Cinema Teatro Giuseppetti Comune di Tivoli Stagione Teatrale 2024-2025  

Cinema Teatro Giuseppetti

Comune di Tivoli

Stagione Teatrale 2024-2025

 

Al via la nuova Stagione Teatrale del Cinema Teatro Giuseppetti, nata dalla collaborazione tra il Comune di Tivoli, l’ATCL Circuito multidisciplinare dello spettacolo dal vivo del Lazio, sostenuto da MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio, e il Cinema Teatro Giuseppetti. Sette spettacoli per una stagione di altissimo livello, con grandi nomi del panorama teatrale italiano.

Ad inaugurare la Stagione 2024-2025, martedì 3 dicembre, lo spettacolo Trappola per Topi, di Agatha Christie, regia di Giorgio Gallione, con Ettore Bassi e Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni, Maria Lauria, Marco Casazza, Matteo Palazzo, Raffaella Anzalone. Per le festività natalizie non poteva certamente mancare, venerdì 27 dicembre, la Cantata di Natale, “Pastorali-Strine-Canti-Cunti e Pasquelle Sul Mistero del Natale”, regia Nando Citarella con Nando Citarella, Gabriella Aiello, Annalisa Amodio, Natale Russo, Carlo”Olaf”Cossu, Salvatore Rotunno, Emanuele De Simone e con Le Zampogne Mediterranee, Mauro Bassano, Daniele Ercoli, Gigi Liberti e la partecipazione di Equivox Ensemble Voci e Tamburi. Alessandro Benvenuti, martedì 7 gennaio, protagonista di Falstaff a Windsor, liberamente tratto da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti, Elisa Proietti, regia di Ugo Chiti.

Martedì 4 febbraio, l’Avaro Immaginario, con Enzo Decaro e Nunzia Schiano, regia di Enzo Decaro. Antonio Rezza, venerdì 21 febbraio, con Pitecus di Flavia Mastrella e Antonio Rezza. Tatto dall’omonimo romanzi di Leonardo Sciascia, venerdì 14 marzo, La Scomparsa di Majorana, trasposizione teatrale e regia Fabrizio Catalano, con Loredana Cannata, Alessio Caruso, Roberto Negri e Giada Colonna. Un grande protagonista del cinema e del teatro, Silvio Orlando, martedì 1° aprile, con Ciarlatani, regia Pablo Remón e con Francesca Botti, Francesco Brandi e Blu Yoshimi.

 

Queste le parole del Sindaco di Tivoli, Marco Innocenzi

 

L’aumento dell’offerta quantitativa e qualitativa della nuova stagione teatrale del Teatro Giuseppetti dimostra la volontà dell’Amministrazione, insieme ad ATCL, di puntare sulla Cultura. Il teatro ne è una delle massime rappresentazioni ed è nostra intenzione replicare il sold out dello scorso anno.

Grazie all’ATCL, rappresentata dall’Amministratore Delegato Luca Fornari e dalla Direttrice Artistica Isabella Di Cola. Un ringraziamento all’Ufficio Cultura del Comune di Tivoli e all’Incaricato alle Attività Culturali Matteo Centani.

 

 

Isabella Di Cola, la direttrice artistica del Circuito Multidisciplinare del Lazio, sottolinea come la rinnovata collaborazione tra ATCL, Comune di Tivoli e Cinema Teatro Giuseppe abbia restituito alla città di Tivoli una stagione teatrale di cui si sentiva la mancanza da tempo: “Il cartellone 24/25, che passa da cinque a sette appuntamenti, è stato pensato per soddisfare le esigenze di più pubblici e per attraversare generi e linguaggi differenti, dalla prosa classica alla commedia brillante, passando per la musica popolare e la travolgente comicità di artisti del calibro di Rezza/Mastrella.”

L’amministratore delegato di ATCL, Luca Fornari, aggiunge che: “Il teatro non è solo un rito o un’abitudine che si rinnova di sera in sera da millenni ma è soprattutto occasione di crescita culturale di una collettività, un momento di incontro, di condivisione, di riflessione, di suggestione, strumento per interpretare il vivere presente. Il ringraziamento di ATCL va al Comune di Tivoli, al Cinema Teatro Giuseppetti che facilita il funzionamento del Teatro, alla Regione Lazio che finanzia le attività, agli artisti programmati ma soprattutto al pubblico, che rende possibile tutto questo e che saprà rispondere con passione e affetto.”

