I Ciardi viaggiatori in Europa Paesaggi e giardini da febbraio a giugno 2019

La città di Conegliano e Civita Tre Venezie presentano la prossima mostra di Palazzo Sarcinelli, dedicata a una delle più affermate “famiglie” di artisti veneti operanti tra Otto e Novecento: i Ciardi.
70 opere di Guglielmo, Beppe ed Emma consentiranno di apprezzare con un taglio originale e inedito, legato soprattutto alla pittura di paesaggio, gli elementi qualificanti della loro produzione, mettendo in evidenza e a confronto peculiarità, convergenze e divergenze nella produzione di questi veri protagonisti di una stagione d’arte felice e fortunata, che riscosse ampi consensi di critica e di pubblico.
Promossa dal Comune di Conegliano e da Civita Tre Venezie, la mostra I Ciardi viaggiatori in Europa. Paesaggi e giardini, che si terrà al Palazzo Sarcinelli di Conegliano da febbraio a giugno 2019, è il secondo appuntamento del ciclo volto ad approfondire il tema del paesaggio nella pittura veneta tra ‘800 e ‘900, inaugurato nel 2018 con la fortunata retrospettiva Teodoro Wolf Ferrari. La modernità del paesaggio. Curata da Giandomenico Romanelli con Franca Lugato e Stefano Zampieri, l’esposizione, presenta circa 70 opere, provenienti da musei pubblici e collezioni private, di Guglielmo Ciardi (Venezia, 1842-1917) e dei figli Beppe (Venezia, 1875 – Quinto di Treviso, 1932) ed Emma (Venezia, 1879-1933). La rassegna sottolinea il particolare rapporto che lega Guglielmo, Beppe ed Emma alla natura, in un percorso tematico che attraversa circa ottant’anni della scena artistica italiana ed europea, facendo emergere peculiarità, convergenze e divergenze nella produzione di questi artisti.
Guglielmo, il fondatore della ‘dinastia’, è considerato unanimemente colui che porta la pratica dell’osservazione verista del paesaggio, soprattutto veneto, alla sua rappresentazione più matura e consapevole. Dopo la sua esperienza presso i macchiaioli e la scuola napoletana – e il rinnovamento linguistico che ne deriva – mette in evidenza le potenzialità di una pittura anti-accademica e anti-retorica, scoprendo le qualità poetiche dei luoghi periferici e marginali della laguna, in cui si mescolano e quasi si identificano l’umiltà e la fatica del lavoro con il sommesso lirismo delle paludi e delle barene. Suo figlio Beppe introdurrà, pur nella fedeltà alla poetica paterna, elementi nuovi e inediti fino a dar spazio a originali accenti simbolisti e di realismo sociale.
Emma, infine, riscopre la grande tradizione guardesca in un inedito settecentesimo ironico e brioso. La sua produzione tocca forse i più singolari risultati nell’attenzione verso i giardini e i parchi, con un chiaro gusto moderno e insieme citazionista, che affonda le sue radici nella tradizione pittorica di un Settecento decadente.
La pittura di paesaggio dei Ciardi si afferma nelle Biennali veneziane da fine Ottocento  fino agli anni Trenta, con un successo mai scalfito. Abbandonata la scena di genere e mai veramente praticata quella di figura, la ricchezza della loro scelta a favore del paesaggio si misura nelle radicali novità che essi (e soprattutto Guglielmo) sanno introdurre in questo genere pittorico: la luce declinata in tutte le possibili atmosfere, la presenza viva e palpitante della natura nelle piante, nei campi, nelle messi, nelle distese di eriche; la maestosità spesso scabra delle masse montuose, colte nella luce azzurra dell’alba o in quella struggente e aranciata dei tramonti, i filari, i covoni, i corsi d’acqua. Con Beppe si afferma anche una presenza pacata e quasi bucolica degli animali, dei pastori, delle mandrie; poi qualche mercato contadino, qualche figura di paesani in riposo.
Vi è un altro elemento importante: le numerose peregrinazioni artistiche in Europa e in Inghilterra. In questi viaggi la passione naturalistica e, in particolare, la pratica della veduta di paesaggio e il linguaggio si arricchiscono di acquisizioni cosmopolite così come di soggetti e iconografie rinnovati, dagli Impressionisti alla scuola di Glasgow. Emma, in particolare, porterà alla fine a una sorta di esplosione o di de-strutturazione figurativa la sua pittura, accogliendo suggestioni e stimoli dalle sperimentazioni degli artisti contemporanei.
Accompagna la mostra un catalogo Marsilio Editori.

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