IL RENDICONTO FINANZIARIO NEI BILANCI ORDINARI

A partire dai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio dall’1.1.2016 il Rendiconto finanziario è diventato, insieme allo Stato patrimoniale, al Conto economico e alla Nota integrativa, parte integrante del bilancio ordinario di esercizio.

Lo scopo del presente contributo è quello di offrire una panoramica operativa relativa alla redazione di questo prospetto di bilancio obbligatorio.

L’Organismo italiano di contabilità (OIC) ha dedicato il principio contabile n. 10 al rendiconto finanziario, in ossequio alle disposizioni del D. Lgs. 139/2015. In particolare, è stato introdotto un generale obbligo del rendiconto finanziario dai bilanci relativi al 2016 e seguenti per le società che redigono il bilancio ordinario, esonerando le società che redigono il bilancio in forma abbreviata e le micro imprese.

L’OIC 10 prevede che la risorsa finanziaria presa a riferimento per la redazione del rendiconto sia rappresentata dalle disponibilità liquide, composte da depositi bancari e postali, dagli assegni e dal denaro e valori in cassa.

I flussi finanziari rappresentano un aumento o una diminuzione dell’ammontare delle disponibilità liquide. Le disponibilità liquide sono rappresentate dai depositi bancari e postali, dagli assegni e dal denaro e valori in cassa. Le disponibilità liquide comprendono anche depositi bancari e postali, assegni e de-naro e valori in cassa espressi in valuta estera.

Il rendiconto finanziario fornisce informazioni utili per valutare la situazione finanziaria della società (compresa la liquidità e solvibilità) nell’esercizio di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi.

Il rendiconto, inoltre, fornisce informazioni sulle disponibilità liquide prodotte/assorbite dall’attività operativa e le modalità di impiego/copertura; sulla capacità della società di affrontare gli impegni finanziari a breve termine e sulla capacità della società di autofinanziarsi.

Nel rendiconto finanziario i singoli flussi finanziari sono presentati distintamente, in una delle seguenti categorie. Nella fattispecie, nell’attività operativa; nell’attività di investimento; nell’attività di finanziamento. La somma algebrica dei flussi finanziari di ciascuna categoria rappresenta la variazione netta (incremento o decremento) delle disponibilità liquide avvenuta nel corso dell’esercizio.

Il flusso finanziario dell’attività operativa può essere determinato con il metodo indiretto (rettificando l’utile o la perdita d’esercizio riportato nel conto economico) o con il metodo diretto (evidenziando i flussi finanziari).

La forma di presentazione del rendiconto finanziario è di tipo scalare. Le categorie precedute dalle lettere maiuscole e i subtotali preceduti dai numeri arabi non possono essere raggruppati.

Aggiunta di ulteriori flussi finanziari rispetto a quelli previsti negli schemi di riferimento. Ulteriori suddivisioni dei flussi presenti nelle categorie precedute da lettere maiuscole per fornire una migliore descrizione delle attività svolte dalla società. Raggruppamento dei flussi presenti nelle categorie precedute da lettere maiuscole quando è irrilevante. Qualora ciò sia necessario ai fini della chiarezza e della rappresentazione veritiera e corretta della situazione finanziaria.

Per ogni flusso finanziario presentato nel rendiconto è indicato l’importo del flusso corrispondente dell’esercizio precedente. Se i flussi non sono comparabili, quelli relativi all’esercizio precedente sono adattati; la non comparabilità e l’adattamento, o l’impossibilità di questo, devono essere segnalati e commentati in calce al rendiconto finanziario.

I flussi finanziari sono presentati al lordo del loro ammontare, ossia senza compensazioni, salvo ove diversamente indicato: tale principio vale sia tra flussi finanziari di categorie differenti sia tra flussi finanziari di una medesima categoria.

Nel rendiconto finanziario sono indicati l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio.

