Abbé Pierre, il testamento spirituale
Sacerdote, partigiano, uomo politico, l’abbé Pierre, scomparso nel 2007, è stato una figura eminente della Francia del XX secolo. Fondò nel 1949 i Compagnons d’Emmaüs, un’organizzazione per l’accoglienza dei poveri e dei rifugiati. Deputato all’Assemblea nazionale, ebbe sempre un dialogo serrato e conflittuale con il potere. Per tutta la vita denunciò con vigore le ingiustizie della società opulenta. Personaggio ritenuto «scomodo» anche per il mondo cattolico, fu maestro di spiritualità attraverso i suoi libri tradotti in tutto il mondo.
Esce ora per Edizioni Terra Santa il volume Un altro mondo è possibile. La rivoluzione degli infinitamente piccoli, con testi scelti e presentati da Jean Rousseau, presidente del Centro Abbé Pierre – Emmaüs, e la prefazione di Edgar Morin, filosofo e sociologo, tra i maggiori intellettuali francesi.
Con questo volume possiamo di nuovo ascoltare la voce del «prete della spazzatura» che risuona in pagine di straordinaria attualità. Un testamento spirituale rimasto a lungo nascosto e ora finalmente disponibile. Scrive Morin: «La figura dell’abbé Pierre non è solo emblema di bontà, di altruismo, di impegno, ma ci appare innanzitutto come l’incarnazione concreta della fraternità, più che mai necessaria all’umanità». E scrive Jean Rousseau nell’introduzione: «L’abbé Pierre ha certo avuto una vita fuori dal comune, talvolta rocambolesca, che ha segnato l’esistenza di molti suoi contemporanei, ma, al di là del mito, studi recenti e gli scritti dello stesso abbé Pierre dimostrano che merita a pieno titolo un posto nella storia. L’impegno concreto negli eventi e nei dibattiti che hanno caratterizzato il XX secolo è prova di un destino unico, ma testimonia anzitutto la straordinaria volontà e capacità di vivere in sintonia con se stesso e con i propri simili, di dire sempre la verità, di suscitare indignazione per costruire un mondo migliore. Sono in tanti a poter raccontare come l’incontro con l’abbé Pierre li abbia turbati e trasformati. Quella sua capacità di donarsi totalmente, radicalmente, la sua disarmante umanità, ne fanno un uomo affascinante, che ha suscitato incredibili slanci, e che ha ridato, e continua a dare, speranza a milioni di uomini e donne in tutto il mondo. La tentazione agiografica deve farsi da parte di fronte al fascino di un uomo che sa vivere con estrema facilità accanto ai diseredati e, al tempo stesso, è così vicino all’universale. Ciò che attrae e cattura è l’uomo, nella sua unicità e nella sua sincerità, il raro accordo tra parole e azioni, e non l’immagine costruita intorno a lui, o da lui».
Una figura dunque controversa, ma al tempo stesso fonte di riflessione e di ispirazione, come conclude Morin nella sua prefazione: «Leggendo i testi qui pubblicati, mi ha colpito la sua coscienza delle miserie del mondo, di tutte le miserie del mondo, comprese quelle morali e spirituali, comprese quelle dei ricchi e dei privilegiati. Sono rimasto sconcertato di fronte a queste pagine. L’abbé Pierre era assolutamente consapevole del destino dell’umanità ben prima della globalizzazione che sarebbe esplosa dopo il 1989. Aveva una coscienza planetaria, indispensabile oggi per resistere ai pericoli incombenti. Che la lettura di queste riflessioni sia un tonico per i lettori come è stato per me!».
L’Autore
L’abbé Pierre, al secolo Henri Antoine Grouès (1912-2007), sacerdote, partigiano, uomo politico, fondò nel 1949 i Compagnons d’Emmaüs, un’organizzazione per l’accoglienza dei poveri e dei rifugiati. Deputato all’Assemblea nazionale nei primi anni del dopoguerra, ebbe sempre un dialogo serrato e conflittuale con il potere. Per tutta la vita denunciò con vigore le ingiustizie della società opulenta. Personaggio ritenuto «scomodo», tollerato dalle gerarchie ecclesiastiche, fu anche maestro di spiritualità attraverso i suoi libri tradotti in tutto il mondo. Nel 2004 fu insignito della Legion d’onore, la massima onorificenza francese.