi immediatamente dai pressi del Marriott”. Eppure non c’era nessun divieto di transito, ne divieto di fotografare, ne divieto di sosta per i pedoni all’esterno dell’aria non delimitata. Noi tre italiani riuscimmo a trovare un angolo più sicuro dove poter osservare le auto blindate con i vetri oscurati che facevano il proprio ingresso. I poliziotti fermi all’entrata non potevano vederci. Il cecchino sul tetto restava l’unico a seguire i nostri passi. Carluccio piazzò la macchina fotografica. E cominciò a scattare alcune foto. Vedemmo entrare Monti, ma non ci meravigliammo, dato che era stato in passato membro del Direttivo (Steering Commitee) di quel Gruppo. Un blogger francese ci sembrò visibilmente sorpreso nel vedere l’entrata di un politico del suo paese, tale Emmanuel Macròn che all’epoca non ricopriva ancora incarichi politici tali da giustificare la sua presenza a quel meeting in Danimarca. E forse neanche tali da lasciar prevedere il suo imminente futuro come Presidente della Francia. Noi ci stupimmo, invece, nel vedere la chioma rossa di una giornalista italiana uscire dall’auto blindata per fare il suo ingresso al Bilderberg dove sappiamo che la stampa non è ammessa, o comunque dove i giornalisti che partecipano non possono riportare notizie all’esterno. Ergo i giornalisti non ci partecipano in quanto giornalisti. Si trattava di Monica Maggioni all’epoca Direttrice di Rai news 24. Anche se a Rai news non daranno mai notizia di quel meeting ne dei temi trattati in presenza della loro Direttrice.
Monica Maggioni diventò poco dopo il nuovo Presidente della Rai con una strada spianata. Nessuna interrogazione; nessuno stop da parte della Commissione di Vigilanza, nessun dubbio; nessun blocco.
Lungi da me alimentare inutili complottismi insinuando che l’ascesa della Maggioni alla Rai fu in qualche modo favorita dalla sua partecipazione a quel meeting, che si svolse pochi mesi prima della sua investitura, alla presenza di molti dei personaggi politicamente e finanziariamente più influenti del pianeta. Ma la sua presenza, se non altro, testimonia la sua vicinanza a quegli ambienti e soprattutto l’interesse che le oligarchie finanziarie potessero nutrire nell’avere un proprio membro come Presidente della Tv di Stato in Italia.
La Maggioni, tra l’altro, non era nuova a quegli ambienti essendo già da anni membro della Commissione Trilaterale di Rockefeller.
Perché la Vigilanza non intervenne ? Ma anzi, dichiarò pubblicamente che nonostante la Maggioni avesse partecipato a quei meeting a titolo personale era comunque per l’azienda motivo di prestigio.
C’è qualcosa che non torna: L’informazione è il caposaldo di una democrazia. Anzi, tanto più è libera l’informazione, tanto più sono garantiti i principi democratici. La Tv di Stato deve essere la voce del popolo; il megafono dei valori propri di una democrazia. Ma se così fosse, la Maggioni era libera di presenziare, a titolo personale, a qualsiasi riunione essa desiderasse. Ma la partecipazione ad organizzazioni palesemente e dichiaratamente antidemocratiche non può nella maniera più assoluta essere motivo di orgoglio per la nostra Tv di Stato. E quella scelta avrebbe dovuto in qualche modo, almeno ostacolare la sua elezione alla Presidenza della Rai.
E non per complottismo. Ma per coerenza. Per logica. Per etica. Per la sicurezza della nostra informazione pubblica.
A noi potrebbe non interessare se i membri delle oligarchie finanziarie vogliono riunirsi tra di loro per cercare di portare avanti i propri interessi, anche se questi interessi sono diametralmente opposti a quelli dei popoli e delle democrazie. A noi potrebbe non interessare se vogliono riunirsi al Bilderberg, alla Trilaterale o a Davos, per pianificare le proprie strategie. Ma se tra essi troviamo il futuro Presidente della nostra Tv di Stato, allora sì che diventano affari nostri. Per un semplice motivo: Io non le ho definite organizzazioni antidemocratiche perché sono un complottista ma perché ho letto con attenzione i loro documenti ufficiali in cui lo scrivono chiaramente: a pag 161 del principale report della Trilaterale dal titolo: “The crysis of democracy” si legge che “la democrazia non è sempre applicabile.” Che bisognerebbe evitare, quindi, quelli che loro chiamano “eccessi di democrazia”. Ci fanno sapere che “il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi”.
I potentati bancari che fanno, invece, capo al Bilderberg ci fanno sapere attraverso un report della Jp Morgan che in Europa dovremmo “stracciare le nostre Costituzioni”.
Ora la domanda è: Come si sposano queste idee, così palesemente antidemocratiche, con quelle di chi è chiamato a guidare la Tv di Stato in una democrazia che ha proprio nell’informazione la cassa di risonanza dei propri principi. Cui prodest?
E perché, invece, alla Commissione di Vigilanza, e non solo, hanno provato a bloccare l’investitura di un personaggio del calibro di Marcello Foa, che da anni parla al popolo con i suoi scritti mettendolo in guardia sui pericoli che corre una democrazia quando il suo sistema mediatico e i suoi canali di informazione vengono manipolati dalle elite di Governo per soggiogare le masse. Foa è stato prima bloccato. Poi osteggiato. Poi costretto a fare passi indietro sotto il fuoco incrociato della Vigilanza e di altre Commissioni giudicanti. Solo la caparbietà del neonato Governo del cambiamento ha fatto si che a Foa non venisse sbarrata definitivamente la strada. Come ce lo spiegano ? Chi è che teme che la Tv di Stato diventi il megafono dei popoli al servizio della democrazia ? Menomale che Gandhi ci aveva avvertiti: “prima ti deridono, poi ti combattono, poi vinci” ed ora che con Foa abbiamo vinto la nostra battaglia, non ci resta che sbattere fuori gli stregoni della notizia.
Le immagini descritte sono visualizzabili al seguente link
Approfondimenti nel libro/inchiesta “La Matrix Europea” di Francesco Amodeo al seguente link: https://www.ebay.it/itm/La-Matrix-Europea/382570075941?hash=item5912f41725:g:E5UAAOSw2JxbpRhN