La “tecnologia” per l’apprendimento multilingue: l’UNESCO dedica a questo tema la giornata internazionale della lingua madre
Il 21 febbraio è la giornata che l’UNESCO dedica ogni anno alla lingua madre e il focus del 2022 è l’uso della tecnologia. Monica Perna, English Coach tra le prime in Italia a passare dalla didattica tradizionale all’e-learning, ci racconta le resistenze incontrate nell’epoca pre-Covid e la sua esperienza con studenti, classi virtuali e tool all’avanguardia.
Si celebra oggi, il 21 Febbraio, la GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA LINGUA MADRE e quest’anno il tema scelto dall’UNESCO è “Utilizzare la tecnologia per l’apprendimento multilingue: sfide e opportunità”.
Lo scopo è quello di puntare i riflettori sul ruolo che la tecnologia può avere nel progresso dell’istruzione multilingue e nel sostegno ad un apprendimento di qualità. Il 2020 è stato in tal senso un anno di svolta per la global education, con il 91% degli studenti in tutto il mondo chiamati a passare da una modalità di apprendimento offline ad una interamente online. Non c’è dubbio che la pandemia da Covid-19 abbia contribuito grandemente a questo processo legittimando l’e-learning, o apprendimento a distanza, fino a quel momento considerato una scelta minoritaria e dalla dubbia efficacia.
E questo lo sa bene chi in questi settori opera quotidianamente con l’intento di sostenere la diffusione delle nuove tecnologie nella didattica e il superamento degli schemi tradizionali come Monica Perna, English Coach brianzola, CEO di un’impresa, la AUGE International Consulting di Dubai, operante proprio nel settore dell’Educazione e dell’alta formazione e ideatrice del Metodo AUGE che applica all’insegnamento dell’inglese le avanguardie tecnologiche del Metaverso e i più innovativi tool.
“Quando nel 2017, con la mia azienda, siamo stati tra i primi in Italia a proporre percorsi per imparare l’inglese online, – ci racconta la Perna – le resistenze da parte del pubblico non sono certo mancate, insieme ad una buona dose di diffidenza. Le persone erano convinte che per imparare l’inglese l’unica soluzione fosse frequentare un percorso in presenza, pensando che online non fosse possibile imparare. Oggi che la formazione a distanza è parte della nostra nuova normalità, si apre un nuovo dibattito: è sufficiente essere un insegnante per poter insegnare online? La risposta è no”.
A sostegno di questa tesi un sondaggio del 2021 condotto dall’UNESCO, dall’UNICEF, dalla Banca Mondiale e dall’OCSE ha dimostrato che, di fronte alla chiusura delle scuole in 143 Paesi, una parte del corpo docenti era impreparato a fare uso della didattica a distanza perché sprovvisto delle competenze necessarie per fare e-learning in maniera adeguata e performante. La questione chiave, che ritorna anche nella tematica scelta dall’UNESCO per la giornata internazionale della lingua madre, è proprio questa ossia che per insegnare online non è sufficiente mettersi davanti ad una telecamera e condividere delle nozioni ma è fondamentale conoscere le dinamiche di una classe virtuale, ovvero come si comportano gli studenti in un contesto che non prevede l’interazione vis a vis e che viene percepito con un impegno diverso da quello della lezione in presenza. Per fare seriamente formazione online, e richiamare quindi il giusto focus sul momento formativo, sulla didattica e sull’impegno che rappresenta, occorre che il formatore sia anche un Mentore, un Coach, perché gli studenti hanno bisogno più che mai di essere guidati per non perdersi nei meandri del web.
“Questo lavoro – conclude Monica Perna – richiede un investimento maggiore di energie, studio, attenzione, tempo e la presenza di un Metodo strutturato ed efficace. Il mio Metodo, ad esempio, è il frutto di anni ed anni di ricerche, di osservazione, di studi e di pratica sul campo. Io stessa ho vissuto su di me questa transizione, passando da docente in aula a docente online con oltre 12 mila studenti in accademia e più di 750 mila persone che hanno frequentato i miei seminari. Negli ultimi 5 anni ho creato il sistema per insegnare quella che possiamo definire la madre di tutte le lingue, l’inglese, costruendolo proprio sulle esigenze dello studente virtuale, usando i tool più adatti a trasformare la lezione in un’esperienza immersiva, dinamica, potenziata e divertente. Questo lavoro e i risultati che verifico sui miei studenti mi danno conferma di ciò in cui ho creduto sempre anche quando era difficile. Oggi la tecnologia nell’apprendimento delle lingue è, con certezza, un’opportunità e un mezzo prezioso per portare il sapere anche a chi prima non poteva usufruirne”.