Quando si dice: “un governo arrivato alla frutta”

Caos, incertezze, confusione, notizie velate vagamente trapelate, indicazioni incoerenti e contrastanti: è lo scenario in cui tutti noi viviamo in queste ultime settimane, gli ultimi e soli punti fermi che il popolo conosce della gestione della pandemia da parte del Governo.

Ciò che emerge in questi giorni è discutibile. Vani sono i tentativi di far passare attraverso i giornali e i media, un messaggio diverso se guardiamo le file interminabili di cittadini che per ore attendono tamponi, in alcune regioni introvabili, il ritardo inspiegabile dell’esecutivo nell’affrontare la nuova variante Omicron e, soprattutto, la bibbia di nuove regole sui mille volti del Green Pass e sulla quarantena partorita dal Governo, nell’infaticabile ed inutile tentativo di mettere una toppa su una ferita che solo attraverso coscienza, trasparenza comunicativa e onestà di pensiero si può guarire e superare.

Molti iniziano a domandarsi perché la comunicazione del Governo non spiega, mettendoci la faccia, i motivi per i quali nonostante il 90% della popolazione over 12 vaccinata, abbiamo più positivi che mai, molti di più di quanti ce ne fossero stati nello stesso periodo l’anno scorso: 170.000, con un tasso di positività al 13,9%.

Si incute la paura per una nuova variante l’Omicron che sta facendo salire impennati i contagi ma nessuno comunica ai cittadini che Omicron è di fatto un nuovo virus, che colpisce le vie respiratorie naso e gola, sicuramente molto più trasmissibile, ma decisamente meno patogenico, forse dieci volte meno, perché non raggiunge i polmoni e questo vale per i vaccinati e per i non vaccinati.

Perché nessuno dice la verità: contro l’Omicron qualsiasi mega super, rafforzato Green Pass, non servirà a ridurre i contagi. La soluzione non è aumentare all’estremo le restrizioni, quello che serve è affidarci al semplice buon senso dei singoli. Con Omicron non è più possibile seguire la strategia “contagio zero” e pensare di vaccinare il mondo ogni sei mesi è paradossale e a dirlo è lo stesso inventore del vaccino AstraZeneca, Andrew Pollard.

Insomma, nessuno dice che qualsiasi misura restrittiva si prenda in Consiglio dei Ministri sarà inutile per contenere i contagi. Ciò che invece è certo è che misure ancora più restrittive non faranno altro che spaccare ulteriormente in nostro Paese. E’ impensabile che milioni di persone restino a casa in quarantena, sarebbe una tragedia per tutta l’economia della Nazione. Lo ha già dimostrato la variante Delta: il Green Pass non è servito a molto. Nel Regno Unito senza alcuna restrizione da luglio al momento hanno 863 persone in terapia intensiva in Italia circa 1300, e 127 decessi al giorno mentre in Italia 144. Loro sono 67 milioni contro 60. A nulla servirà, per il bene del Paese, la comunicazione silente che tanto ha caratterizzato il Governo fino ad oggi.

E’ evidente che non ci sono molti dubbi sul fatto che: nulla è davvero sotto controllo. Il vero problema è che le notizie che continuano a trapelare, da quelle che dovrebbero

essere fonti di informazioni chiare e trasparenti, diventano arma silenziosa per incutere panico, confusione e caos. La ferita più profonda è che quando si decide di proseguire la strada delle restrizioni e andare a vanti a colpi di obblighi, più o meno espliciti, bisognerebbe anche avere il coraggio di chiarire il perché ma, soprattutto, bisognerebbe assumersi la responsabilità delle conseguenze di una scelta cosi restrittiva da lasciare i cittadini in balia degli eventi prigionieri di silenziosi velati ricatti. Non bastano gli articoli celebrativi di tutta la stampa italiana, né le autoincensazioni: il Governo sta dimostrando di non essere in grado di ascoltare il Paese, in quanto espressione di una politica autoreferenziale e oligarchica, lontana dalla voce del popolo. Ascoltare è una delle più importanti forme di comunicazione e la comunicazione è altrettanto importante per tutelare l’integrità del Paese.

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