Lo studio risale a poco tempo fa, ma i suoi risultati sono e saranno sempre più validi. Oramai la tecnologia è una componente essenziale della vita di ognuno di noi. Potremmo anzi dire che la tecnologia scandisce la maggior parte dei momenti, fondamentali o meno, della nostra esistenza. Addirittura, alle volte, la tecnologia ha il potere di influenzarci nel profondo, con i suoi strumenti, con i suoi sottili mezzi a disposizione. Capita, ad esempio, che i nostri umori vengano determinati dalle visualizzazioni dei “feed” di Facebook. Per tutti coloro i quali provano ed hanno provato vaghe sensazioni di infelicità, insoddisfazione o un lieve malessere psicologico semplicemente dopo aver effettuato il proprio log-in quotidiano, non c’è di che preoccuparsi: non si tratta di casi isolati e non c’è nulla di insensato, anche se apparentemente così sembrerebbe.A rivelarlo è uno studio portato avanti da Ethan Kross: lo psicologo statunitense ha analizzato accuratamente gli effetti provocati dal social network più usato al mondo sui giovani adulti, seguendo la vita di 82 studenti universitari per ben due settimane. In vari momenti della giornata Kross ha domandato loro come si sentivano dopo essersi collegati varie volte al social network. E la risposta era per tutti sempre uguale: più i ragazzi usavano Facebook, maggiore diveniva il loro stato di malessere.Secondo Kross non si può ricollegare questa condizione unicamente alla sensazione di solitudine provata dai fruitori che iteravano spasmodicamente, quasi maniacalmente, i loro accessi; indubbiamente era proprio la solitudine che li spingeva a ripetere il ‘log-in’ più di una volta, ma di certo non è stata questa la motivazione principale della loro infelicità. Ad ogni modo, gli psicologi che hanno preso parte allo studio sono ancora abbastanza confusi ed incapaci di fornire un’unica, valida risposta. Quella proposta dai social network è infatti una nuova forma di interazione fra le persone le cui dinamiche, assieme alle ripercussioni sugli stati d’animo, non risultano ancora essere del tutto chiare e valutabili. Tuttavia, diversi accenni di soluzioni sono state presentate da altri studi precedenti e paralleli a quest’ultimo: secondo alcuni, Facebook sprona gli utenti ad una maggiore attività, inclusa la partecipazione politica, come testimoniano i successi riscontrati dalle numerose pagine di movimenti; secondo altri, invece, il social network può determinare depressione ed anche una certa invidia nelle persone. Niente di cui meravigliarsi. Ad oggi gran parte della gente sembra usare Facebook solo per gridare, tramite frasi e foto, all’intero gruppo virtuale di “amici” quanto la propria vita sia trendy, piena e perfetta, in ogni minimo dettaglio. Chissà se poi lo è realmente o se tutto ha inizio e fine in un istante: giusto il tempo di caricare una foto e di pubblicare uno status.
Michela Graziosi