“Il mio mestiere è quello di raccontare storie agli altri. Devo raccontarle. Non posso non raccontarle.
Racconto storie di altri ad altri, o racconto storie mie a me stesso o agli altri. Le racconto su un palco di legno con altri esseri umani, in mezzo a oggetti e luci. Se non ci fosse il palco di legno le racconterei per terra, in una piazza, in una strada, in un angolo, al balcone dietro una finestra.
Se non ci fossero esseri umani insieme a me le racconterei con pezzi di legno, brandelli di stoffa, carta ritagliata, latta, con qualsiasi cosa esista al mondo.
Se non ci fosse niente le racconterei parlando ad alta voce. Se non avessi voce parlerei con le mani, con le dita. Se non ci fossero le mani e le dita le racconterei con il resto del corpo.
Racconterei muto, racconterei immobile, racconterei attraverso i fili, dentro uno schermo, dentro una ribalta.
In qualsiasi modo racconterei perché l’importante per me è raccontare le cose ad altri che ascoltano.
Non capite che il resto non conta quasi nulla?
Non capite che il mezzo per raccontare è solo un passaggio, un pretesto per parlare con gli altri di cose che ti stanno dentro? Appeso ad un filo, in una piazza, seduto su una sedia a venti metri da terra, sarebbe anche quello un modo di raccontare cosa può fare un uomo solo, lassù, con la sua sedia. Raccontare che esiste, che sta in equilibrio, che può cadere e non cade, che ha paura e non lo fa vedere e mille, mille, mille altre cose. Non capite questo? Allora non avete capito proprio niente.”
Giorgio Strehler
Dal continente Atlantide cominciano a nascere i primi “imprevisti artistici”, primi esperimenti e restituzioni che emergono sul territorio di una nuova geografia teatrale.
Con la domanda “Dov’è il teatro?”” alcuni artisti si sono ritrovati a Gennaio 2021 con un manifesto di vocazione prometeica. Una delle risposte possibili è che il teatro sia laddove ci sono gli attori .
Nessuna possibilità è esclusa per nuove ipotesi di drammaturgia, ri-scrittura e rappresentazione. I progetti possono differire ampiamente fra loro in quanto alla forma e alla complessità. Ogni progetto avrà come obiettivo la propria vitalità e la restituzione alla comunità “virtuale” sarà intesa come opportunità per gli artisti coinvolti di condividere con il pubblico parti del processo creativo, il processo stesso in una sorta di cantiere aperto o l’opera finita – a seconda della scelta di ogni artista. Per alcuni la restituzione avverrà con progressivi avvicinamenti performativi attraverso i mezzi di cui possiamo disporre, per altri ci sarà la consegna dell’opera finita, per altri ancora è prevista la forma documentaristica o di inchiesta per meglio comprendere la realtà che ci circonda, o ancora altre possibilità da immaginare. I progetti sono autofinanziati dagli artisti e frutto della loro collaborazione.
Caleidoscopio Marzo 2021
NEL FRATTEMPO- Simposio Podcast in versi sboccati –
Volume I: dall’origine all’Alto Medioevo
a cura di Simone Faloppa
Martedì 23 marzo ore 19 (Spotify)
“MPOC / I Podcast”
da Musica organi caldi di Charles Bukowski
di Giovanni Arezzo con musica di Teddy Nuvolari
Da giovedì 25 marzo a mezzanotte (Spotify)
“ZOOMING OTELLO”