Due coppie che si tradiscono ma non si mollano e un narratore che si innamora di entrambe le donne: sono i protagonisti del romanzo “Venere lesa” del noto scrittore Paolo Maurensig, pubblicato da Edizioni Theoria (scheda in allegato).
“Potremmo mai sapere se l’amore, o ciò che indichiamo con questo nome, sia qualcosa che ha vita propria, che a suo piacimento ci possiede e ci abbandona, o se non sia forse il malessere continuo per una perdita, per una sottrazione che subiamo a nostra insaputa fino alla totale estinzione?”.
Una domanda che rappresenta una sorta di filo conduttore del libro Venere lesa di Paolo Maurensig.
Lo scrittore, già noto per i romanzi Canone inverso, da cui Ricky Tognazzi ha tratto l’omonimo film, e per La variante di Lüneburg, tradotto in oltre venti lingue, nel 2016 ha vinto il premio Bagutta per l’ultimo suo libro, Teoria delle ombre.
Con Venere lesa, già pubblicato nel 1998 e ora tornato alle stampe con Edizioni Theoria, l’autore vuole indagare le bizzarrie dell’amore, che accende il desiderio fino all’ottenimento della persona amata. Ma è a quel punto, quando nelle fiabe si arriva al fatidico ‘e vissero tutti felici e contenti’, che l’amore comincia a spegnersi e i desideri prendono altre strade: la felicità scompare e resta la solitudine.
Il romanzo racconta la storia di due coppie, narrata da un amico dei quattro, che rimarrà inevitabilmente coinvolto nell’intrico di amori e tradimenti.
Da un lato ci sono Ermes e la giovane moglie Angèle, che sta con lui per convenienza e lo tradisce raccontandogli, però, ogni dettaglio dei tradimenti. Un accordo che permette alla coppia di rimanere insieme, fino a quando Angèle non si innamora. Ma le scelte del passato la ingabbiano nella relazione col marito, impedendole di seguire il suo cuore.
Dall’altra parte, ci sono Flora e Giulio: lei vuole essere portata all’altare; lui, invece, fatica a lasciare la sua condizione di scapolo che ama diversificare le compagnie femminili. La realizzazione del desiderio rappresenterà la fine del loro amore. E anche al narratore non va meglio: appena uscito da un matrimonio fallito, si innamora di Flora e finirà per stringere una breve relazione con Angèle.
“Richiamandosi a una ben nota legge della termodinamica, l’amore risulta sempre una partita patta in cui anche il più grande dei vantaggi viene ben presto rimontato, e tutto finisce in pareggio, tutto tende alla quiescenza, e di eterno, non restano che le regole del gioco”, è la realistica descrizione che l’autore fa dell’amore in Venere lesa.
Il titolo del romanzo deriva dagli oroscopi dei protagonisti. Un astrologo che frequenta l’abitazione di una delle coppie li avvisa della loro infelicità futura, “riscontrando – spiega il narratore – nelle nostre congiunture astrali una Venere lesa, ciò che ci unisce è, nel nostro prevedibile futuro, la comune vocazione alla solitudine”.