3 I 13 ottobre 2024 Teatro Torlonia   Luca De Fusco Giovanna d’Arco di Maria Luisa Spaziani regia Luca De Fusco con Mersila Sokoli aiuto regia Lucia Rocco elementi scenici e costume Marta Crisolini Malatesta musiche Antonio Di Pofi foto di scena Claudia Pajewski Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catania

I 13 ottobre 2024

Teatro Torlonia

 

Luca De Fusco

Giovanna d’Arco

di Maria Luisa Spaziani
regia Luca De Fusco
con Mersila Sokoli

aiuto regia Lucia Rocco
elementi scenici e costume Marta Crisolini Malatesta
musiche Antonio Di Pofi
foto di scena Claudia Pajewski

Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catania

Nello splendido gioiello del Teatro Torlonia, incastonato nel cuore della sua Villa, prende la scena la libertà senza tempo della Pulzella d’Orléans, Giovanna d’Arco, restituita dal 3 al 13 ottobre nella versione “dissidente” della poetessa e studiosa Maria Luisa Spaziani, in cui si ipotizza che l’eroina francese non bruciò sul rogo, ma si salvò sposandosi.

A riportarla a teatro, dopo vent’anni dal debutto, è la regia di Luca De Fusco che, con sguardo intimo, quasi sommesso, antiretorico, nell’interpretazione della giovane Mersila Sokoli, ne fa emergere i versi nella sua purezza immaginando che chi ci parla non sia né una folle né un fantasma inquietante, ma “semplicemente” Giovanna.

Una produzione del Teatro di Roma con il Teatro Stabile di Catania, che apre la nuova Stagione del Teatro Torlonia offrendo al pubblico l’opportunità di vivere un’esperienza teatrale profonda e suggestiva per riscoprire, attraverso la poetica sensibilità di Maria Luisa Spaziani, la figura rivoluzionaria di una donna che si ribella alle norme del tempo trovando il modo di cambiare il suo mondo. Lo spettacolo, infatti, rende omaggio a una delle voci letterarie più preziose del ‘900 italiano per celebrarne nel decennale della sua scomparsa la vita dedicata all’arte della parola, facendola emergere con questo testo che propone una versione alternativa della storia di Giovanna d’Arco, in cui la pulzella non perisce sul rogo, ma si salva sposando Robert des Armoise, per poi vivere nel Castello di Jaulny.

Rimasta affascinata sin dall’infanzia da questa donna e dai racconti che la circondano, l’autrice ritrae nel poema-romanzo in endecasillabi – scritto nel 1990 e la cui ideazione ha occupato cinquant’anni della sua vita – un personaggio femminile moderno, completamente affidato alla voce della poesia, che rinnegando il suo destino conosce il rimorso e la frustrazione, per poi liberarsi dai mali gettandosi volontariamente nel fuoco. Per la poetessa, Giovanna d’Arco è poesia, un mito che continua ad affascinare e a parlare attraverso l’intricato mistero che porta con sé.

Luca De Fusco, nelle sue note di regia, riflette sul legame personale e professionale con il testo di Spaziani: «Questa Giovanna d’Arco di Maria Luisa Spaziani accompagna quasi tutta la mia carriera di direttore di teatro pubblico. Lo spettacolo fu inventato in un bellissimo castello di Vittorio Veneto nel 2004 per il Teatro Stabile del Veneto e aveva protagonista Gaia Aprea. Maria Luisa non lo aveva scritto per il teatro, ma accettò con entusiasmo l’idea che si mettesse in scena questo suo gioiello. Lo pensammo come un colloquio intimo, quasi sommesso, antiretorico. Quasi come se alcune decine di persone si ritrovassero attorno ad un fuoco ad ascoltare una storia.» Inoltre, De Fusco racconta di aver lasciato ambigua volutamente l’identità di chi narra la storia: «Chi è colei che ci parla? Una pazza che si crede Giovanna d’Arco? Il fantasma della pulzella? Lasciammo volutamente nell’ambiguità la risposta. Una volta andati in scena posi più volte la domanda alla Spaziani, che ci seguì al debutto, poi a Venezia, poi a Napoli. All’inizio non mi rispose poi un giorno mi disse semplicemente che ‘è Giovanna’. Nel rimetterlo in scena vent’anni dopo il suo debutto con una nuova giovane attrice Mersila Sokoli, ho ripensato a quella semplice risposta e attenuato quindi ancora di più i toni, cercando di far emergere i versi nella sua purezza e pensando, con Maria Luisa, che chi ci parla non è né una folle né un fantasma inquietante ma ‘semplicemente Giovanna’».

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