L’Albero della Pace, nuova opera dell’artista architetto Emmanuele Lo Giudice, è un’installazione nomade portavoce di un messaggio di pace e di dialogo: “Dalle macerie dei muri del passato che dividevano le varie religioni, è nato un albero, giovane e dalla forma non ancora non del tutto definita, ma è già un ponte che unisce e aggrega uomini e pensieri. Abbracciate alla sua chioma, trovano dimora i simboli di tutte le religioni che insieme dialogano tra loro, in un unico linguaggio di amore e di pace a cui ognuno di noi contribuisce superando le differenze.” L’opera è stata presentata per la prima volta a Palermo il 21 novembre 2016 in Piazza Pretoria, in occasione della Marcia della Pace, alla presenza dell’Arcivescovo Corrado Lorefice, del vice sindaco Emilio Arcuri e di tutti i massimi rappresentati delle varie confessioni religiose del territorio palermitano. In questi giorni l’installazione ha iniziato il suo tour: prima tappa del viaggio itinerante è il sagrato della Cattedrale di Palermo dove rimarrà per tutto il periodo natalizio. Tra Gennaio e Febbraio L’Albero della Pace sarà ospitato dalla Chiesa Anglicana di Via Roma, per poi continuare con le altre congregazioni presenti a Palermo. Emmanuele Lo Giudice si augura di portare questo simbolo anche in altre città siciliane ed italiane, anche perché, come racconta l’artista architetto: “l’installazione, epifania di un dialogo interreligioso, è concepita come un work in progress, capace di modificarsi nel tempo, crescendo e alterando la sua forma in un processo continuo, arricchendo giornalmente la sua materia”. L’opera, nata da una idea di Emmanuele Lo Giudice e Carmelo Sardegna, è patrocinata dall’Ordine degli Architetti di Palermo, dal Museo Riso e dalla Fondazione Orestiadi ed è stata realizzata dalla ditta Alusystems, azienda leader nel settore della lavorazione dei metalli.
Presentazione del progetto
“Il progetto prende spunto dal tema dell’albero, dando una nuova lettura di questo antico simbolo, trasformandolo in un luogo di incontro e di comunione fraterna. In questo progetto il filo diventa elemento di costruzione dell’albero, che raccoglie nella sua conformazione una concatenazione dialettica che lega varie chiese e riti. Un filo che unisce e nel contempo che diventa traccia e testimonianza di Pace e di Unione invitandoci ad uscire dal nostro labirintico mondo per sfuggire ai minotauri della nostra contemporaneità. La simbologia legata all’albero ha origini millenarie, ed è universalmente presente in tutte le civiltà e religioni del mondo. Se durante le epoche passate, gli alberi, erano spesso considerati come uno dei luoghi più concreti dove dimoravano e si manifestavano le divinità, nella nostra contemporaneità gli alberi acquistano nuovi valori, divenendo i santuari del mondo; guardiani e predicatori assidui della sacralità della vita, sia quando in coro formano foreste e boschi, sia quando solitari si mostrano a noi come monumenti in equilibrio tra il cielo e la terra. Come nel racconto di Italo Calvino, Il Barone Rampante, l’albero oggi è contemporaneamente, universo infinito e casa; espressione della vita che si rigenera incessantemente e pergamena, su cui scorrono contro il tempo: il Bene e il Male; la Vita e la Morte; la Conoscenza; la Trasmutazione; I’Umano e il Divino. L’albero diviene quindi strumento simbolico e luogo ideale d’incontro per una società contemporanea liquida, sempre più impaurita e disgregata. Gli alberi nella loro essenza più intima sono ponti che uniscono, che aggregano uomini e pensieri. Dobbiamo imparare a costruire alberi! Dobbiamo diventare architetti ed ingegneri di alberi. Dobbiamo imparare ad ascoltare il loro canto. Chi impara ad ascoltare gli alberi, non desidera essere un albero, ma desidera nella propria unicità, essere spazio di pace.”
Emmanuele Lo Giudice
Contatti Emmanuele Lo Giudice logiud@yahoo.com – Mob +39 3284280696 Carmelo Sardegna sardegnacarmelo@hotmail.com