L’utile/perdita dell’esercizio, oppure l’utile/perdita prima delle imposte, è rettificato per tenere conto di elementi di natura non monetaria, ossia poste contabili che non hanno richiesto esborso/incasso di disponibilità liquide nel corso dell’esercizio e che non hanno avuto contropartita nel capitale circolante netto (ammortamenti di immobilizzazioni, accantonamenti ai fondi rischi e oneri, accantonamenti per Tfr, svalutazioni per perdite durevoli di valore; utili non distribuiti relativi a partecipazioni in società collegate valutate con il metodo del patrimonio netto); variazioni del capitale circolante netto connesse ai costi o ricavi dell’attività operativa; rappresentano gli scostamenti rispetto ai saldi dell’esercizio precedente (variazioni di rimanenze, variazioni di crediti verso clienti e di debiti verso fornitori, variazioni di ratei e risconti attivi/passivi); operazioni i cui effetti sono ricompresi tra i flussi derivanti dall’attività di investimento e finanziamento (plusvalenze o minusvalenze derivanti dalla cessione di attività). Tali rettifiche hanno lo scopo di trasformare i componenti positivi e negativi di reddito in incassi e pagamenti (cioè in variazioni di disponibilità liquide).

Il flusso finanziario derivante dalla gestione reddituale può essere determinato anche con il metodo diretto, presentando i flussi finanziari positivi e negativi lordi derivanti dalle operazioni incluse nell’attività operativa, in base agli schemi di riferimento per la redazione del rendiconto finanziario.

I flussi finanziari all’attività operativa comprendono, generalmente, i flussi che derivano dalla acquisizione, produzione e distribuzione di beni e dalla fornitura di servizi, anche se riferibili a gestioni accessorie, e gli altri flussi non ricompresi nell’attività di investimento e di finanziamento, come ad esempio gli incassi dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi; gli incassi da royalty, commissioni, compensi, rimborsi assicurativi e altri ricavi; i pagamenti per l’acquisto di materie prime, semilavorati, merci e altri fattori produttivi; i pagamenti per l’acquisizione di servizi; i pagamenti a e per conto di dipendenti; i pagamenti e rimborsi di imposte ed, infine, gli incassi per proventi finanziari.

L’attività operativa è composta da operazioni che si concretizzano in ricavi e in costi necessari per produrre tali ricavi. Le operazioni dell’attività operativa sono riflesse nel conto economico e rappresentano anche le fonti di finanziamento dell’impresa, in particolare quelle dell’autofinanziamento. Da esse si genera la liquidità necessaria per finanziare la gestione futura.

I flussi finanziari dell’attività di investimento comprendono i flussi che derivano dall’acquisto e dalla vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate.

La società presenta distintamente i principali incassi o pagamenti derivanti dall’attività di investi-mento, distinguendoli a seconda delle diverse classi di immobilizzazioni (immateriali, materiali e finanziarie), indicando separatamente le attività finanziarie non immobilizzate.

I flussi finanziari derivanti dall’acquisto (vendita) di immobilizzazioni sono distintamente presentati nell’attività di investimento, per l’uscita (entrata) effettivamente sostenuta (incassata) nell’esercizio, pari al complessivo prezzo di acquisto (prezzo di realizzo) rettificato dalla variazione dei debiti verso fornitori (crediti verso clienti) di immobilizzazioni; ciò al fine di evidenziare in modo unitario le risorse finanziarie assorbite (generata) dall’operazione di acquisto (vendita).

Considerato che nel conto economico è rilevata la plusvalenza o minusvalenza rispetto al valore contabile netto dell’immobilizzazione, la società rettifica l’utile/perdita dell’esercizio nella gestione operativa per il valore della plus/minusvalenza.

I flussi finanziari dell’attività di finanziamento comprendono i flussi che derivano dall’ottenimento o dalla restituzione di disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di debito.

La società presenta distintamente le principali categorie di incassi o pagamenti derivanti dall’attività di finanziamento, distinguendo i flussi finanziari derivanti dal capitale di rischio e dal capitale di debito.

Le operazioni di investimento o di finanziamento che non richiedono l’impiego di disponibilità liquide non sono presentate nel rendiconto finanziario.

