Nelle cronache attuali, la materia dei finanziamenti straordinari dalle pagine economiche è assurta all’onore delle prime pagine. Il dibattito sull’adesione o meno ai nuovi strumenti messi in campo per contrastare la crisi pandemica, si è trasformata in discussione politica divisiva.
Facciamo chiarezza su tali istituti.
Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES o Fondo salva-Stati) e Next Generation EU (NGEU o Recovery Fund) sembrerebbero affini, ma divergono per finalità, meccanismo d’azione e destinatari. Entrambi hanno ad oggetto prestiti a Stati nazionali, hanno l’emissione di bond comuni a copertura, hanno una governance collegiale dei rappresentanti dei Governi europei a disciplinarli.
Il MES era già stato pensato per concedere linee di credito agli Stati aderenti all’eurosistema che, per condizioni economiche complesse di varia ragione, abbiano perso la fiducia dei mercati e non riescano a finanziarsi se non a tassi d’interesse insostenibile. Recentemente è stata resa disponibile la possibilità di aprire una linea di credito utilizzabile solo per le spese di tipo sanitario dirette o indirette. Il fondo finanziario europeo è un intermediario che funge da garante per la raccolta di soldi presso gli investitori sui mercati ed il finanziamento della stabilità finanziaria della zona euro. Di natura pattizia, origina in un trattato intergovernativo dell’eurosistema, al fine di garantire la solvibilità degli Stati membri, permette quindi un finanziamento (dettato a severi parametri di riferimento) eccezionale, prevedendo un massimale e un memorandum che include misure correttive di politica economica a carico del sottoscrittore.
Il Recovery Fund è, invece, un finanziamento straordinario progettato per far fronte all’eccezionalità della crisi pandemica da Covid-19 riverberata nei Paesi europei. Si sviluppa su 6 pilastri che attengono agli obiettivi europei di sviluppo economico sotto il profilo della crescita, stabilità e coesione (TUE, art.3): rivoluzione verde e transizione ecologica; digitalizzazione, innovazione; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per le prossime generazioni. L’obiettivo è attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia di Coronavirus e rendere le economie e le società dei Paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e di quella digitale.
Gli Stati che desiderano accedere a questo finanziamento straordinario, devono redigere piani di ripresa e resilienza, un programma dettagliato che indichi le modalità di impiego dei fondi, al fine di raggiungere gli obiettivi strategici individuati dalla Commissione Europea.
Questo piano sarà redatto dai Governi nazionali ed approvato dai rispettivi Parlamenti. Ciò sottende un impegno di spesa e di azione in politica economica che vincola gli Stati dell’Unione europea sotto il duplice aspetto di finanziatori, perché parte dei fondi sono coperti dalla contribuzione diretta degli Stati dell’UE, e di fruitori, affinché creino o fortifichino le strutture produttive e sociali reputate necessarie a creare un’Europa post COVID-19 più verde, digitale, resiliente e adeguata alle sfide presenti e future.
La Commissione europea emette già obbligazioni per finanziare prestiti all’UE e a paesi terzi, nell’ambito programmi a sostegno dell’economia. Per raccogliere i circa 1.800 miliardi di euro necessari alla copertura di NextGenerationEU alle migliori condizioni finanziarie (5% del PIL dell’UE), la Commissione utilizzerà strategie di finanziamento diversificate che potrebbero comprendere anche manovre fiscali (manovre sui dazi doganali, contributi degli Stati membri basati sull’imposta sul valore aggiunto (IVA) o sul reddito nazionale lordo (RNL), introduzione di nuove tasse, ad esempio la Carbon Tax o la tassa sui rifiuti plastici).
Altre differenze sono:
Il Fondo Salva-Stati è uno strumento di stabilità finanziaria dell’eurozona destinato ai soli Paesi aderenti, il Recovery Fund è uno strumento della politica economica dell’Unione Europea.
Il MES detta regole severe di accesso e di mantenimento nella durata del prestito, lo NGEU ha anche una quota di fondo perduto e indirizza i settori verso cui i fondi debbano essere investiti.
Con gli strumenti di politica monetaria convenzionale si affrontava l’ordinario andamento del mercato; la crisi finanziaria ha reso necessarie misure eccezionali, nuove per stimolare l’economia e contrastare la sfiducia interbancaria; la crisi sanitaria di questo periodo ha acuito le difficoltà.
Lo scopo teorico dell’utilizzo degli strumenti non convenzionali è quello di far ripartire l’economia reale, aumentando la propensione del sistema bancario europeo a fare credito alle imprese.
La BCE, concedendo ristoro agli intermediari finanziari, permette l’immissione di denaro nel mercato, ma non può governarne la destinazione.
Il Recovery Fund e il MES sono invece prestiti erogati agli Stati, che impongono ai Governi comportamenti e scelte, un investimento diretto nei settori economici, non solo drastiche riduzioni della spesa pubblica, ma responsabilizzazione e coinvolgimento nell’attuazione e trasmissione della politica monetaria.
“L’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza, per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale.”
Mario Draghi