Al Bioparco di Roma sono arrivate Dalia e Acacia, due femmine di giraffa reticolata provenienti dallo Zoo di Copenaghen, dove sono nate.
“Si tratta di due sorelle, Dalia di quasi quattro anni e Acacia, quasi tre – racconta il Presidente della Fondazione Bioparco di Roma, Federico Coccìa – che da oggi condividono lo stesso recinto con il maschio Magoma, proveniente dallo zoo di Colonia in Germania, dove è nato nel 2011. Dopo un graduale processo di introduzione nell’area, i tre animali convivono in armonia nell’ampio recinto della Casa delle giraffe”.
I tre animali appartengono a una delle 9 sottospecie di giraffa esistenti, quella reticolata (Giraffa camelopardalis reticulata) che in natura vive nel sud dell’Etiopia, nell’area sudoccidentale della Somalia e nella zona settentrionale e in parte anche in quella centro-orientale del Kenya.
La giraffa reticolata deve il suo nome al particolare pattern reticolato del mantello: grandi macchie poligonali di colore rosso-marrone separate tra loro da una rete di linee bianco brillanti. Queste macchie possono talvolta essere di colore rosso intenso e ricoprire in qualche caso perfino le zampe.
Dalia e Acacia, così come Magoma, sono inserite nel programma europeo di riproduzione in cattività (EEP) dedicato alle giraffe, al quale partecipano gli zoo membri dell’EAZA (Associazione Europea degli Zoo e degli Acquari), come il Bioparco, che ospitano questi imponenti mammiferi.
Curiosità – il nome “giraffa” deriva forse dall’arabo “xirapha” ovvero “colui che cammina velocemente”, per via dei lunghi passi che compie nel muoversi.
Attività per il pubblico – Per festeggiare con la cittadinanza l’arrivo delle due splendide giraffe, il Bioparco organizza l’iniziativa FEBBRAIO GIRAFFOSO: quattro domeniche dedicate al mammifero più alto del Pianeta. In sintesi: domenica 7 febbraio: Carnevale giraffoso; domenica 14: ‘San Valentino giraffoso’; domenica 21: ‘La giraffa in numeri’; domenica 28: ‘Sua Altezza la giraffa’.
I dettagli delle giornate su: http://www.bioparco.it/febbraio-giraffoso/
(CREDIT FOTOGRAFICO: Archivio Bioparco – M. Di Giovanni).