 

PROGRAMMA e SINOSSI SPETTACOLI

 

TRAPPOLA PER TOPI

di Agatha Christie

regia di Giorgio Gallione

con Ettore Bassi e Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni, Maria Lauria, Marco Casazza, Matteo Palazzo, Raffaella Anzalone

produzione La Pirandelliana

 

Il 25 novembre 1952 all’Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la prima

volta “Trappola per topi” di Agatha Christie. Da allora, per 70 anni ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia “gialla” senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi… Non è consueto per me, spesso regista drammaturgo in proprio, misurarmi con un classico della letteratura teatrale. Certo da interpretare, ma da servire e rispettare. Ma non ho avuto dubbi ad accettare. Perché “Trappola per topi” ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché. In fondo è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed eccentricità. D’altronde, dice il poeta, il dovere di tramandare non deve censurare il piacere di interpretare. Altra considerazione: nonostante l’ambientazione d’epoca e tipicamente British, il racconto e la trama possono essere vissuti come contemporanei, senza obbligatoriamente appoggiarsi sul già visto, un po’ calligrafico o di maniera, fatto spesso di boiserie, kilt, pipe e tè. Stereotipi della Gran Bretagna non lontani dalla semplicistica visione dell’Italia pizza e mandolino. Credo che i personaggi di Trappola nascano ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole. E credo riusciremo a dimostrarlo grazie alla potenza senza tempo di Agatha Christie, ma anche e soprattutto con il talento e l’adesione di una compagnia di artisti che gioca seriamente con un’opera “chiusa” e precisa come una filigrana, che però lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza. E poi c’è la neve, la tormenta, l’incubo dell’isolamento e della bivalenza, il sospetto e la consapevolezza che il confine tra vittima e carnefice può essere superato in qualsiasi momento. Ingredienti succosi ed intriganti che spero intrappoleranno il pubblico.

 

venerdì 27 dicembre 2024 ore 21.00

CANTATA DI NATALE “Pastorali-Strine-Canti-Cunti E Pasquelle Sul Mistero del Natale”

regia Nando Citarella

con Nando Citarella, Gabriella Aiello, Annalisa Amodio, Natale Russo, Carlo”Olaf”Cossu

Salvatore Rotunno, Emanuele De Simone

e con Le Zampogne Mediterranee, Mauro Bassano, Daniele Ercoli, Gigi Liberti

con la partecipazione di Equivox Ensemble Voci e Tamburi

produzione La Paranza

 

Un viaggio nell’Italia popolare attraverso le canzoni della tradizione legata alle feste di Natale. Un attraversamento che riguarda l’intera penisola, dalla Calabria al Friuli, dal Piemonte alla Campania al Lazio e così via. Il tutto però visto e raccontato da un gruppo di musicanti, zampognari, ma non solo. Un gruppo di suonatori e cantanti, che per tutto lo spettacolo non si limiteranno a proporci una serie di brani natalizi (spesso tanto belli e suggestivi quanto poco conosciuti), ma ci racconteranno anche il loro rapporto con il Natale, con la tradizione, la devozione e soprattutto con la musica popolare che a questa straordinaria Festa fa riferimento. Una festa dunque di melodie consacrate dalla tradizione, ma anche una festa di dialetti, di suoni e ritmi diversi che si mescolano, ma ognuno con la sua forza e la sua bellezza. Un’ora e mezza di concerto, dove il pubblico sarà guidato nel mondo popolare tra canti, recitativi e musiche che ogni anno, a Natale, accompagnano i giorni del Bambino e della stella. La direzione musicale e la messa in scena in forma di Cantata è a cura di Nando Citarella, musici,cantori e suonatori fanno riferimento alla Compagnia “La Paranza” che produce e propone questa Cantata giunta al 35° anno di rappresentazione, andata in scena in quell’ormai lontano 20 dicembre 1988 al Teatro Tor di Nona in Roma. Lo spettacolo può essere eseguito sia in forma acustica che con impianto.

 

martedì 7 gennaio 2025 ore 21.00

FALSTAFF A WINDSOR

con Alessandro Benvenuti

liberamente tratto da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare

e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti, Elisa Proietti

regia Ugo Chiti

produzione Arca Azzurra

 

