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Palazzo Fondi,via Medina 24, NapoliLe Les Art saAmministrazione e Gestione: Via Soldati, 10–CH-6900 Lugano-SwitzerlandTel.+4191 910.10.27-www.lelesart.com-info@lelesart.comBrandingDalí. La costruzione di un mitoA cura di AliceDevecchiNapoli-Palazzo Fondi25ottobre 2019-2 febbraio 2020COMUNICATO STAMPASalvador Dalí (Figueres1904–1989) va in scena a Napoli con una mostra inconsueta, ricca di sorprese.Organizzata daLelesArt, in collaborazione concon-fine edizionieMe-diterranea Art, con il patrocinio delComune di Napoli,Branding Dalí. La costruzione di un mitoè a curadiAlice Devecchie mette in lucel’operazione dibrandingdi se stesso, attuata dal genio catalano durante tutta una vita, in anticipo sulladefinizione medesima dibrand.Allestita nella suggestiva cornice diPalazzo Fondiin centro storico, dal25ottobre 2019al2 febbraio 2020, lamostra prende in considerazione una produzione sicuramente meno nota al grande pubblico, che tuttavia aiutaa capire come il processo di “dalinizzazione” perseguito insistentemente dal grande surrealista, si servisse dicanali che esulano dall’ambito auratico dell’arte pittorica tradizionalmente intesa.Da ammirare preziosi esempi delle sue poliedriche creazioni in ambito di arti applicate, in un percorso che vadagli anni Cinquanta agli anni Ottanta: pregiate serie grafiche, manifesti, libri, oltre ad oggetti in porcellana,vetro, argento, terracotta, per un insieme dipiù di 150 opere, provenienti dalla collezione privata di uno deisegretari personali di Dalí, oggi nella raccolta della società francese Mix’s Art, e orchestrate in un suggestivoallestimento ideato da ART.URO Arte e Restauro.”Avida Dollars”, il celebre anagramma del nome di Salvador Dalí coniato da André Breton, non solo rivela l’intuitoaffilato del teorico francese, padre del Surrealismo, ma prefiguraanche la ricerca ossessiva di successo edenaro dell’artista, e insieme la sua incredibile abilità di trasformare in oro (leggi dollari) tutto ciò che toccava.Novello Re Mida, Salvador Dalí con metodo e convinzione granitica “dalinizza” l’intera realtà alui circostante.Sceglie tecniche di moltiplicazione meccanica dell’immagine che garantiscono una tiratura, seppur limitata. È ilcaso dellaTauromachia surrealista(1970),eliotipie a punta secca, deI dodici apostoli(1977),litografie conoro,e delle incisioni a punta seccaIl Bestiario di La Fontaine dalinizzato(1974), tutte documentate in mostrainsieme alle illustrazioni xilografiche dellaDivina Commedia(1960-1963), esposta integralmente, in cui ognicanto dispiega tutto il suo immaginario onirico intrecciato ad un registro quasi pop.Così come concettualmente pop è l’apposizione del”marchio Dalí”su oggetti d’uso come serie di piatti ebottiglie o addirittura triviali come le carte da gioco. Sala per sala si svela un mondo da cui emergono storiecollezionistiche intriganti e poco conosciute, come perLa suite Catalane(1954), serie di rare mattonelle interracotta destinate in origine ad una piscina, oppure le bottiglie in edizioni limitate perRosso Antico-Vermouth(1970) e quella commissionata per il brandyConde de Osborne(1964) di cui realizza il design in porcellanabianca e l’etichetta.Anche la collaborazione nel 1969 con la SNCF, la compagniaferroviaria francese, per firmaremanifestipubblicitariche rappresentano le principali regioni della Francia, racconta di una capillare e pervasiva presenzadi Salvador Dalí sui media. Altra opera singolare è il piccolo dipinto a tempera e collageBanderoles en formede papillon(1954)dedicato a sua moglie Gala, con doppia firma e data.Il fatto che ancora nel 2017La casa de Papel, acclamato successo della produzione televisiva prima spagnolae poi americana, costruisca la sua trama su un protagonistadi nome Salvador e sull’esplicito riferimento a Dalícome volto eroico di una nuova Resistenza, conferma che ilbrand, l’icona coi baffi all’insù plasmata su se stessodal grande surrealista, ha superato la prova del tempo e sia ancora un marchio vincente.