“Vivo tra Milano e Roma. Viaggio tanto, con bagaglio leggero e gli amici mi chiamano nomade”: ecco come si presenta nell’immediato Antonella Appiano sul suo blog (conbabaglioleggero.com) dove riporta le proprie considerazioni ed analisi sulle vicende dei Paesi arabi.
Esperta di Medio Oriente e Islam, inviata del quotidiano online L’Indro, la giornalista piemontese ha seguito la crisi siriana per Lettera43, Radio24, Il Mattino e L’Espresso; si è occupata principalmente di donne, società ed immigrazione per Il Sole 24 Ore ed ha lavorato come inviata per le reti Mediaset.Una breve ed intima presentazione dell’Appiano come donna prima di tutto e in seguito come professionista è preceduta da due citazioni sul giornalismo che sintetizzano a pieno la visione del mondo e lo spirito con cui ha dato vita a questa piattaforma online: il giornalista è colui che descrive la storia e le tragedie annesse con onestà ed umanità, includendo nella scrittura i racconti delle persone che si incontrano lungo il percorso e che lasciano pezzi della loro vita come regalo esclusivo, dal valore inestimabile; tutto ciò senza però avere come unico fine quello di suscitare mere emozioni o di commuovere, ma volendo anzitutto fornire lucide spiegazioni.Non a caso il nome stesso del blog è emblematico in quanto condensa la sostanza degli articoli che vi sono raccolti: dal fondamentalismo islamico alla condizione femminile in Medio Oriente, da resoconti politici e storie di vita ordinaria in Egitto, Libano, Marocco e Siria, la Appiano scrive i suoi pezzi con la mente sgombra da luoghi comuni, appoggiando la bilancia del giudizio alla ragione, in virtù di un totale rifiuto degli stereotipi che da tempo etichettano il mondo arabo-musulmano come una realtà perduta, dominata da istanze ataviche e barbare.Viaggiare con bagaglio leggero per la giornalista equivale ad osservare con rispetto e curiosità un mondo effettivamente difficile, così lontano e diverso dal proprio, con l’animo predisposto al confronto, col desiderio di imparare non solo a conoscere, ma soprattutto capire le logiche che lo regolano, arrivando a possederne l’anima stessa.Le differenze e le distanze non devono necessariamente implicare giudizi di merito negativi o, peggio ancora, di qualità, quale ad esempio la decantata superiorità della civiltà occidentale rispetto ad altre viste erroneamente come meno progredite, come capita appunto per il contesto medio-orientale; al contrario, le differenze e le lontananze sono dei valori aggiunti, portatori di arricchimento, stimolo attivo che sprona le menti a porsi domande, a voler esplorare e far propri nuovi contesti, a conquistare situazioni sconosciute e, alla fine, ad avere la prova che punti d’incontro e residui di contaminazioni fra culture una volta in contatto, solo in apparenza oggi inconciliabili, esistono ancora.Per fare ciò bisogna essere come la Appiano, ossia scrittori-viaggiatori a cuor leggero e mente aperta, disposti a vivere a pieno la realtà che si vuole divulgare, immergendosi totalmente in essa e diventandone parte integrante per capirla, criticarla e amarla a tal punto da non poterla lasciare definitivamente senza voler farvi presto ritorno.
Michela Graziosi