CAMPANIA TEATRO FESTIVAL 2021
Da domani 15 al 21 giugno la sezione Letteratura del Campania Teatro Festival nella Manifattura della Porcellana del Museo e Real Bosco di Capodimonte
Si parte con un doppio appuntamento: i versi funambolici napoletani di Salvatore Di Natale in controcanto ai versi milanesi di Franco Loi
Da domani 15 al 21 giugno riparte anche la sezione Letteratura, al Campania Teatro Festival diretto per il quinto anno consecutivo da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano. E lo fa con una nuova edizione a cura di Silvio Perrella, dal titolo “Laggiù”, organizzata da Vesuvioteatro.org con il coordinamento di Brigida Corrado. «Laggiù, divinava Baudelaire, tutto è calma luce e voluttà. E può certo anche essere il contrario. – scrive Silvio Perrella – Ognuno ha la sua distanza da colmare, un laggiù da raggiungere e da frequentare. È un invito al viaggio. Che si può fare anche stando fermi e immobili sulla poltrona o con la guancia sul cuscino. Laggiù è un paese popolato o sgombro, un’isola, un altopiano, una pianura; una semplice siepe, forse una nuvola o un temporale o la distesa inquieta del mare. I poeti sanno come mettere sulla loro strada questo avverbio, gli tengono compagnia e fanno in modo da non farsene trovare soli. Laggiù compare nei loro versi come una spia, lampeggia in fondo alla riga o la spalanca all’inizio. È la nostra parola-sentiero di quest’anno. È il nostro modo di stare vicini alla solitudine dello scrivere».
Questo viaggio metaforico nei meandri della poesia e del linguaggio accompagnerà il pubblico ogni sera dandosi appuntamento alle 19 nella Manifattura della Porcellana (Porta Miano) del Museo e Real Bosco di Cadimonte. La partenza è un duplice incontro: quello tra i versi funambolici napoletani di Salvatore Di Natale e, a seguire, i versi milanesi di Franco Loi. “Fuir, là-bas, fuir…” con Salvatore Di Natale è un «Voyage au bout de l’ennui», questo il sottotitolo della performance che si presenta con un incipit mallarmeano: «Sì – scrive Di Natale, che ha sempre amato mescolare le lingue – il Poeta è (quasi sempre) un essere in fuga. E fugge lontano… da dove e per dove? Voilà la question. Laggiù verso… Novunque o Verso la Cuna del mondo». “El blues di Loi”, un recital in cui un’attrice, Milvia Marigliano, un poeta, Igor Esposito, e un musicista, Ciro Riccardi, immergono il pubblico nei versi di una delle personalità poetiche più potenti del secondo Novecento italiano, Franco Loi, scomparso lo scorso gennaio. Ne nasce un blues dove il dialetto milanese, al quale Loi è sempre rimasto fedele, si alterna all’italiano e al napoletano, marcando il valore universale della sua poesia.
Mercoledì 16 giugno, “Nel gran male dell’essere: una serata dedicata a Giuseppe Conte”, uno tra i più grandi poeti italiani di oggi. Conte (Imperia 1945) è una personalità poliedrica e ricca di risonanze. Viaggiatore, narratore, saggista, i suoi versi sono la sintesi espressiva di mondi diversi, dove l’oriente e l’occidente si danno la mano e dove gli dèi riabitano il mondo immergendosi ancora nel gran mare dell’essere.
Giovedì 17 giugno, ospiti Elisa Biagini, Carmen Gallo e Daniele Mencarelli: tre voci a rappresentare polifonicamente la poesia contemporanea. Nati tra gli anni anni Settanta e gli anni, ci mostrano cosa significhi scrivere poesia oggi in Italia. Ognuno a modo suo, ma intrecciando per una serata le loro voci.
E poi, venerdì 18 giugno, “Cinque poeti per Louise Glück”, la poetessa statunitense insignita del premio Nobel per la letteratura nel 2020, dalla sensibilità in dialogo con uno dei paesaggi più nostri e più intimi, come dimostrano, tra gli altri, i versi di Averno, che hanno visto una prima e lungimirante edizione italiana siglata dalla napoletana Dante&Descartes, nella voce di Francesco Iannone, Giovanna Marmo, Damiano Scaramella, Fabrizio Sinisi, Luigi Trucillo, che sceglieranno e leggeranno i suoi versi. L’evento è in collaborazione con la casa editrice Il Saggiatore.
Sabato 19 giugno, in collaborazione con Casa della Poesia di Baronissi 25 anni, Giancarlo Cavallo, “26 – Tribute To The Twenty-Six Dead Women”. Nel 2017 la nave spagnola Cantabria attracca al porto di Salerno con quattrocento migranti salvati nel Mediterraneo, a bordo anche 26 cadaveri di donne, “presumibilmente nigeriane” tra i 14 e i 18 anni, presumibilmente annegate. Quel numero, il 26, diventa il titolo del poemetto di Giancarlo Cavallo.
Iaia Forte è ospite dell’incontro del 20 giugno, “Vestita di lui”, su Sandro Penna, uno dei nostri poeti più amati, un classico del Novecento dei cui versi la Forte si “veste” rendendogli omaggio. «La sua grazia, sensualità, originalità e mistero mi fanno incontrare le sue parole con lo stesso stato d’animo con cui si va ad incontrare un innamorato. Sono grata di questa occasione, come si è sempre grati a chi ti permette un amore”».
Dopo aver festeggiato Antonio Spagnuolo e Rino Mele nelle precedenti edizioni, quest’anno Laggiù si concentra e dà spazio e rilievo ai molteplici talenti di un maestro in ombra come Ugo Piscopo, capace di tenere insieme il futurismo, Alberto Savinio e l’ascolto tumultuoso e franto del presente. Con lui un grande attore come Renato Carpentieri darà voce e corpo ai suoi versi. Chiudono la rassegna a cura di Silvio Perrella, il 21 giugno, Ugo Piscopo e Renato Carpentieri con “Alle porte dell’altrove”.