A Lisbona non si parlava d’altro, non solo fra i giovanissimi, ma anche fra la gente più adulta: “Ancora non hai visto l’ LX? Non è possibile, devi andarci per forza e subito!”.È stato così che un afoso pomeriggio d’agosto, animata dalle migliori aspettative, sono partita in compagnia della mia macchina fotografica.Avevo fatto bene i miei calcoli: da Campo de Ourique fino a Calvário sarebbero stati all’incirca trenta minuti di passeggiata svelta; un’ottima occasione per migliorare la conoscenza della città e non perdermi quei luoghi che, inevitabilmente, andando con un autobus, sarebbero stati solo delle rapide immagini frammentarie.Prima di dire quant’è accattivante e vitale l’LX Factory voglio soffermarmi sul fascino del luogo in cui si trova: Alcântara è infatti un vivace quartiere, vicinissimo al fiume Tejo e al Ponte 25 de Abril, tranquillo e solitario di giorno, popolato da giovani e non di notte. Qui si trovano svariate strutture che un tempo accoglievano e gestivano il traffico mercantile: capannoni, uffici, dogane e magazzini.Molte di queste sono state ristrutturate ed ad oggi accolgono numerosi ristoranti e locali notturni; altre, invece, sono state lasciate in balia di se stesse e prese di mira dall’estro creativo di artisti di strada. Ciò che ne è venuto fuori è uno scenario policromo e suggestivo, un crogiolo di molteplici espressioni artistiche individuali a cielo aperto, chiuso in un silenzio perenne, interrotto solo dal vento, dalle melodie degli uccelli in volo, dal mormorio del fiume.Questo è il singolare contesto che ospita LX Factory, senza dubbio uno dei posti che negli ultimi anni ha messo Lisbona a livello delle altre capitali europee nella scala dei valori di ciò che è “cool”.Il complesso, rilevato nel 2008, nasce sulle ceneri di una vastissima area industriale alle spalle del Tejo, lasciata in uno stato di totale abbandono: all’insieme di capannoni è stata data nuova vita ed ora vi convergono creatività di artisti di ogni genere. Continue sono le esposizioni di mostre di pittura e fotografia, numerosi sono i negozi di design, ai quali si uniscono librerie notturne, locali, ristoranti e caffè adorabili; senza dimenticare i continui workshop e le numerose attività culturali.
Il tutto in uno scenario unico e suggestivo che vuole ricordare il proprio passato: la prima impressione che si prova, una volta varcato l’ingresso al civico 103 di Rua Rodrigues de Faria, è quella di accedere ad un complesso industriale che ha mantenuto lo spirito di un villaggio, fra strade fatte di ciottoli, mattoni rossi e ciminiere.
Per chi si trovasse qui, due tappe obbligatorie. Anzitutto la libreria “Ler Devagar” (leggere lentamente) , ovvero il locale più suggestivo di tutta la Factory, che sorge all’interno della vecchia tipografia Mirandela: qui scaffali che sfiorano il soffitto sono stracolmi di pile di libri di ogni genere e al centro della sala come cocktail bar ora c’è un enorme macchinario per la stampa. Infine, per i più golosi, è d’obbligo sostare da “Landeau” per mangiare il miglior “bolo de chocolate” di tutta Lisbona.
Michela Graziosi