Ammontare dei saldi significativi di disponibilità liquide che non sono liberamente utilizzabili dalla società e spiegazione delle circostanze in base alle quali tali ammontari non sono utilizzabili. Tali circostanze possono essere rappresentate, ad esempio, da restrizioni legali che rendono i saldi non utilizzabili; un conto corrente vincolato costituente garanzia prestata nell’interesse di un’impresa controllata.

Il rendiconto è, di norma, presentato in forma scalare e gli schemi di riferimento sono esposti nell’Appendice A dell’OIC 10. Tuttavia, la società può incrementare il livello di dettaglio ai fini della chiarezza e della rappresentazione veritiera e corretta della situazione finanziaria.

Le operazioni particolari e rettifiche possono riguardare la variazione dei crediti (L’incremento dei crediti verso clienti è sottratto dall’utile (perdita) dell’esercizio, poiché tale aumento rappresenta il minore ammontare incassato dai clienti rispetto ai ricavi di competenza dell’esercizio e accreditati al conto economico; al contrario, una diminuzione dei crediti è aggiunta all’utile (perdita) dell’esercizio, poiché rappresenta il maggior ammontare dei crediti incassati rispetto ai ricavi di competenza dell’esercizio e accreditati al conto economico); la variazione dei debiti (L’incremento (decremento) dei debiti verso fornitori è sommato (sottratto) all’utile (perdita) dell’esercizio, poiché rappresenta una parte di costi della produzione non ancora pagata (o una parte di costi della produzione pagata in più rispetto ai costi di competenza); la variazione delle rimanenze (L’incremento (decremento) delle rimanenze è sottratto (sommato) all’utile (perdita) dell’esercizio, poiché nel calcolo dell’utile sono considerati i costi della produzione, che comprendono oltre agli acquisti anche la variazione delle rimanenze, mentre per le variazioni di disponibilità liquide hanno rilievo solo gli acquisti); la variazione dei ratei passivi (L’aumento dei ratei passivi è aggiunto all’utile/perdita dell’esercizio: tale aumento rappresenta, infatti, il maggior ammontare delle spese non ancora pagate tramite liquidità rispetto alle spese addebitate a conto economico); gli interessi pagati e incassati devono essere presentati distintamente tra i flussi finanziari della gestione reddituale, salvo particolari casi in cui essi si riferiscono direttamente a investimenti o a finanziamenti; i dividendi incassati e pagati devono essere presentati distintamente, rispettivamente, nella gestione reddituale e nell’attività di finanziamento; i flussi finanziari relativi alle imposte sul reddito devono essere indicati distintamente e classificati nella gestione reddituale; i flussi finanziari derivanti da operazioni in valuta estera devono essere iscritti in euro applicando il tasso di cambio al momento in cui avviene il flusso finanziario; ciò implica che gli utili o le perdite su cambi non realizzati (derivanti da conversione di attivi o passivi in valuta al cambio di fine esercizio) non rappresentano flussi finanziari. L’utile (o perdita) dell’esercizio è, dunque, rettificato per tener conto di queste operazioni che non hanno natura monetaria; in relazione agli strumenti derivati designati come di copertura, i relativi flussi finanziari sono presentati nella medesima categoria dei flussi finanziari dell’elemento coperto e, in ogni caso, evidenziando separatamente flussi in entrata e flussi in uscita; nel caso di operazioni straordinarie il flusso finanziario derivante dal corrispettivo pagato/incassato è presentato distintamente nell’attività di investimento, al netto delle disponibilità liquide acquisite o dismesse come parte dell’operazione; per rappresentare correttamente l’effettivo flusso di cassa in entrata derivante dalla dismissione/cessione di una immobilizzazione materiale/immateriale si deve rettificare il valore netto del bene dismesso con la plusvalenza o minusvalenza realizzata (evidenziata nei flussi della gestione reddituale a rettifica del risultato); vi sono operazioni che devono essere escluse del rendiconto finanziario in quanto non hanno

alcun impatto sulle disponibilità liquide, quali, ad esempio, la conversione di debiti in capitale, la permuta di attività, lo scambio di partecipazioni.

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