Orlando, la strage strumentalizzata e che lascia indifferenti

 

Poche prese di posizione ufficiali, poche parole, poca commozione, poco cordoglio per la strage di Orlando, nella quale sono morte cinquanta persone e a decine si contano i feriti, alcuni dei quali in condizioni disperate. Si dibatte su chi abbia armato la mano di Omar Mateen, il giovane americano di origini afgane autore della carneficina. Sulle decine di cadaveri riversi sul pavimento del Pulse, il locale gay preso d’assalto, si è scatenata una polemica politica ed elettorale (in America, tra poco, si vota) che lascia senza parole. In Italia alcuni politici, i cui nomi non valgono la pena d’esser menzionati, hanno individuato facilmente il loro bersaglio da colpire, senza rispetto per i morti ammazzati: l’Islam. Gli stessi che fino ad un minuto prima che il sangue degli innocenti fosse versato hanno manifestato ogni sorta di disprezzo nei confronti delle persone Lgbt. Gli stessi che si sono opposti a qualsiasi intervento legislativo a favore di una delle comunità più martoriate della storia. Ecco proprio loro adesso si appellano ai “valori occidentali” da contrapporre, in una spirale d’odio infinita, all’estremismo islamico. Una religione contro l’altra, un fanatismo contro l’altro, un ingranaggio ideologico di guerra dentro il quale tutti, prima o poi, rischiamo di essere distrutti. C’è tuttavia un minore coinvolgimento emotivo in questa strage rispetto ad altre, come la mattanza nella redazione di Charlie Hebdo o al Bataclan. C’è un silenzio assordante anche da parte di alcuni noti opinionisti, sempre solerti a dire la loro su tutto e che non vogliamo menzionare al pari dei politici, che contribuisce a spegnere la musica latinoamericana del Pulse come gli spari di Mateen. Nel locale di Orlando si ballava, si rideva, si scherzava, si amoreggiava, si rimorchiava, insomma si facevano quelle cose normali che fanno tutti e proprio quella normalità è stata spezzata. Questa frattura è stata ritenuta meno dolorosa di altre, poiché le vittime sono figli di un dio minore. Poiché – come ha lasciato intendere un ineffabile politico italiano – due uomini che si baciano un po’ se la cercano. Di fronte all’accaduto e anche a quello che stava per succedere a Los Angeles, dove la polizia è riuscita a sventare per un pelo un altro attacco mortale al Pride cittadino, noi dobbiamo essere disperati e dobbiamo reagire chiamando per nome i nostri nemici: l’intolleranza, l’uso politico delle religioni, la strumentalizzazione della morte, la proliferazione delle armi che consente di comprare con facilità e a buon mercato la violenza distruttrice dell’altro.

 

Pasquale Musellathumbnail_Strage Orlando

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