La cultura romana è ripartita con la quarta edizione della Triennale di Arti Visive, inaugurata l’11 giugno. Attraverso il sostegno del Gruppo Start, organizzazione che si occupa di editoria e mostre d’arte internazionali, in sinergia con il patrocinio morale del Ministero dei Beni Culturali (per quanto riguarda la rassegna presso la Galleria della Biblioteca Angelica con la personale di Rossella Pezzino de Geronimo) l’edizione 2021 ha visto la presenza di ben duecento artisti italiani con trecento opere esposte in cinque spazi espositivi: Galleria del Cembalo – Palazzo Borgese (Largo Fontanella Borghese 19), Palazzo della Cancelleria (Piazza della Cancelleria 1), Galleria della Biblioteca Angelica (Piazza di S. Agostino 8) Palazzo Velli-Expò (Piazza di Sant’Egidio 10) Medina Roma Art Gallery (Via Angelo Poliziano 32-34-36). La Triennale si è affermata come finestra visuale sui cambiamenti climatici, sociali e geopolitici di un ventennio assai travagliato, caratterizzato prevalentemente dall’attuale decorso pandemico. Presso l’Angelica, dal 10 Giugno al 15 Luglio, sono in mostra i suggestivi scatti sulla natura realizzati dell’artista catanese Rossella Pezzino de Geronimo nella rassegna personale “Colore, Calore, Movimento”. Il titolo non solo rimanda al paesaggio interiore dell’autrice, passionaria attivista nella lotta a difesa dell’ambiente, ma soprattutto mostra la natura come “luogo mentale dove il tempo e lo spazio lasciano il campo alla dimensione immaginifica”. Già perché la de Geronimo non solo si adopera attivamente per la salvaguardia dell’ecosistema e della sostenibilità ambientale- l’impresa di cui è a capo opera nella riduzione e smaltimento dei rifiuti- ma realizza nel campo della fotografia e olografia opere evocative, dallo spirito visionario. Nelle sue opere paesaggio, mare, cielo sono memorie, richiami, rivelazioni, stati d’animo. Per Rossella ogni scenario è senza tempo, ogni zolla è stratificazione di cultura, identità, passato e futuro, ogni viaggio per il mondo è una destinazione di “appartenenza” che ella scopre con stupore e meraviglia. In ogni fotografia è assente l’uomo perché Rossella ama la notte senza tetto, i sorrisi della nebbia, il vento che parla. Tra Mario Giacomelli e Franco Fontana la sua produzione fotografica è una sintesi, una sorta di “epurazione dal superfluo” che sorprendentemente aggiunge e non sottrae a quel desiderio incessante e universale di entrare in connessione profonda con il creato. “Colore, Calore, Movimento” è un moto perpetuo e ciclico di Tempo, Energia, Vita tra Umano, Spirituale e Assoluto. Unico è il file rouge della mostra, articolata tra fotografie e ologrammi, che risiede nella ricerca mistica e simbolica di suggestive atmosfere silenziose vissute e trasfigurate nella sensibilità dell’autrice dove coraggiosa e audace è la scelta di rinunciare alla velocità e al chiasso del mondo per sintonizzarsi su quei canali di intimistica osservazione in cui suoni e rumori ascoltati sono solo quelli dell’Anima. Nel Palazzo della Cancelleria, oltre alla sopra citata Pezzino de Geronimo, ulteriori nove artisti sono stati accuratamente selezionati a rappresentare il tema. Il percorso espositivo parte dall’informale semplice ed essenziale di Mirella Barberio. Le sue superfici pittoriche si distinguono per essere accarezzate da una paillette gentile ed edulcorata in cui soffice si dipana il colore, le cui accennate linee di contorno sembrano mostrare i confini tra il pensiero razionale e i tormenti dell’inconscio. In Franco Rota Candiani invece la tradizione del Novecento incontra l’amore sconfinato per i valichi alpini, cornici della sua giovinezza. Attraverso la voluta semplificazione formale e cromatica, egli trasporta l’osservatore letteralmente in un “Altrove” raffigurante l’immagine archetipica di una natura declinata in senso esistenziale. Fra tutti, la più accademica in esposizione, Cristina Corvino propone un’unica e originale modalità d’espressione, denominata da lei stessa “Arta Conservativa”. Restaurando piccole porzioni di capolavori del Rinascimento e del Seicento, la pittrice-restauratrice opera una risemantizzazione dell’opera in linea con l’attualità. Di diverso indirizzo è l’astrattismo poetico e sognante di Anna Maria Li Gotti, in cui nei suoi azzurri e celesti cristallini confluisce la perizia tecnica con la malinconica sensibilità della poetessa romantica. Roberto Miniati, grande sperimentatore, invece scandisce il supporto con una sorta di patterns tesi a sviluppare diversi filoni narrativi. Dai suoi sgargianti tessuti cromatici e simbolici vengono decodificati messaggi dell’intimo su una difficile realtà contemporanea, per l’artista la tela diviene così una “seconda pelle”. La cremonese Paola Moglia indaga per mezzo della pittura frammista a applicazioni materiche il pianeta dell’inconscio, un mondo silenzioso di tinte madreperlacee. L’informale di Nino Perrone attinge, al contrario, dalle memorie della sua terra d’origine. Nostalgia per reminiscenze di un mondo passato espressa attraverso una tavolozza caleidoscopica ricca di vibrazioni emotive. Dalla pennellata energica Michele Rosa mostra come con pochi colori ed una tecnica essenziale è possibile aprire una finestra sui cieli dello spirito laddove egli stesso rinviene nell’universo e negli astri fenomeni metaforici dell’esistenza. Chiude il giovane pittore Lorenzo Zenucchini, in arte Zenu, autentico astro nascente del panorama nostrano ed internazionale, ispirato sia dalla cultura popolare che dai maestri dell’espressionismo astratto.