Autotrasporto: l’urlo della Sicilia e Sardegna
Da domani scattano i blocchi dei porti
“Nessuno si illuda di trovarsi difronte i soliti quattro disperati da calmare con un tozzo di pane o peggio con promesse immaginose. Sicilia e Sardegna sono la punta di un iceberg di disagio disperazione e rabbia. La totale incapacità del governo e della politica di comprendere che l’innalzamento di costi e delle barriere infrastrutturali annientano territori come quelli delle due isole maggiori, sommata all’indifferenza con la quale si affrontano le rilevanti ripercussioni generate da normative internazionali e comunitarie, generano le premesse per innescare conflitti sociali che, auspichiamo, non escano fuori controllo”.
A lanciare un segnale di allarme sulla protesta che scatterà da domani in Sicilia e Sardegna contro gli aumenti indiscriminati nelle tariffe per il trasporto delle merci via mare é Maurizio Longo, Segretario generale di Trasportounito.
“Il tempo è scaduto – afferma Longo – e ciὸ a causa della totale assenza di provvedimenti urgenti, finalizzati ad attenuare i costi dei trasporti marittimi, nonché di una qualsivoglia capacità di pianificare azioni in grado di sostenere politiche economiche in territori resi degradati; non si è cioè compresa e non si comprende la gravità della situazione, e ciὸ renderà scontato il compattamento delle categorie economiche, e delle famiglie, sulle ragioni delle proteste”.
“Per l’autotrasporto – conclude il segretario generale di Trasportunito – il caso Sicilia e Sardegna rappresenta una pericolosa scintilla nella polveriera di un Paese che si serve dell’autotrasporto per l’80% del trasporto delle sue merci,
ma che continua in modo sempre più ottuso a considerare la maggioranza degli autotrasportatori come una sorta di emarginati da spremere sino a farli fallire costringendoli a operare in condizioni di sfruttamento ed ai limiti della legalità e della sicurezza stradale”.