Dopo i successi di Nero Cardinale e L’avaro, si rinnova la collaborazione tra Ugo Chiti, Alessandro Benvenuti e gli attori di Arca Azzurra per un lavoro dedicato a uno dei grandi personaggi scespiriani: Falstaff. Chiti, autore e regista, tratteggia un profilo perfetto per Alessandro Benvenuti, attingendo soprattutto alla figura farsesca che emerge da Le allegre comari di Windsor, ma con precisi riferimenti ai drammi storici Enrico IV e Enrico V . In questo adattamento l’eroe e antieroe “resuscita” a Windsor (una rinascita espressamente richiesta dalla regina Elisabetta che gradiva vedere ancora sulla scena sir John Falstaff, magari nelle vesti di un canagliesco innamorato avanti con gli anni, dopo che la sua morte era stata annunciata nella parte iniziale dell’Enrico V) esprimendo, gigione e irridente, la natura del suo personaggio: un’arroganza aristocratica, con un sangue plebeo, popolaresco, che muta dalla rabbia al sarcasmo ma rimane disarmante, quasi patetico, perché non conosce, o non sa darsi, le regole e la consapevolezza dell’età che “indossa”. Questo Falstaff, per molti aspetti, resta fedele al testo originale delle Comari di Windsor, ne rispetta gli appuntamenti farseschi; soltanto nel risveglio da un sogno all’inizio della commedia e nell’ultima beffa in chiusura, l’ennesimo inganno di un’attesa punitiva nel parco, il racconto cambia struttura e andamento narrativo. Il mutamento arriva grazie all’intervento di Semola, un personaggio che fin dall’inizio ha fiancheggiato Falstaff facendosi assumere come paggio. Servizievole, irridente, mutevole, canagliesco, inquietante, occupa allusivamente la funzione di un fool che solo alla fine (allucinazione o sogno?) assume le vesti e le sembianze di Enrico, l’irrequieto febbrile principe ereditario, figlioccio, compagno di avventure e di bagordi, che sale sul trono del padre. Falstaff ora è ombra di un passato da ripudiare: il grande, glorioso antieroe viene allontanato, per lui non c’è posto nelle tortuose architetture del potere e Falstaff è bandito dal re, ostentatamente non riconosciuto. Niente fate, folletti, fastidi e pizzicotti nel parco di Windsor, ma l’asprezza di una condanna che ribadisce come nell’ordine prestabilito del potere non si trovi posto dove collocare un corpo tanto grande quanto irrazionale e magico.

 

martedì 4 febbraio 2025 ore 21.00

L’AVARO IMMAGINARIO

con Enzo Decaro e Nunzia Schiano

regia Enzo Decaro

produzione I due della città del sole

musiche Nino Rota (da “Le Molière Immaginarie”) musiche di scena ispirate a villanelle e canzoni popolari del 600’napoletanoscene Luigi Ferrigno

costumi Ilaria Carannante

disegno luci Luigi Della Monica

assistente alla regia Roberto Fiorentino

 

Sette quadri, un prologo e un epilogo. È un viaggio nel teatro, quello di Molière in primo luogo, ma non soltanto… È anche un viaggio nel tempo quello del Seicento, un secolo pieno di guerre, epidemie, grandi tragedie ma anche di profonde intuizioni e illuminazioni che non riguardano solo “quel tempo. Ed è anche il viaggio, reale e immaginario, di Oreste Bruno e la sua Compagnia di famiglia, quella dei Fratelli dè Bruno da Nola, (discendenti del grande filosofo Giordano Bruno), una vera “carretta dei comici” viaggiante, tanto cara sia a Peppino che a Luigi De Filippo. È il viaggio verso Parigi, verso il teatro, verso Molière ma anche una fuga dalla peste, da una terribile epidemia che ha costretto i Nostri a cimentarsi in un avventuroso viaggio verso un sogno, una speranza o solo la salvezza. Lungo il percorso, quando “la Compagnia” arriva nei pressi di un centro abitato, di un mercato o di un assembramento di persone, ecco che il “carretto viaggiante” diventa palcoscenico e “si fa il Teatro”. E col “teatro” si riesce anche a mangiare, quasi sempre. Infatti, grazie agli stratagemmi di tutti i componenti della famiglia teatrale si rimedia il pasto quotidiano o qualche misera offerta in monete o, più spesso, qualche pezzo di animale, già cucinato, offerto come compenso della esibizione sul palco-carretto, manco a dirlo, delle opere di Molière (L’Avaro e il Malato Immaginario sono “i cavalli di battaglia” di cui vengono proposti i momenti salienti, opportunamente adattati al luogo e agli astanti). Gli incontri durante il viaggio, sorprendenti ma non tutti piacevoli, l’avvicinamento anche fisico a Parigi, al teatro di Molière, la “corrispondenza” che il capocomico invia quotidianamente all’illustre “collega”, la forte connessione tra il mondo culturale e teatrale della Napoli di quel tempo con quella francese (con Pulcinella che diventa Scaramouche), di Molière ma forse ancor più di Corneille (che si celerebbe sotto mentite spoglie dietro alcune delle sue opere maggiori) la pesante eredità del pensiero di uno zio prete di Oreste Bruno, Filippo detto poi Giordano, scomparso da alcuni decenni ma di cui per fortuna non si ricorda più nessuno, e la morte in scena dello stesso Molière poco prima del loro arrivo a Parigi, renderanno davvero unico il viaggio di tutta la “Compagnia di famiglia” commedianti d’arte ma soprattutto persone “umane”, proprio come la grande commedia del teatro, dove “tutto è finto, ma niente è falso”.

