Venerdì 27 marzo (ore 21) al Teatro India va in scena CLAREL_ poema e pellegrinaggio in Terra Santa, una delle opere meno conosciute ma più appassionanti di Herman Melville, che Valter Malosti trasforma in un sorprendente “concerto” per voce e musica elettronica. Un piccolo poemetto che riesce a toccare le corde profonde della spiritualità attraverso il racconto del pellegrinaggio in Palestina di un giovane studente americano.
Uno scosceso massiccio poetico, come dice Elemire Zolla, dove si perdono i confini tra viaggio reale e spirituale, alle fonti del Cristianesimo e dei suoi luoghi d’elezione: Clarel, studente di teologia, insoddisfatto degli insegnamenti dogmatici ricevuti in patria, decide di recarsi in Palestina alla ricerca del senso profondo dell’esistenza in un cammino di fede e di scoperta. Come i grandi eroi dei romanzi melvilliani, Clarel tenterà di superare le soglie dell’esperienza e della conoscenza, e proverà a dare risposta alle grandi questioni del sapere e dell’amore, del rapporto tra il fisico e il metafisico, della verità e del senso ultimo della vita.
Scritto da Herman Melville dopo Moby Dick, Clarel (Poema e pellegrinaggio in Terrasanta), pubblicato nel 1876 in forma privata, fu stampato postumo solo nel 1924. Il poema-diario venne ispirato da un viaggio in Palestina compiuto da Melville vent’anni prima, fra il 1856 e il ’57, concepito dalla famiglia anche come possibile terapia per uno stato di prostrazione fisica e psicologica che aveva colpito l’autore durante e dopo l’immane sforzo profuso in soli tre anni nella scrittura di Moby Dick e di Pierre, le due opere “titaniche” e metafisiche che sembravano voler dar fondo all’universo, ma destinate ad un umiliante insuccesso commerciale. Quest’opera è forse il culmine più angoscioso e poetico del grande “corpus” dei libri melvilliani; forse più ancora di Billy Budd, tradizionalmente ritenuto lavoro emblematico ed epitome perfetta. Socraticamente fedele a uno gnosticismo sofferto, e non certo di maniera, Melville butta nelle fiamme di questa sua scrittura convulsa tutto il peso e il dolore di una ricerca irrisolta.
Chi ama i suoi capolavori – Mardi, Moby Dick, Pierre, The confidence Man, Bartleby, Benito Cereno, Billy Budd, The Encantadas – è costretto a percepire Clarel come un apice e un picco della sua produzione letteraria, anche se non necessariamente come il suo capolavoro formale.
Lo spettacolo, in replica sabato 28 marzo (ore 21) e domenica 29 marzo (ore 18), si inserisce nel progetto TRA CIELO E TERRA. Sacro e profano nel teatro presente, il programma di attività e spettacoli che il Teatro di Roma – in collaborazione con I Teatri del Sacro e Federgat – dedica ai temi della spiritualità, della tradizione religiosa e del sacro.
Dal 27 al 29 marzo al Teatro India di Roma
CLAREL
poema e pellegrinaggio in Terra Santa
di Herman Melville
concerto per voce, oud, chitarre e live electronics
interpretazione e regia Valter Malosti
suono e live electronics G.u.p. Alcaro – oud e chitarre Lucia D’Errico
musiche originali Carlo Boccadoro – luci Francesco Dell’Elba
consulenza scientifica Ruggiero Bianchi – assistente alla regia Elena Serra
Produzione Teatro di Dioniso, I Teatri del Sacro