ANDREA IERVOLINO: “SOSTENIAMO I PRODUTTORI ITALIANI PER ACCOGLIERE LE GRANDI PRODUZIONI INTERNAZIONALI
Il produttore cinematografico Andrea Iervolino, noto per i film Ferrari e Lamborghini – The Man behind the Legend e per aver lavorato con attori del calibro di Al Pacino, Johnny Depp, Penelope Cruz, nonché star mondiali adottate dal cinema come Mike Tyson si rivolge direttamente al Ministero della Cultura e a tutte le associazioni nazionali dei produttori, chiedendo un intervento al fine di raggiungere un accordo nazionale che sostenga i produttori indipendenti italiani.
Roma, 13 Marzo 2024: Andrea Iervolino, CEO del Gruppo ILBE, di Tatatu e della neonata Tuscany Film Studios, in una lettera aperta al MIC e alle associazioni nazionali dei produttori, spiega l’urgenza di un intervento a favore dell’industry cinematografica italiana.
“Siamo in un momento topico per l’interesse che ultimamente le grandi produzioni internazionali rivolgono all’Italia scelto come set dei loro progetti filmici anche per via del nuovo sciopero delle crew tecniche americane a maggio 2024 e quindi l’obbligo dei produttori americani a girare i propri film all’estero. Questo darà all’Italia una grande opportunità di espansione e di attrazione dì investimenti da parte di grandi produzioni americane, cosa che inevitabilmente contribuirà in modo positivo al GDP italiano grazie all’industria dell’intrattenimento.
Detto questo per tutti i produttori italiani avere un “media guarantor” sarà fondamentale al fine dì attirare grandi produzioni internazionali in italia che altrimenti non verrebbero finanziate dalle banche americane.
Il mio messaggio è quello di unirci con urgenza come “sistema Italia” al fine di supportare i produttori italiani raggiungendo un accordo per avere uno sconto importante dai “media guarantor” come The Film Bond , perché noi produttori abbiamo già dei margini di profitto molto limitati e non possiamo avere “guarantor” che ci obbligano ad avere 10% di contingenza nei nostri budget e 3% di insurance fee : questo crea un costo ulteriore del 13% per noi produttori e non è assolutamente sostenibile.”.