Diciamoci la verità: per “The Big Bang Theory” era giunta l’ora di staccare la spina molte stagioni fa. Era da tempo che il gruppo di nerd più famoso della televisione non appassionava più i suoi fan storici e non aggiungeva nulla di nuovo all’evoluzione dei suoi personaggi. Tradite le principali caratteristiche dei protagonisti – l’insicurezza di Leonard, la voglia di sfondare come attrice di Penny ma, soprattutto, l’inadeguatezza a stare al mondo (al limite della sociopatia) del più amato, Sheldon, principale fonte del successo del programma – le maggiori storyline erano ormai basate perlopiù sulle vite delle coppie inossidabili dello show e scorrevano lisce, senza troppi scossoni. Nessun plot twist di rilievo, nessuna sorpresa. Si guardava la serie con lo stesso stato d’animo di quando ogni giorno si telefona alla prozia un po’ acciaccata: per abitudine e affetto, aspettandosi sempre le stesse domande, le stesse risposte e lo stesso elenco delle malattie, al massimo un po’ riadattato in base alle condizioni meteo.
Eppure, proprio in questa lenta ed estenuante camminata a passo d’uomo verso l’ultimo ciak, il personaggio forse meno considerato, meno esposto, più tenuto in sordina, si è rivelato il vero eroe: colui che ha conquistato i suoi traguardi senza clamore e compiuto la sua evoluzione di essere umano attraverso un processo di maturazione ragionato e introiettato, non basato sull’onda emotiva del momento. Stiamo parlando di Rajesh Ramayan Koothrappali, l’astrofisico originario dell’India.
Felpe di neoprene indossate su gilet di lana colorata, una golosità direttamente proporzionale alla sua tendenza a mettere su peso e un’inguaribile passione per il romanticismo smielato, che fa spesso mettere in discussione la sua eterosessualità. Raj all’inizio della sitcom soffre di mutismo selettivo: non riesce a dire nemmeno “Ciao” ad una ragazza se non ha ingerito almeno un sorso d’alcool, è dipendente in tutto dal suo migliore amico Howard Wolowitz ed è spasmodicamente legato al suo cane, Cannella.
Anche lui, come tutti, nel corso della serie vive diverse storie d’amore più o meno importanti. Le principali sono quelle con la sociopatica Lucy e la dermatologa Emily, eppure termina le 279 puntate da single. Tutti, infatti, hanno trovato la loro “metà della mela”: Leonard e Penny veleggiano tranquilli nel mare del loro matrimonio tra opposti e ci lasciano con la bella notizia di un bebè; Howard e Bernadette di figli ne contano già due e sembrano inossidabili; Amy e Sheldon sono diventati presto la vera coppia protagonista che arriva anche a vincere il Nobel insieme. Perfino Stuart, lo sfigatissimo gestore del negozio di fumetti, inizia a fare coppia fissa con Denise, con la quale va addirittura a convivere.
Allora il povero Raj è sfortunato! Sarà solo per sempre e non destinato alla felicità? È qui che casca l’asino (emotivo). Proprio perché è colui che in partenza è il più disperatamente alla ricerca di una fidanzata, è con la sua consapevole condizione di single che Raj dimostra di essere il personaggio che più è maturato nel corso della serie. Non si accontenta pur di omologarsi, capisce il momento, non si dà per vinto. Raj vive la sua ultima relazione a noi conosciuta con Anu, una ragazza indiana che gli è stata “procurata” dai genitori per un matrimonio combinato, idea al quale il giovane uomo sembra essersi rassegnato. Ma per Raj l’amore, con tutti i suoi risvolti, è troppo importante, e deciderà di rimandare queste nozze forzate per conoscere meglio Anu, alla quale si sta sinceramente affezionando. Eppure quando a lei verrà proposto di lavorare in Inghilterra, dopo un iniziale momento di indecisione in cui la voglia di sistemarsi pur di non rischiare ancora la solitudine sembra prendere il sopravvento, Raj deciderà di non seguirla e di continuare ad aspettare il momento giusto e il grande amore. E quest’ultima, importante decisione, che lo porta di fatto ad essere- nell’ultima scena – il solo single sul famosissimo divano che ha accolto il gruppo di amici per 12 lunghi anni, è solo il culmine di un percorso di maturazione iniziato con la rinuncia ai soldi del ricchissimo padre ginecologo (che ne facevano un viziato dalle mani bucate) e continuato con la presa di coscienza delle sue qualità e competenze. Sicurezza che lo ha condotto – lui, ex muto! – a diventare l’apprezzata voce narrante degli spettacoli del planetario.
Insomma, per Raj non c’è un happy ending canonico, ma non significa che non ci sia affatto stato, perché l’astrofisico indiano ci lascia con un insegnamento importante: meglio soli, che accontentarsi. Nel futuro di Raj che non vedremo, quello in cui finiscono tutti i personaggi delle nostre serie preferite quando terminano, c’è sicuramente un bell’amore vero, arrivato al momento giusto, dopo aver imparato quanto è importante stare bene con se stessi.