Il Centro Pecci di Prato presenta “Glassa”:
il più grande progetto espositivo di Diego Marcon in un’istituzione italiana
Prato, 28 settembre 2023 – Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci presenta “Diego Marcon. Glassa”: il più ampio progetto espositivo realizzato ad oggi da Diego Marcon in un’istituzione italiana, con apertura al pubblico dal prossimo 30 settembre fino al 4 febbraio 2024.
Invitato nel gennaio 2022 dal direttore Stefano Collicelli Cagol, l’artista, fra i più interessanti del panorama contemporaneo internazionale, ha fatto sue le dieci sale dell’ala Gamberini trasformandole in un’esperienza immersiva attraverso opere nuove o esistenti arrangiate in un unico allestimento pensato ad hoc per il Centro Pecci.
“Celebriamo i 35 anni di apertura del Centro Pecci con un grande progetto di Diego Marcon, appositamente pensato per il museo. Marcon è, senz’altro, l’artista italiano del momento nonché fra i più interessanti del panorama contemporaneo internazionale. Questa mostra è l’inizio di un percorso espositivo internazionale che vedrà l’artista esporre questo autunno a Basilea, Londra e Berlino; siamo, dunque, orgogliosi di aver riservato a “Glassa” oltre 1000 metri quadri con cui confrontarsi e far conoscere, al meglio, la sua ricerca al grande pubblico. La mostra arricchirà la collezione grazie all’opera Dolle, prodotta nel 2023 in Toscana, andando ad aggiungersi ai capolavori finalmente esposti in modo permanente grazie a Eccentrica. La mostra Glassa è finanziata da contributi privati, frutto del lavoro di fundraising fatto negli ultimi anni, in particolare grazie al partner Intesa Sanpaolo, allo sponsor Cellerese e ai nostri member”, dichiara Lorenzo Bini Smaghi, Presidente della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana.
Curato da Stefano Collicelli Cagol e da Elena Magini e sostenuto da Intesa Sanpaolo, “Glassa” è ad oggi il più ambizioso progetto espositivo pensato da Diego Marcon per un’istituzione italiana e realizzato insieme all’architetto Andrea Faraguna.
Attraverso film, video, animazioni, sculture, pubblicazioni, Marcon indaga temi universali come il senso della vita e della morte, utilizzando spesso l’ambiguità innocente tipica dell’infanzia o dei cagnetti come chiave di lettura utile a ripensare la vita quotidiana.
“La visionarietà di Marcon conquisterà bambini e adulti per la sua capacità di toccare temi universali, quali la vita e la morte ma anche il senso dell’arte. Marcon utilizza elementi che si connettono immediatamente al nostro vissuto, l’infanzia o i piccoli cagnetti, generando emozioni contrastanti e un senso di vertigine che sfrutta le potenzialità dell’architettura creata nel 1988 da Italo Gamberini al Centro Pecci. Siamo convinti che la mostra conquisterà tutte le tipologie di pubblico, all’insegna di quella particolare attenzione nei confronti della comunità che, da sempre, rappresenta la cifra distintiva della nostra istituzione museale, punto di riferimento del contemporaneo per l’intero Paese oltre che a livello internazionale”, spiega Stefano Collicelli Cagol, Direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.
La parola ‘glassa’ deriva etimologicamente dal francese ‘glace’; e si riferisce, nel contesto della pasticceria, al rivestimento di zucchero e altri liquidi utilizzato a caldo per ricoprire o decorare le torte: così dolce da diventare quasi nauseante, così liscia e spessa da nascondere qualsiasi asperità sottostante. Inoltre, la parola richiama il ghiaccio, qualcosa di freddo come solo la morte può essere e in grado di preservare le salme.
Circa 1000 metri quadrati di spazio vengono, quindi, trasformati da Marcon in un apparato cinematografico; grazie ad una mirata illuminazione con lucernari a soffitto il pubblico è immerso in un’esperienza unica, bilanciata sul dialogo tra il trattamento del vuoto, della luce e delle ombre.
Coreografando il movimento dei visitatori nello spazio, considerato l’uso del vuoto, dello scorrere del tempo, dei cambiamenti di luce e della potenza delle immagini in movimento, Diego Marcon allestisce una macchina esperienziale dove tutto è sotto il suo meticoloso controllo.
“Le sale Gamberini del Centro Pecci sono sempre state una delle mie architetture museali preferite. Forse anche per questo la progettazione della mostra ha preso forma con estrema naturalezza. Ho lavorato a Glassa in maniera molto libera, divertendomi molto”, dichiara l’artista Diego Marcon
Due serie di cani morti in ceramica punteggiano il percorso della mostra, affissi contro le pareti in un atto estremo di pudore e stupore. TINPO, 2006, è il primo film realizzato da Marcon: in un tipico interno italiano durante un pranzo di famiglia, due bambini giocano alla guerra.
Untitled, 2017, è un brevissimo corto animato in cui una ragazzina balla freneticamente, mentre il rumore del proiettore 16 mm scandisce il tempo che passa.
L’ultima sala ospita il film Dolle, 2023, papà e mamma talpa, due sculture animatronic, sbagliano continuamente i conti mentre i figli dormono. Questa complessa macchina espositiva, una metafora del cinema dove la luce crea continuamente nuove immagini, ospita un viaggio di ricerca sul senso dell’arte, della sua perfezione maniacale e della morte. Dolle (2023) è, inoltre, il progetto vincitore del “PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e destinato alle collezioni del Centro Pecci.
“Glassa è una mostra che possiamo percepire come un intero: un insieme di lavori che si legano l’uno con l’altro e a loro volta con l’architettura del museo, generando un’esperienza sensoriale e visiva inedita. È stato davvero interessante per me confrontarmi con un artista che ha un così forte senso dello spazio e del display, un così sostanzioso senso delle leggi che sottostanno al lavoro artistico” afferma Elena Magini, curatrice
In “Glassa”, ciascuno è chiamato a trovare una propria risposta confrontandosi con piaceri intensi, senso di vuoto e un precipizio vertiginoso, proprio come la vita.
Un lavoro, quello di Marcon, al confine tra cinema ed arti visive volto ad indagare il rapporto fra realtà e rappresentazione e ad individuare nell’immagine in movimento uno strumento di ricerca della realtà stessa.
La mostra è promossa e organizzata da Fondazione per le arti contemporanee in Toscana – Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Istituzione fondata dal Comune di Prato e sostenuta dalla Regione Toscana.