 

venerdì 21 febbraio 2025 ore 21.00

PITECUS

di Flavia Mastrella e Antonio Rezza

con Antonio Rezza

produzione La Fabbrica dell’Attore

 

Gidio è chiuso in casa, Fiorenzo, uomo limbo, sta male fisicamente; il professor Stella, videodittatore dipendente, mostra a migliaia di telespettatori alcuni malati terminali, un padre logorroico non si capacita dell’omosessualità del figlio; Saverio, disinvolto ed emancipato, prende la vita così come viene, cosciente del suo fascino fuggevole. Mirella prega intensamente le divinità per essere assunta alle poste, Roscio, di nome e di fatto, frequenta una nuova compagnia di amici che lo sbeffeggiano a tracotanza. La bella addormentata non prende sonno ed il re, stanco di fasce e capricci, tenta di asfissiare il corpicino bambino. Un giovane studente ha un rapporto conflittuale con la radiosveglia mentre mariti annoiati e lussuriosi vengono rapiti dal fascino indiscreto del solito Saverio, borghese che miete amori ed affitta sentimenti. Un nuovo dibattito a tinte fosche analizza il rapporto uomo-droga, un signore solo e mediocre adotta Fernando Rattazzi a distanza, due ragazzi restano a piedi e sfidano le leggi della sopportazione, uomini che tentano di godersi sprazzi di libertà ma, proprio perché a sprazzi, non la riconoscono più. Giovani handicappati incattiviti e solidali si scagliano contro creato e convinzioni, esseri senza ottimismo dividono il proprio corpo pur mantenendo intatto l’istinto luciferino. Questi personaggi parlano un dialetto frastagliato e tronco, si muovono nervosetti, fanno capolino dalle fessure e dai buchi dei vasi di stoffa variopinti, i menti e le capoccette pensanti spuntano e si alternano dalle sete, dalle reti e dalla juta dando il senso di quartieri popolari affollati dove il gioco e la fantasia alzano il vessillo dell’incomprensione media. Il quadro di scena è la scenografia mista al costume, ogni storia ha il suo habitat, ogni personaggio un corpetto diverso e mortificato. È uno spettacolo che analizza il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un’occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un’identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali. PITECUS racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio. I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell’anonimato ma, grazie al loro narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche.

 

 

 

 

 

 

venerdì 14 marzo 2025 ore 21.00

LA SCOMPARSA DI MAJORANA

dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia

trasposizione teatrale e regia Fabrizio Catalano

con Loredana Cannata, Alessio Caruso, Roberto Negri e Giada Colonna

scene e costumi di Antonia Petrocelli

musiche di Fabio Lombardi

produzione Laros

 

Scomparso nel 1938, partito in nave da Palermo ma apparentemente mai approdato a Napoli, il giovane e promettente fisico siciliano, Ettore Majorana chiuso in sé stesso e concentrato su studi di cui non parlava con nessuno, aveva forse intuito prima d’ogni altro la strada per la creazione di una devastante arma nucleare; e ne era rimasto atterrito, e aveva voluto estraniarsi dal mondo prima che questo precipitasse nel baratro dell’era atomica. Questa, almeno, è la tesi di fondo di uno dei maggiori autori del ‘900, Leonardo Sciascia, che allo scienziato e al suo dramma interiore ha dedicato uno dei suoi libri più illuminanti: La scomparsa di Majorana. E questa vuole essere la nostra convinzione – oggi, a ottant’anni di distanza dei tragici eventi del ’38 e a trenta dalla morte dell’autore de Il giorno della civetta – perché a volte, più che la laboriosa ricostruzione di eventi e dettagli, conta il senso delle cose. E il senso della vicenda di Majorana è che non c’è futuro per l’umanità senza l’etica, senza la sincerità, senza la poesia. Questo spettacolo è un’indagine poliziesca, è un thriller ad orologeria, è un sogno ad occhi aperti. Una notte d’agosto del 1945, una località italiana che non viene mai definita, le rappresaglie dei partigiani, il caos. Uno studio, in un ospedale di provincia; una donna che, dopo aver ucciso da partigiana, è tornata a indossare il camice bianco: per medicare, per guarire. Un uomo, avvolto in una tunica da certosino, che rifiuta di rivelare la propria identità. Un commissario di pubblica sicurezza che crede di riconoscere, nei tratti del monaco, quelli di Ettore Majorana, al quale invano ha dato la caccia per tanto tempo. Laura Fermi, la moglie dell’illustre premio Nobel, chiamata a identificare il giovane scienziato dileguatosi nel nulla. Questi quattro personaggi, per tutta la notte, oltre l’alba, fino al tragico scioglimento dell’enigma, daranno vita ad una sorta di processo: dove l’intruso si trasformerà da imputato in accusatore, da inquisito in voce della coscienza. Poco alla volta, emergeranno i tormenti di un genio che avrebbe potuto cambiare il destino dell’umanità, e che invece ha preferito essere un ragazzo schivo, per nulla competitivo o in cerca della gloria.

