Elena Mearini è una delle voci più originali del panorama letterario italiano.
Barbara Garlaschelli
Bianca assume su di sé la malvagità, è l’opposto di una santa, eppure forse sfiora il martirio. Di certo, la poesia. Laura Bosio
L’incipit
Si sono presi il mio corpo, tutta la carne che avevo è finita nelle celle frigorifere dei loro schermi.
Cliccano sui tasti e condividono le mie parti tenere, se le passano come fossero figurine da collezione. A loro importa riempire al meglio il proprio album virtuale, nessuno pensa che quel corpo sezionato sia una persona che esiste con nome, cognome, luogo di nascita e residenza.
A ogni foto che gira io perdo i dati anagrafici, niente più compleanni né candeline. Resto senza diritti, con il cuore che si vergogna a battere. Morta ai miei occhi, vivo solo negli occhi degli altri.
È bello andarsene alle cinque di mattina, quando i fanatici del web dormono, appesantiti dall’abbuffata delle immagini notturne.
Si sveglieranno, tra qualche ora torneranno a cercarmi, cliccarmi. Ma non mi troveranno, io sarò già cancellata, gesso tolto dalla lavagna, fregato forte con la spugna. Potranno illudersi di avermi a colazione, verranno presi dalla voglia d’inzuppare la mia coscia dentro il latte, di spalmare il mio seno sopra la fetta biscottata. Gireranno il cuc- chiaio nella tazza, mentre le mie foto se ne staranno al centro dei loro schermi, fredde e immangiabili. Allora chiuderanno i portatili e si alzeranno dal tavolo con lo stomaco vuoto.
Bianca è morta. Ripuliamo il web dai suoi resti, che noi siamo ragazzi per bene. E ai morti portiamo rispetto.
Il libro
Nella Milano dei giardini verticali e della rinascita urbana, si muove Bianca, sedici anni, papà camionista e mamma casalinga, studentessa all’Artistico, viso da diva anni Quaranta.
Della vita sa due cose.
Sa che non vuole diventare come sua madre, precocemente sfiorita in un sonnambulismo dei sentimenti e delle velleità, asservita ai bisogni di marito e figlio maschio, ma cieca davanti ai bagliori di speranza negli occhi della sua ex bambina.
Sa che vuole diventare una star del cinema, oggetto di invidie femminili e di sogni maschili. E per farlo, è pronta ad ascoltare la più nera parte del cuore. Mentire, manipolare, sedurre. Uccidere.
Per lei il corpo è un’arma letale, strumento di affermazione, di riconoscimento. Un corpo-arma per non morire anonima.
Dove il linguaggio della cronaca e i sociologismi sul disagio giovanile non possono arrivare, Bianca da morire scava fino a toccare il grumo autentico di desideri e solitudine che partorisce azioni scioccanti.
Bianca è l’incarnazione terribile delle nostre ambizioni frustrate, delle nostre paure infantili che non ci lasciano mai.
Bianca è un Paese intero, che ha in Milano il suo specchio più illusorio.
Bianca siamo noi.
Foto Mearini
L’autrice
Elena Mearini è nata nel 1978 e vive a Milano. Si occupa di narrativa e poesia, conduce laboratori di scrittura in comunità e centri di riabilitazione psichiatrica. Nel 2009 esce il suo primo romanzo 360 gradi di rabbia, edito da Excelsior 1881, nel 2011 pubblica per Perdisa pop il romanzo Undicesimo comandamento. A gennaio 2015 pubblica il romanzo A testa in giù (Morellini editore). Firma due raccolte di poesie: Dilemma di una bottiglia (Forme Libere editore) e Per silenzio e voce (Marco Saya editore).
Premi e riconoscimenti
2011- Premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti” per il romanzo 360 gradi di Rabbia, nell’ambito della rassegna “Umbria Libri”.
2012- Premio Speciale UNICAM – Università di Camerino, per il romanzo Undicesimo comandamento, terzo classificato al Concorso Nazionale di Narrativa “Maria Teresa di Lascia”.
2012- Premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti” per il romanzo Undicesimo Comandamento, nell’ambito della rassegna “Umbria Libri”.
Elena Mearini
CAIRO
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