Operazione antipatia quella che come uno 007 sta mettendo in atto l’On. Gianfranco Rotondi che ha scelto(possiamo dire coraggiosamente) di sostenere una delle cause più impopolari di sempre e ne ha tratto un libro dal titolo volutamente provocatorio: Meglio la Casta, l’imbroglio dell’antipolitica.
La casta non esiste,sostiene l’On Rotondi, esistono invece pubbliche funzioni regolate dalla Costituzione e da leggi vigenti. Esse prevedono responsabilità,doveri,diritti e anche alcuni privilegi istituiti e rapportati per proteggere l’autonomia di quella pubblica funzione. La casta è una invenzione di media funzionali a poteri finanziari ostili alla politica in quanto portatori di interessi forti e a quelli che vorrebbero che i politici durino solo due legislature risponde che il limite delle legislature esisteva nel partito comunista proprio a protezione del professionismo politico :i funzionari di partito venivano candidati e avvicendati ogni due legislature in maniera da assicurare loro una pensione. La realtà è che dopo due legislature un deputato ha appreso gli strumenti del suo lavoro e avvicendarlo significa ricominciare daccapo. Come in tutte le attività del resto!
Resta il fatto che casta o non casta i privilegi nel mondo della politica andrebbero rivisti e ridotti. Di parere opposto è (ovviamente) l’On Rotondi che incalza sostenendo che i maggiori privilegi non appartengono alla politica. Basta pensare agli stipendi degli amministratori delle Banche,anche di quelle che hanno depredato i risparmiatori :sono cento volte lo stipendio di un politico,ma non si troverà un giornale che li pubblica perché delle banche i giornali hanno bisogno e paura.
Fenomeno(del momemto?) i grillini che cavalcano l’onda dell’antipolitica affermando di essere puri ed onesti,eppure si scopre che anche tra di loro ci sono mele marce, disoneste o, quanto meno improvvisate. Renzi ha conquistato la direzione del PD promettendo rottamazioni, ma alla fine è stato rottamato. Chiediamo all’On Rotondi se è l’ancien régime che resiste allo scorrere del tempo e delle mode, oppure si deve fare comunque una riflessione maggiore sui mutamenti del tempo e sulle istanze della società civile, che è sempre meno presente alle tornate elettive.
” Capisco che è più popolare promettete purezza e rottamazione ma ha visto che fine stanno facendo questi profeti ?Mi creda,tra un po’ la gente capirà che era meglio la casta”
De Gasperi affermò che “la politica vuol dire realizzare” per l’On Rotondi la politica è l’arte con cui si distribuisce secondo equità il risultato dei sacrifici dei cittadini contribuenti .E’arte che richiede competenza e onestà,l’una senza l’altra non basta.
In una serie di domande a confronto con personaggi di spessore che hanno dato voce ai pensieri degli italiani l’On Rotondi risponde al nostro giornale restando fedele alla sua mission(impossible?)
Miguel de Cervantes disse: “l’onestà è la miglior politica”. Quanto conta, secondo lei, l’onestà in politica, e che peso dovrebbe avere la questione morale per un politico?
L’onestà non è quella del gentiluomo che non ruba ma la capacità di non promettere ciò che è irrealizzabile e di mantenerlo
Montanelli disse: “L’Italia ha la classe politica che si merita (…) Siamo sicuri che ne troveremmo di migliori? E se ne trovassimo, che cosa, quale “popolo” rappresenterebbero?”. Lei cosa ne pensa in merito? La penso come Longanesi,che era il Maestro di Montanelli: virtù e Cozi degli eletti sono gli stessi degli Elettori.
Margaret Thatcher affermò che: “In politica, se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna”. Secondo lei, quanto è importante la presenza femminile in politica, e l’Italia è matura per dare spazio e ruoli importanti alle donne?
Le donne hanno più senso del potere,gli uomini più senso della vanità. E’ più difficile per una donna accedere al potere ,ma una volta che ce l’ha fatta diventa inamovibile
Travaglio disse che: “l’antipolitica è stare seduti in Parlamento 30-40 anni, pensando che il rinnovamento sia cambiare continuamente nome al proprio partito”. Cos’è secondo lei, l’antipolitica, oggi tanto in voga, e cosa può fare la classe politica per combatterla?
L’antipolitica è frutto dell’abbassamenti del livello culturale del Paese a cominciare dalla sua classe dirigente .E’venuto un sistema di idee che governava i partiti e la conseguenza è il voto emotivo talvolta addirittura con pulsioni autolesionistiche
Ringraziamo l’On Rotondi per aver dato voce al suo obiettivo: smantellare una serie di luoghi comuni(…) che a suo dire stanno distruggendo la democrazia italiana,come se quella voce in bilancio fosse il più grande problema del Paese!
Michela Cenci