martedì 1° aprile ore 21.00

CIARLATANI

con Silvio Orlando

regia Pablo Remón

e con Francesca Botti, Francesco Brandi, Blu Yoshimi

scene Roberto Crea

luci Luigi Biondi

costumi Ornella e Marina Campanale

aiuto regia Raquel Alarcón

produzione Cardellino srl

 

 

“Ciarlatani” racconta la storia di due personaggi legati al mondo del cinema e del teatro.

Anna Velasco è un’attrice la cui carriera è in fase di stallo. Dopo aver recitato in piccole produzioni di opere classiche, ora lavora come insegnante di pilates e nei fine settimana fa teatro per bambini. Tra soap opera televisive e spettacoli alternativi, Anna è alla ricerca del grande personaggio che la farà finalmente trionfare.Diego Fontana è un regista di successo di film commerciali che si sta imbarcando in una grande produzione: una serie da girare in tutto il mondo, con star internazionali. Un incidente lo porterà ad affrontare una crisi personale e a ripensare la sua carriera.  Questi due personaggi sono collegati dalla figura del padre di Anna, Eusebio Velasco, regista di culto degli anni ’80, scomparso e isolato dal mondo. “Ciarlatani” sono anche diverse opere in una: ognuno di questi racconti ha uno stile, un tono e una forma particolari. Il racconto di Anna ha uno stile eminentemente cinematografico, con un narratore che ci guida, e in cui sogno e realtà si confondono. La storia di Diego è un’opera teatrale più classica, rappresentata in spazi più realistici. E infine c’è, a mo’ di pausa o parentesi, un’autofiction in cui l’autore dell’opera a cui stiamo assistendo si difende dalle accuse di plagio. Queste storie sono raccontate in parallelo, si alimentano a vicenda, sono specchi degli stessi temi. L’insieme è costruito con capitoli in parte indipendenti, che formano una struttura più vicina al romanzo che al teatro. L’intenzione è che “Ciarlatani” sia una narrazione eminentemente teatrale, ma con un’aspirazione romanzesca e cinematografica. Infine, “Ciarlatani” è una commedia in cui solo quattro attori viaggiano attraverso decine di personaggi, spazi e tempi. Una satira sul mondo del teatro e dell’audiovisivo, ma anche una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo, dentro e fuori la finzione.

 

 

Prezzi biglietti e abbonamenti stagione 2024/2025

 

Rinnovo abbonamenti: da giovedì 10 ottobre a domenica 27 ottobre

Nuovo abbonamento: da giovedì 31 ottobre a giovedì 28 novembre

Inizio vendita biglietti singoli venerdì 29 novembre

 

ABBONAMENTO:

Abbonamento “Sostenitori del Teatro”: prime 6 file primo settore, prime 2 file secondo settore e prime 2 file galleria: € 140,00 + € 3,00 prev

Abbonamento intero: € 126,00 + € 3,00 prev

Abbonamento ridotto: € 112,00 + € 3,00 prev

BIGLIETTI:

Intero: € 24,00 + € 2,00 prev

Ridotto: € 22,00 + € 2,00 prev

 

Contatti

Teatro Giuseppetti: Vicolo Della Inversata, 5, 00019 Tivoli RM

0774 335087

www.teatrogiuseppetti.it
info@teatrogiuseppetti.it

 

ATCL:
www.atcllazio.it

https://www.facebook.com/atcl1/

https://www.instagram.com/atcl_lazio/

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