AOC F58 – Galleria Bruno Lisi, via Flaminia 58 – Roma (metro A fermata Flaminio)
Titolo Archeologia della Gioia
Autore: Sophie Benini
A cura di Camilla Boemio
Apertura Lunedì 9 maggio ore 18.30
Durata Dal 9 al 27 maggio 2022
Orario dal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle 19.30
La mostra di Sophie Benini presenta diversi nuovi corpi di lavoro, tra i quali: un gruppo di quadri sul tema del quadrifoglio (Quaderni di quadrifogli e Alba e rugiada nel bosco di quadrifogli); un ricamo (Nido dell’ispirazione), nel quale coesistono stoffe ricamate, papier mâché, perline, oggetti e piccoli frammenti recuperati; i Raggi di Sole, con le applicazioni su tela sotto vetro, e L’angelo sulla festa, un’opera su carta.
L’autrice utilizza diversi mezzi, materiali e approcci concettuali per esplorare una costellazione epistemologica di temi interconnessi nei quali si muove calibrando magistralmente ricordi, sensazioni personali ed universali. Le sue mostre sono luoghi in cui le emozioni e l’intelletto sono sintetizzati in opere altamente visive, spesso tattili, che si distinguono per i loro colori ricchi, l’uso del tessile, il ricamo, i fecondi oggetti che le compongono e l’immediatezza formale. I progetti nati dalla ricerca storica, e dalle pedagogie collettive, si affiancano a quelli in cui la presenza della mano dell’artista è l’elemento più rilevante.
In Archeologia della Gioia, Sophie Benini esplora alcuni dei temi più ricorrenti nel suo lavoro, rivolgendosi
a una varietà di formati e mezzi per rendere dei lavori i cui soggetti non sono solo flora e fauna, ma anche mondi dettagliati di forme, raggi di sole, angeli, presenze guida, numi tutelari, spazi, e ambientazioni casalinghe composte da stati d’animo correlati. Benini mette in primo piano i processi compositivi che sono le forze trainanti dei suoi lavori. Le sottigliezze di scala, colore e consistenza visiva che si trovano ovunque durante questo spettacolo, tuttavia, dimostrano sia la natura in evoluzione delle idee dell’artista che il suo impegno sempre crescente nei confronti della sua visione, inclusa la sua passione per il disegno e il tessile.
I lavori di Archeologia della Gioia realizzati negli ultimi anni, sono il risultato di studi in evoluzione. Benini lavora con fotografie, disegni, l’uso del ricamo e collage; le sue fonti spesso combinano molti di questi approcci in vari gradi di mediazione, le cui sue idee si sviluppano secondo principi che prevedono sia nozioni astratte di modello e forma, quanto fedeltà rappresentativa.
Colpiscono i brulicanti dettagli che definiscono molte delle opere della mostra, che hanno funzioni visive oltre che fisiche. Si viene catapultati in un atlante di rimandi, nel quale come un archeologo si intravedono e si studiano i particolari, le composizioni, le perline, i tessuti nei quali prendono forma micro mondi, sogni, desideri, fibre della gioia che si espandono in un divenire atemporale. Tutte queste caratteristiche rivelano che la visione di Benini è un progetto in cui artigianato e processo artistico vanno di pari passo con la connessione psicologica, la visione estetica ed intellettuale complessiva. Le opere su carta, che costituiscono una parte essenziale della mostra, gettano ulteriore luce sull’elaborazione di queste diverse modalità di pensiero, intuizione e produzione. Dimostrano anche l’ampiezza poetica e la curiosità dell’artista che utilizza vari tipi di materiali creando una stratificazione, la cui narrazione produce una gamma di effetti e stati d’animo. La mostra offre agli spettatori molte opportunità di seguire Benini mentre esamina un’idea da numerose prospettive, rendendola in diversi mezzi e alterandone la sensazione.
Ciò che emerge da tutte queste opere, sia sulle stoffe ricamate che su carta, sono immagini della vita ricordata, immaginata, inventata e osservata. Un binario altalenante nel quale si alternano finzione e realtà, arrivando ad un filtro nel quale risplende quella gioia improvvisa fatta di piccoli momenti che vanno afferrati al volo, prima di liquefarsi. Come spesso fanno le piante e gli animali per coloro che li apprezzano, i soggetti parlano anche di una profonda curiosità e affetto per il mondo naturale. Profondamente personali da un lato e capaci di generare un ampio risveglio emotivo da parte dello spettatore, i lavori di Benini si contraddistinguono come empatici tentativi di analizzare o rappresentare i fenomeni della vita quotidiana. Sono piuttosto una testimonianza di ciò che accade quando l’arte diventa un fenomeno vivente, vivido e reattivo come le cose che raffigura e in grado di suscitare emozioni agli umani che lo vivono.
Sophie Benini è un’artista italo-francese, autrice e illustratrice di libri per bambini (Adelphi, Sinnos, Tara-books, Thule), ha pubblicato in Italia, India, Spagna, Francia, Portogallo, Israele, Svizzera, Cina e Corea del Sud.
I suoi ricami narrativi sono stati esposti a Milano al Lisa Corti Emporium (M’innamoro), a Roma alla galleria AOCF58- Galleria Bruno Lisi, (Il libro non finisce qui; Libri friabili), a Firenze al Museo La Specola (nella mostra
collettiva Oniricum), nello studio stilistico Les Libellules di Bologna (nella mostra collettiva Rivolti), nella viewing room della galleria di Silas von Morisse ( Meadow Under The Star).
Nel 2021, a Capalbio, ha partecipato con 16 ricami alla mostra di Niki de Saint Phalle (Il luogo dei Sogni: il giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a cura di Lucia Pesapane)
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