L’irresistibile ascesa locale delle destre e i doveri della democrazia

L’Umbria e la Turingia, l’Italia e la Germania, la Lega e Alternative für Deutschland (AfD) campeggiano sulle aperture di tutti i giornali. In una delle ex “regioni rosse” di Italia, si afferma la candidata del centrodestra sempre più egemonizzato dalle forze sovraniste. I risultati parlano chiaro: Donatella Tesei diventa Presidente di Regione con il 57,5% dei voti, la Lega vola al 37%, Fratelli d’Italia ottiene il 10,4%, sorpassando così Forza Italia che si ferma al 5,5. Nel campo avversario, il candidato Bianconi consegue il 37,5% e l’alleanza civica M5S+Pd+Sinistra mostra tutta la sua debolezza: i grillini si fermano al 7,4% (ben al di sotto delle politiche del 4 marzo del 2018 e anche delle europee), il Pd tiene con il 22%, mentre la Sinistra non va oltre il 3%. Spostandoci in Turingia, regione della ex Germania dell’Est, la situazione è sensibilmente diversa, anche se non mancano alcuni punti di contatto. Nel Land tedesco vince Die Linke, il partito della Sinistra a sinistra dei socialdemocratici (Spd), che si afferma con un lusinghiero 31%. Le forze politiche affini, con le quali poter dar vita ad una coalizione rossoverde, vanno però male: la Spd ottiene l’8,2%, mentre i verdi Die Grünen e i liberali Fdp conseguono rispettivamente il 5,2% e il 5%. Lo stallo politico risiede non solo nella mancanza di numeri sufficienti per la maggioranza, ma anche nella sconfitta della CDU al 21,8%, e nell’affermazione di AfD al 23,4%. L’ultradestra ha insistito sulla povertà della regione – un problema endemico che riguarda l’Est soprattutto se confrontato con l’opulenza dell’Ovest – e sul cosiddetto pericolo islamista. D’altra parte, sull’esito della consultazione umbra, i discorsi sulla crisi economica, sull’arretratezza dei servizi, nonché gli scandali della precedente amministrazione a guida Pd, hanno avuto un loro peso determinante. Dalla Turingia all’Umbria, nella segretezza della cabina elettorale, prevalgono i “ri-sentimenti” politici e sociali. È possibile ipotizzare che anche quelli che hanno una buona posizione economica e lavorativa – i ceti medi – vivano la realtà circostante con preoccupazione e con rabbia. La tendenza alla radicalizzazione, soprattutto a destra, sembra comunque essere un fenomeno più locale che nazionale. Tuttavia, essa non può essere sottovalutata da tutti gli altri partiti: liberali, democratici, antifascisti. Per loro, deve finire ed in fretta l’età della afonia per restituire agli elettori progetti politici “visionari” e idee di società aperte e dinamiche, la cui realizzazione potrà allontanare lo spettro dell’estremismo.

Foto tratta da Google Immagini

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