Al Festival della Mente di Sarzana (3-5 settembre) si parla di ambiente e cambiamento climatico
Cambiamento climatico e salvaguardia dell’ambiente negli ultimi anni stanno assumendo sempre maggiore rilevanza nel dibattito pubblico ma anche a livello culturale, grazie soprattutto a una maggiore sensibilità dei cittadini su queste tematiche, in particolare dei più giovani. Il Festival della Mente, che si terrà da venerdì 3 a domenica 5 settembre, propone due incontri per riflettere sull’origine del cambiamento climatico e per scoprire la storia di pionieri dell’ambientalismo.
Il clima della terra è sempre cambiato ma quali sono le origini di questa variabilità? Perché ci si preoccupa di quei pochi gradi in più che si attendono alla fine del secolo? È grave? E se lo è – perché in effetti, lo è – possiamo fare qualcosa per ridurre la crescita delle temperature? Sono questi gli interrogativi sui quali si confronteranno domenica 5 settembre alle ore 17.15 in piazza Matteotti, nell’incontro Cambiamento climatico: origini, catastrofi e speranze, il direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR Antonello Provenzale, esperto di dinamica del clima e di impatti dei cambiamenti globali su ecosistemi e biodiversità, e la ventiduenne narratrice scientifica e alpinista Sara Segantin, tra i fondatori di Fridays For Future Italia.
Sempre domenica 5 settembre, alle ore 21.15 al Canale Lunense di Sarzana, lo storico Paolo Colombo in Alexander Von Humboldt: l’origine dell’ecologia racconta la storia di Humboldt, un gigante del pensiero che, con due secoli di anticipo, pose domande fondamentali per il futuro del genere umano, e che prende vita davanti agli occhi del pubblico del festival grazie all’abile e poetica penna dell’illustratore Michele Tranquillini. Humboldt, definito nell’Ottocento l’uomo più famoso al mondo dopo Napoleone, fu esploratore, scrittore, amico di scienziati, letterati e rivoluzionari. Con una visione che potremmo definire attualissima, comprese l’impatto dell’uomo sul cambiamento climatico e spiegò che tutte le cose sono intimamente collegate, secondo il concetto dell’interdipendenza, che l’universo è un immenso organismo sul quale il genere umano non ha diritti di sfruttamento.