L’eutanasia è sempre un argomento piuttosto delicato da affrontare in Italia nello specifico non si ha ancora una legge chiara e definitiva sul Biotestamento ma solo delle semplici proposte di legge.
Come nel caso di Eluana Englaro (febbraio 2009) che divenne a quei tempi una vicenda giuridica tra la famiglia (che sosteneva l’interruzione del trattamento) e la giustizia italiana fino alla fine che si trasformò in un vero e proprio caso politico. Passano gli anni e cambiano i protagonisti ma lo scenario non cambia i media si interessano di lui Fabiano Antoniani per tutti dj Fabo. Tutto inizia nella notte del 13 giugno 2014 Fabiano a causa di un incidente stradale rimane cieco e tetraplegico; di ritorno da un locale con la sua macchina si scontra con un’altra vettura che procedeva sulla corsia d’emergenza. Dopo diversi anni di terapie (senza alcun tipo di esito positivo) maturò la ferma convinzione di voler porre fine alla quotidianità che per lui non era considerata più vita ma solo un’enorme peso per se stesso e per chi gli stava vicino. Fabiano come tutti i ragazzi aveva le sue passioni che man mano ha portato avanti trasformandolo nel lavoro per cui era conosciuto il dj. Prima le moto e poi la musica che lo ha portato fino all’India (dove ci passava 8 mesi all’ anno con la fidanzata Valeria) ma in uno dei tanti rientri per l’Italia una notte ebbe il “famoso” incidente che gli avrebbe cambiato il resto della sua vita. Le terapie che non funzionavano hanno portato Fabo a chiedere alle istituzioni di intervenire per regolamentare l’eutanasia e permettere a ciascun individuo di essere libero di scegliere il proprio destino fino alla fine. Da qui la scelta di fare un videomessaggio al presidente della repubblica Sergio Mattarella in cui il dj diceva: “Signor Presidente della Repubblica vorrei poter scegliere di morire, senza soffrire. Fatemi uscire da questa gabbia”. Qui inizia la battaglia pubblica contro le istituzioni italiane al fianco dell’unica persona che ha potuto rendere “la scelta di morire “(seppur in un altro stato) di Fabo possibile attraverso la figura di Marco Cappato e dell’Associazione Coscioni. E’ successo alle 11:40 del 27 febbraio 2017 Fabo ha lasciato la vita rispettando la sua volontà di non soffrire più ma in un paese come la Svizzera che non era il suo. Quello che sarebbe giusto dire senza bisogno di schierarsi a favore o contro l’eutanasia è che il parlamento italiano deve necessariamente fare una legge e dare la possibilità a chi si trova nella situazione di sentirsi “un vegetale” di scegliere come poter stare. La vita è un dono di tutti ma bisogna essere liberi di scegliere sempre di cosa fare di noi stessi in situazioni di estrema difficoltà nel rispetto della persona e di chi ci sta vicino.
Noemi Deroma