Da tanti anni mi occupo (anche) di didattica legata al mondo dell’enogastronoma, ho, sto e organizzerò corsi per divenire “sommelier” presso una associazione che ha il suo fulcro in Emilia Romagna.
Fino a qualche mese fa nessun problema, poi è comparso in Covid-19 e ha stoppato tutto e fatto riflettere molto sul futuro della corsistica. Attendere la fine pandemia? Fare lezioni in mascherina? schermi facciali? Fare lezioni on-line?
Ho avuto molto tempo per pensare a questo, rilegato sul divano in una zona rossa, ma ho faticato molto a maturare un pensiero.
Il mondo della sommelleria è un mondo particolare sorretto da persone che fanno parte di una nicchia, quella nicchia che all’interno di un calice cerca altro che un liquido più o meno alcolico, quell’altro è emozione, tradizione, territorio, poesia e impostazione. Si proprio impostazione, cioè quella rigidità di servizio che il mondo del vino mantiene salda. Manca l’informalità del “momento birra” che ti permette di gustare e/o servire birra anche in bermuda e t-shirt in infradito in spiaggia in bicchieri di plastica. Il vino questo non lo permette. Il sommelier è visto come una figura autorevole, impostata che fa del servizio un’arte con sconfinamenti poetici.
In questa considerazione c’è il motivo per cui credo che le lezioni on line di questo genere non abbiano futuro e siano un unico mezzo per “monetizzare” e per far lavorare noi docenti. Ritengo che la didattica on-line sia fredda, amorfa e non adatta a trasmettere quel “plus” fatto di attenzione ai dettagli, saper stare in sala, saper “coccolare” il commensale che un sommelier deve avere nel suo DNA. Divenire Sommelier non è solo sapere come è composta la DOC Contessa Entellina, com’è la classificazione vini in Francia, questo è solo uno degli aspetti e permettetemi neppure primario. Ecco perché penso che la didattica on-line non sia per questo settore. Ovviamente bisogna anche considerare l’aspetto economico in quanto spesso i corsi sono il fulcro di sopravvivenza delle associazioni, qualunque essa sia ma questa è un altra storia.
Paride Cocchi