Nel pomeriggio dell’8 marzo alla Mondadori Bookstore di Velletri si è parlato di tre donne, le protagoniste dell’ultimo romanzo di Cinzia Leone. La giornalista e scrittrice ha pubblicato per Mondadori “Ti rubo la vita”, un viaggio attraverso il Novecento che si snoda nelle storie delle tre protagoniste, ognuna così particolare e caratterialmente forte, accomunata all’altra dall’aver subito il furto della vita. Miriam, Giuditta ed Ester sono alla ricerca della propria identità, come ha raccontato la stessa autrice: “La vita rubata è un concetto molto forte, perché significa strappare qualcosa di astratto e concreto allo stesso tempo. Avevo in testa il tema dell’identità, e l’idea che le nostre famiglie nascondano tutte dei misteri…”. Cinzia Leone, tramite una minuziosa descrizione dei luoghi e un’attenta caratterizzazione dei personaggi, racconta le vite rubate partendo da un concetto principale: “Credo che la vita sia più rubata alle donne che agli uomini” – ha dichiarato – “per invidia, per avidità, per amore. In fondo è un furto, così come lo è la scrittura. Io ho rubato pezzetti di vita, sono una ladra di storie”. La “Giornata Internazionale delle Donne” non poteva essere celebrata meglio, a livello letterario, che con un romanzo così intenso ed emotivamente coinvolgente. La Leone ha ricordato come l’8 marzo rappresenti una rottura delle armonie e degli schemi obsoleti ma funzionali, andati avanti per anni, e ha spiegato il background storico che fa da sfondo alla sua opera. Fra i temi principali spicca quello della tolleranza, alla base delle vite rubate. Come detto, tutte e tre le protagoniste sono accomunate da un destino difficile: “A Miriam ruba la vita il marito, cercando di costringerla ad un cambiamento. Lei è il personaggio più tragico. Giuditta, invece, è un’ebrea italiana a cui la guerra e le leggi razziali rubano le consuetudini. Era integrata, ma il fascismo e le sue infami leggi la emarginano. Inizialmente non capisce, è innamorata di un cristiano e non vede le barriere che la società ha eretto. Ester, infine, è derubata per le tante delusioni e per la proposta di un matrimonio combinato privo di sentimenti e senza passione”. La cosa più terribile, però, è il fatto che spesso le vite ci scorrano via, rubate, passo dopo passo e senza un evento eclatante che ci faccia accorgere di questo furto. Impossibile, poi, non leggere il legame fra la trama del romanzo e l’attuale momento storico: “Il libro è senz’altro figlio di questo momento sociale” – ha confermato Cinzia Leone – “poiché c’è una grossa enfasi sulle radici, che ci fanno scoprire che siamo ma sono diventate anche un modo per mostrare aggressività verso il diverso. Non è un caso che questo sia un libro di mercanti, perché i mercanti devono mediare. E lo dovrebbe fare, senza riferimenti specifici, anche la politica: chi ci governa ha il dovere della mediazione, altrimenti diventa impossibile comunicare”. Cinzia Leone ha lavorato circa tre anni su questo libro, consultando i calendari per far quadrare l’apparato storico-temporale e studiando le usanze, la geografia, persino navigando su google earth. Viene fuori una narrazione bella, raffinata, ricca di pathos e realistica poiché precisa, nel giusto mix fra la riflessione sentimentale e la verisimiglianza che un’opera necessita. La presentazione si è rivelata estremamente interessante sia per i temi trattati che per l’affabilità dell’autrice, disponibile anche nel firma-copie e nelle foto ricordo. Proprio nel fare gli autografi, la Leone – che è una delle più quotate disegnatrici a livello nazionale – ha omaggiato i presenti di un bozzetto improvvisato, dando sfoggio delle sue capacità grafiche. Poi un dolcetto per festeggiare l’8 marzo, opportunamente richiamato dalle mimose che hanno ornato il tavolo del firma-copie. Per la Mondadori Bookstore, anche stavolta gremita, un altro successo in vista dei prossimi due appuntamenti in calendario: venerdì 15 alle ore 18.30 a Genzano sarà ospite Lidia Ravera, mentre domenica alle 18.30 a Velletri arriverà Guido Catalano. Date da non perdere per gli amanti della cultura.
Rocco Della Corte