Accademia di Francia – Villa Medici   i Giovedì della Villa

L’Accademia di Francia a seguito del consenso di pubblico e critica conseguito dagli appuntamenti culturali dei i Giovedì della Villa propone, per il 2019, una nuova serie di incontri che proseguiranno sino alla fine del mese di luglio e che accompagneranno le ulteriori attività come le Mostre, i Symposia, Villa Aperta e Cinéma en plein air.

Si inizia domani 7 febbraio. “La creazione, l’oblio, le corone e la solitudine” è il titolo dell’incontro organizzato dalla borsista attualmente in residenza Frederika Amalia Finkelstein che si confronterà con Yannick Haenel, borsista di Villa Medici (2008-2009) e scrittore che nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti: l’ultimo, in ordine di tempo, il Prix Médicis nel 2017 con il romanzo Tiens ferme ta couronne. Siamo davvero ancora vivi, oggi? Dov’è finita la parola? Perché la letteratura è così sola? Tre domande che in verità ne sono una sola.

Si prosegue con “Vitalità della pittura contemporanea: la scena francese” – 14 febbraio. Il borsista attualmente in residenza Thomas Lévy-Lasne Isabelle de Maison Rouge, storica dell’arte, critica e curatrice, propongono una riflessione sull’utilizzo da parte di giovani artisti contemporanei della pittura. Accompagnati da Mireille Blanc, François Boisrond, Claire Chesnier e Maude Maris, artisti che hanno fatto della pittura il loro principale medium di comunicazione, presentano opere e video per indagare la vitalità della pittura contemporanea.

 Fugace, stridente, fragile, l’eternità delle rivolte rivoluzionarie” – 21 febbraio: incontro con la storica francese Sophie Wahnich, studiosa della Rivoluzione francese, organizzato dalla borsista attualmente in residenza Sasha J. Blondeau. Un momento di riflessione sulle rivoluzioni che hanno attraversato il passato e caratterizzano il nostro presente. Cosa c’è di più fugace di una rivolta che si strappa alle forze gravitazionali del sistema. L’esperienza diventa indelebile ma si rende invece un tesoro spesso difficile da trasmettere. “Tesoro perduto” come diceva la filosofa Hannah Arendt  rileggendo René Char e i suoi “Feuillets d’Hypnos” dichiarando che “la nostra eredità non è preceduta da nessun testamento”.

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