Suspiria di Guadagnino: una grande storia d’amore

Il 2019 si è aperto con il primo giorno dell’anno che gli amanti del genere horror aspettavano da molto tempo (purtroppo, sbagliando): Suspiria di Guadagino è nelle sale italiane.

Susie Bannion si trasferisce a Berlino per far parte della prestigiosa compagnia di ballo Markos Tanz Company. La Compagnia ha appena perso una delle sue allieve, Patricia, scomparsa dopo aver rivelato al suo psicoterapeuta che la scuola è diretta da una setta di streghe, adoratrici di Helena Markos. Susie si perfeziona sotto la guida di Madame Blanc e stringe amicizia con Sara, con la quale condivide sospetti sulla direttrice e sull’intero istituto, dopo una serie di efferati omicidi.

Per poter parlare di questa pellicola, e soprattutto darne un giudizio più o meno oggettivo, è opportuno fare delle precisazioni: come è noto, Suspiria è il titolo originale del soggetto e della sceneggiatura scritta da Dario Argento e Daria Nicolodi nel 1977 (anno d’uscita del film).

Il film di Guadagnino è ispirato dalla storia e nei titoli di coda viene apertamente dichiarato “in associazione con Dario Argento e Claudio Argento”. Dunque tutte quelle polemiche che avevano avuto modo di dimostrarsi mesi fa a poco son servite. Inoltre, sono due film diversi, nonostante la trama si avvicini e quest’ultima pellicola che è ambientata nel 1977.

Guadagnino è un genio. È riuscito a portare sul grande schermo una storia horror suddivisa in sei atti e un epilogo: sangue, sangue e sangue. Inquietudine, ambientazioni grigie e personaggi alquanto sinistri. Ma quello che si evince, soprattutto per lo spettatore più attento, è che si racconta una storia d’amore. Naturalmente sconsigliato a chi crede di vedere un “remake” o un sequel del capolavoro di Argento. Evitando inutili e dolorosi spoiler, bisogna andare al cinema.

L’Italia, triste ammetterlo, non è pronta per questo genere di cambiamenti diegetici. La maggior parte degli spettatori, usciti dalla sala erano perplessi: quasi nessuno aveva capito il senso, se vogliamo dire il “messaggio” del film; sicuramente è una pellicola pesante da digerire in qualità di tempo. Ma se si riesce, si comprende che questa è un racconto idealizzato su una crisi sociale ed epocale delle ragazze, della mancanza dei punti di riferimento per i giovani.

Suspiria (2019) non è un film commerciale, bensì rientra nella categoria del cinema d’autore. E ancora: Guadagnino è un genio.

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