Mattia Torre è morto. Aveva 47 anni ed era malato da tempo. La sua croce ce l’aveva raccontata nella serie tv chiamata “La linea verticale”, comica e dissacrante allo stesso tempo proprio come lui sapeva fare. La mattina del 19 luglio se ne è andato, di soppiatto, senza farsi sentire più di tanto.
Mattia inizia dal teatro, come autore di commedie come “L’ufficio”, “Io non c’entro”, “Tutto a posto” e “Piccole anime”. Il passo successivo, quello del cinema con Un passaggio al cinema con Giacomo Ciarrapico, con “Piovono mucche”, che sarà che sarà vincitore al Solinas.
Nel 2005 scrive un monologo interpretato da Valerio Mastandrea, “Il migliore”, con il quale proseguirà un sodalizio artistico che culminerà nelle riprese de “La linea verticale”, dove l’attore interpreterà lo stesso Mattia Torre in un racconto autobiografico dei lunghi mesi come paziente dell’ospedale di Roma Regina Elena.
Ma ecco che nel 2007 arriva il successo con l’ideazione della serie tv cult “Boris” insieme a Giacomo Ciarrapico e a Luca Vendruscolo; tre stagioni che raccontano la vita sul set della fiction “Gli occhi del cuore”.
Nel 2011 per Sky ha scritto la serie tv “Dov’è Mario?”, che anche se non ottenne risultati eccellenti in termini di ascolti segnò il ritorno sulle scene da protagonista del buon Corrado Guzzanti che lo ricorda così: “Mattia Torre, amico carissimo e brillante, scrittore sopraffino, 47 anni, venti romanzi ancora da scrivere, cento sceneggiature. Una curiosità, un coraggio e un senso dell’umorismo rari in questo mondo, rarissimi in Italia. Uno che se adesso gli dicessi “che la terra ti sia lieve” ti scoppierebbe a ridere in faccia, ci scriverebbe sopra un monologo. Mi mancherai tanto. Ci eri indispensabile”.
Grazie a Mattia Torre per averci lasciato i suoi progetti, il suo amore e la passione su carta che ha fatto divertire, commuovere e riflettere intere generazion