Papa Francesco: un anno dopo

papa francesco, scarpeMeno di dieci giorni fa, Papa Francesco ha festeggiato il primo anniversario dalla sua elezione, avvenuta lo scorso 13 marzo. Non è rimasto in città a godersi tutti gli speciali sulla ricorrenza. Ha preferito recarsi ad Ariccia, vicino Roma, allontanandosi dai riflettori. Insieme a 82 cardinali e vescovi curiali, ha alloggiato in camere spartane, senza televisione, che come sappiamo non è solito guardare, tanto che nel discorso ai parroci della Capitale aveva detto: “Come sei solito finire la giornata? Con il Signore o con la televisione”. Ognuno ha pagato per sé, così come lui fece all’indomani dell’elezione, alloggiando a sue spese nella Casa del Clero di via della Scrofa. Durante gli esercizi spirituali nella Casa del Divin Maestro, sempre ad Ariccia, Bergoglio non ha voluto un posto in prima fila. Si è mischiato insieme agli altri, dai quali si distingueva solo per la sua veste bianca. Nessun fasto dunque, solo preghiera. Il messaggio di Papa Francesco è chiaro: basta con gli sprechi, la Chiesa torni ad essere maestra di modestia. “Ai sacerdoti chiedo di essere pastori con l’odore delle pecore, pastori in mezzo al proprio gregge”, queste le sue parole pronunciate nei mesi scorsi. E poi ancora: “Il cardinale (che) entra nella Chiesa di Roma, non entra in una corte. Evitiamo tutti abitudini e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze. Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo: Sì, sì. No, no”. In quella settimana di ritiro spirituale ha deciso di far sentire la sua voce solo attraverso un’intervista radiofonica registrata, destinata alle villas miserias, le baraccopoli di Buenos Aires. Quando poi è tornato in Piazza S. Pietro la domenica successiva, ha invitato i fedeli a portare sempre con loro un Vangelo, per poterne leggere un passo durante la giornata. Un’operazione semplice, che non richiede dispendio di denaro. Numerose sono le immagini significative di Papa Francesco durante quest’anno di pontificato. Possiamo partire da quella in cui s’imbarca in aereo verso il Brasile, salendo a bordo con la sua valigia, che vuole trasportare da solo, a ricordarci che alla fine siamo tutti viaggiatori, spesso chiamati a camminare con le nostre forze. Lui stesso lo è, provenendo da una delle terre più vicine alla fine del mondo. C’è poi quella in cui accetta e consuma la bevanda offerta da un fedele che lo acclama, senza farsi troppi problemi. Ci sono quei neonati che le madri e i padri gli lanciano tra le braccia, pur di farli benedire. Ci sono le sue scarpe, consumate e poco regali, che una volta immortalate, hanno fatto il giro del globo, così come la foto scattata mentre bacia un malato affetto da una patologia gravissima. Non a caso, tutto era partito dalla tenerezza, quel sentimento che denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, segno della capacità di amare. “Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!”, aveva detto un anno fa, così come: “Non abbiamo paura che il nostro cuore si commuova! Lasciamolo riscaldare dalla tenerezza di Dio, abbiamo bisogno delle sue carezze”. Questo sostenitore della “rivoluzione gentile”, che però porta con sé un contenuto piuttosto alternativo, per ciò che concerne il modo di rapportarsi alla fede, ha conquistato oltre che il cuore dei fedeli, anche diverse copertine di importanti riviste come quella del Time, in quanto “persona dell’anno” e di Rolling Stone, fatto che ha scatenato non poche polemiche da parte dei lettori. La verità è che Francesco è un comunicatore che ha spiazzato tutti. Il suo linguaggio concreto, vivo, spesso scherzoso e buffo, ha catturato l’attenzione di chi ormai da tempo aveva voltato le spalle alla Chiesa. E’ la sua semplicità che ha messo in crisi quanti erano già pronti per esprimersi negativamente contro di lui, dopo che nei primi giorni del pontificato c’era chi lo accusava di non aver fatto abbastanza durante i tempi della dittatura in Argentina. Lui appartiene alla categoria di quelli che preferiscono raffreddarsi, pur di non rinunciare alle udienze all’aperto tra la folla, dalle quali non riesce a stare lontano. C’è poi la questione delle parole pronunciate nei confronti dell’omosessualità, indubbiamente molto strumentalizzate, che però non sono state totalmente smentite: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?. Quel “chi sono io per giudicarla”, non è passato inosservato e sebbene sia necessario razionalizzare il concetto, giacché nessuno ha parlato di un riconoscimento del Papa nei confronti delle coppie omosessuali, Bergoglio è finito sulla copertina di una famosa rivista destinata ad un pubblico gay: The Advocate. L’entusiasmo che il mondo ha dimostrato nei confronti di questo Papa, va anche interpretata alla luce delle difficoltà che la nostra società ha incontrato nel voler vivere priva di una qualunque forma di spiritualità. Alla luce di tale ipotesi possiamo spiegare la calorosa accoglienza che i fedeli hanno riservato a questa figura carismatica che in poco più di 365 giorni ha conquistato la fiducia di tutti quelli che attendevano dalla Chiesa un ritorno alla sobrietà. Allo stesso tempo, è ancora presto per tirare le somme sul suo pontificato, poiché, per l’appunto, è trascorso un solo anno. Se questi però sono gli inizi, (quasi) tutto rema in suo favore.

Silvia Di Pasquale

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