AL MART DI ROVERETO APRE “ALFIO GHEZZI”, NUOVO SPAZIO CAFÉ & RISTORANTE GESTITO DALL’OMONIMO CHEF

AL MART DI ROVERETO APRE “ALFIO GHEZZI”, NUOVO SPAZIO

CAFÉ & RISTORANTE GESTITO DALL’OMONIMO CHEF

Un vero e proprio progetto culturale nel quale si incontrano i grandi linguaggi

della tradizione italiana: cucina, arte e design

Rovereto (TN), 21 ottobre 2019 – Apre domani “Alfio Ghezzi” il nuovo Spazio Cafè & Ristorente del Mart che per i prossimi 6 anni sarà gestito dall’omonimo chef.

Allievo di Gualtiero Marchesi e di Andrea Berton, per quasi un decennio chef della Locanda Margon di Ravina, premiata da due stelle Michelin, Ghezzi è risultato aggiudicatario della gara pubblica indetta dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto per la gestione della sua caffetteria.

Recentemente rinnovata negli arredi da Mario Botta insieme allo studio Baldessari e Baldessari, in dialogo con la Collezione del museo che annovera alcuni tra i maggiori capolavori italiani del Novecento, la Caffetteria del Mart è un percorso attraverso il design del XX secolo, rigorosamente made in Italy.

Un progetto che rispecchia l’evoluzione del percorso sia interiore che professionale di Ghezzi per dare vita a un vero e proprio spazio culturale nel quale si incontrano i grandi linguaggi della tradizione italiana: cucina, arte e design. “Sono davvero felice di essere in un luogo così profondamente legato al bello e a ciò che faccio perché solo il respiro di qualche istante in questo spazio basta per farmi sentire in sintonia con il Mart.”, afferma Alfio Ghezzi.

Il concept è semplice, così come la proposta, ma non banale poiché frutto di scelte ragionate, responsabili, unite a una significativa esperienza all’estero che ha cambiato sin dal profondo la visione dello Chef. Una cucina quindi riconoscibile, senza ridondanze, a ricordare come la semplicità sia in grado di trascurare l’apparenza fine a se stessa, per concentrarsi invece su gusto e verità. Sono questi i principi che caratterizzano la nuova proposta di Alfio Ghezzi, declinata in chiave gourmet presso “SENSO” e in versione bistrot da “ALFIO GHEZZI BISTROT”.

Alla base l’idea di creare una profonda interazione con gli ospiti e la possibilità, attraverso un percorso itinerante, di assaporare le varie portate, ognuna servita secondo precise modalità, in specifiche zone del ristorante: dalla lounge, dove viene servito l’aperitivo, alla zona bistrot, dove si possono gustare la prima colazione e il pranzo, fino a “SENSO”, la zona gourmet, riservata all’esperienza serale.

Per il Mart Alfio Ghezzi ha elaborato una proposta articolata che, dalle colazioni alle cene, si inserisce e completa l’offerta culturale del distretto museale e che si dimostra profondamente legata alla tradizione culinaria italiana, soprattutto a quella trentina e alla produzione del territorio. Nella scelta degli ingredienti, infatti, lo chef predilige quelli locali e punta a valorizzare la tradizione realizzando conserve, confetture, marmellate e altri prodotti artigianali che sono elaborati sia all’interno del ristorante che in collaborazione con la cooperativa Mas del Gnac. Grande importanza hanno inoltre la “charcuterie”, i formaggi e i sottaceti, che sono esposti in apposite vetrine. La presenza di questi prodotti, che secondo la concezione ristorativa italiana sono da collegarsi a un livello piuttosto lontano da quello dell’alta cucina, considerati per lo più cibo “da osteria”, rispecchia invece un trend che lo chef ha fatto proprio a seguito della sua esperienza a Copenaghen e che si basa su un atteggiamento rispettoso e responsabile che, oltre a seguire i cicli della terra, permette di prolungare la vita dei prodotti, a riprova dell’ impegno di responsabilità ambientale che all’interno del ristorante del Mart si coniuga con il rispetto per la tradizione.

Il menù include una proposta “all day”, chiamata “Veloce con Gusto”, che prevede: la pizza sia alla pala che nel ruoto, una selezione di panini realizzati con prodotti tipici della realtà trentina, dei lievitati, tra cui pane dolce al cioccolato, veneziana e bombolone alla confettura, e torte da “credenza”, come quella di mele o la sacher.

Foto Jacopo Salvi

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